Stati Uniti. Ripristinare i finanziamenti per rifugiati e aiuti internazionali
È l’appello lanciato da 38 organizzazioni religiose in una lettera inviata al segretario di Stato americano, Marco Rubio
La scorsa settimana, il Consiglio nazionale delle chiese di Cristo negli Usa (NccUsa) ha inviato al segretario di Stato, Marco Rubio, una lettera firmata da ben 38 organizzazioni religiose, che chiedono il ripristino dei finanziamenti per il reinsediamento dei rifugiati e gli aiuti internazionali.
«Il congelamento degli aiuti esteri da parte del Presidente e il recente smantellamento dell’USAid (agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, ndr.) da parte dei consiglieri extra-governativi del Presidente – si legge – minacciano non solo di danneggiare milioni di persone in tutto il mondo, ma anche di minare decenni di alleanze portate avanti con attenzione, e di ridurre la capacità degli Stati Uniti di rispondere efficacemente alle crisi in tutto il mondo. Queste azioni sollevano gravi preoccupazioni etiche, sono in conflitto con i principi costituzionali e pongono rischi significativi per il nostro Paese e i nostri vicini all’estero».
«La fede cristiana insegna: “A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà” (Luca 12, 48). I nostri valori condivisi ci spingono ad aiutare e non a ferire i più vulnerabili in mezzo a noi, inclusi i nostri vicini a livello globale. Per gli Stati Uniti rinunciare bruscamente alle proprie responsabilità e rinnegare i propri impegni nei confronti dei più vulnerabili del mondo, negando cibo e medicine salvavita a bambini, infermi e anziani, è scioccante e vergognoso».
La lettera prosegue sottolineando che gli sforzi attuali volti a smantellare le agenzie governative avranno ripercussioni significative. In particolare, i tagli previsti mettono a rischio il sostentamento di chi ha dedicato la propria carriera al servizio pubblico e colpiscono duramente migliaia di dipendenti di organizzazioni non governative, il cui operato è fondamentale per le attività di sviluppo degli Stati Uniti a livello mondiale. Inoltre, molte di queste organizzazioni, alcune delle quali sono di ispirazione religiosa, potrebbero subire gravi difficoltà e la minaccia di non sopravvivere.
Istituita nel 1961 sotto la presidenza di John F. Kennedy, USAid ha lo scopo di coordinare e gestire gli aiuti statunitensi a livello internazionale, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno degli Stati Uniti nel sostenere la stabilità globale. L’agenzia ha operato in oltre 130 stati, finanziando programmi di sviluppo, emergenza sanitaria e assistenza umanitaria: solo nel 2023, USAid ha distribuito circa 45 miliardi di dollari in aiuti, con un’attenzione particolare all’Ucraina, all’Africa subsahariana e al Medio Oriente. Ha poi svolto un ruolo fondamentale nel contrasto all’HIV/AIDS, nelle risposte alle emergenze sanitarie, inclusa la pandemia da Covid-19, e nel finanziamento di progetti educativi e agricoli in paesi colpiti da conflitti o disastri naturali.
«Come mai gli aiuti ai malati e agli affamati non sono più in linea con la politica e le priorità degli Stati Uniti?», chiedono le 38 organizzazioni religiose.
«L’eliminazione degli aiuti esteri – si legge in conclusione delle lettera – indebolirà la nostra capacità di guidare a livello globale e minaccerà la nostra sicurezza nazionale. Disimpegnandosi dagli sforzi del mondo a favore dei poveri e dei vulnerabili, gli Stati Uniti danneggiano la loro reputazione di essere un faro di libertà per il mondo e un partner fedele per i nostri alleati. Ritirarsi dall’affrontare i bisogni del mondo non ci rende più sicuri. Ritarda solo l’affrontare i pericoli finché non diventano minacce alle nostre porte.
Vi imploriamo di usare la vostra posizione per ripristinare immediatamente i programmi di aiuti esteri, riaprire i programmi critici di reinsediamento dei rifugiati e ripristinare completamente l’USAid. La nostra sicurezza comune è profondamente legata a un impegno duraturo e robusto con le persone del mondo, in particolare con coloro che chiedono a gran voce il nostro aiuto».
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