Turismo: punto di forza o arma distruttiva per le piccole comunità montane

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Mi chiamo Chiara e sto svolgendo il mio servizio civile a Caunedo, un piccolo paese montano (950 m s.l.m.) localizzato nel Principato delle Asturie (Spagna) in un progetto il cui scopo è quello di favorire lo sviluppo comunitario e la protezione ambientale in alcuni piccoli centri montani di Spagna e Portogallo

Caunedo è uno dei 39 paesini che rientrano nel Parco Naturale di Somiedo, che è stato dichiarato Riserva della Biosfera nel 2000, ciò ha favorito la conservazione fino ad oggi di una delle rappresentazioni più complete ed equilibrate della comunità faunistica dell’Iberia atlantica.
La ricchezza naturale e la facilità di poter avvistare animali, quali ad esempio lupi e orsi, rende quest’area ‘’appetibile’’ per i turisti, che provengono oltre che da tutta la Spagna, anche dal resto del mondo. 

Una cosa che mi ha colpito appena arrivata è che, in tali zone, sia chiaro come l’attività turistica possa essere uno dei motori per riattivare l’economia delle aree rurali, di fatti solo a Caunedo su circa quaranta case, una decina vengono utilizzate come ‘’bed and breakfast’’, la vecchia scuola è stata riconvertita in un Ecomuseo ed è stata adibita un’area per l’avvistamento di orsi (con panchine, cestini e pannelli informativi).
Che il turismo sia un settore da tenere in considerazione per contrastare lo spopolamento delle aree rurali viene sottolineato dall’organizzazione mondiale del Turismo: ‘’Il turismo rurale, come quello montano, ha un grande potenziale per stimolare la crescita dell’economia locale e il cambiamento sociale, grazie alla sua complementarità con altre attività economiche, al suo contributo al PIL e alla creazione di posti di lavoro e alla sua capacità di promuovere la dispersione della domanda nel tempo (combattendo la stagionalità) e sul territorio.’’
Il tipo di turismo da promuovere, come si può vedere nel virgolettato, è però uno specifico tipo di turismo che è conosciuto come ‘’turismo rurale’’, che valorizza il patrimonio ambientale, storico e culturale delle zone rurali e diviene fonte di reddito complementare per tutte le attività tipiche che caratterizzano tali contesti (agricoltura, allevamento, artigianato).

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Il turismo può divenire un nuovo punto di forza per lo sviluppo e il benessere delle comunità rurali ed essere un nuovo mezzo per contrastare lo spopolamento di tali zone solo se non diviene unico motore economico e non impatti negativamente i residenti.
Ad esempio nel paese a dieci minuti da Caunedo, Pola de Somiedo, sono ancora presenti attività commerciali (bar, ristoranti, alimentari, piscina), la maggior parte delle quali è però aperto solo nel periodo estivo (picco di presenza turistica nell’area) o mantiene orari di apertura ridotta nei periodi invernali, e ciò crea svantaggi alle persone residenti che possono beneficiarne solo in un ristretto periodo dell’anno; stesso discorso vale per eventi musicali e culturali che sono presenti principalmente nel periodo estivo.
Altre problematiche che può causare il turismo, se non promosso in un’ottica sostenibile, sono varie: le destinazioni rurali che divengono ‘’popolari’’ come meta turistica possono subire aumento dei prezzi delle case al di fuori della portata della popolazione locale, a causa dell’acquisto di seconde case da parte di stranieri e dell’arrivo di attività turistiche su larga scala, ci possono essere danni agli ecosistemi causati da un numero eccessivo di visitatori e l’inquinamento, compreso il rumore e i rifiuti, e si possono perdere attività tipiche (es. artigianali, prodotti enogastronomici, tradizioni) a causa della crescente urbanizzazione e dell’eccessiva dipendenza degli abitanti locali dalle attività turistiche.

Un fenomeno inoltre da tener in considerazione, che è sempre più diffuso nelle aree rurali interessate dall’attività turistica, è l’‘’overtourism’’, che si verifica quando il numero di turisti in una destinazione supera la capacità di accoglienza del luogo, causando disagi sia per i residenti che per i visitatori.
Tale fenomeno è noto soprattutto in riferimento al turismo urbano (interessa città quali ad esempio Venezia, Madrid, Amsterdam) in quanto in tal caso si presenta in tutto l’arco dell’anno, mentre è meno considerato per le aree rurali, poiché interessa usualmente solo brevi periodi (Luglio e Agosto o Gennaio e Febbraio).

L’UNWTO ha elaborato un Report nel quale vengono suggerite strategie per gestire il turismo nel contesto locale, come ad esempio quella di favorire viaggi e visite fuori stagione e intensificare la promozione di altre attrazioni e itinerari turistici; in particolare due strategie secondo me devono essere messe in risalto: intanto è essenziale considerare i residenti come attori principali e dunque coinvolgerli alla definizione delle politiche ed inoltre è opportuno sensibilizzare i turisti all’impatto del turismo sulla destinazione prescelta. Il turismo può essere nuova linfa per contrastare l’abbandono delle aree rurali e la conseguente perdita di lavori, tradizioni, beni ambientali e architettonici che caratterizzano tali contesti, ma  solo  se tutti cooperano alla diffusione e attuazione di un ‘’turismo sostenibile’’ e in primis noi in veste di turisti dovremmo intanto considerare i contesti rurali come mete da visitare, programmare i nostri viaggi in periodi extra-stagionali, essere aperti ad avvicinarci a tali contesti senza impattare negativamente sull’ambiente e i residenti, ma consci di poterci arricchire vicendevolmente.

Per la redazione

Chiara Di Filippo



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