Il 39esimo inquilino della Casa Bianca (dal 1977 al 1981) è deceduto nella sua casa di Plains, in Georgia. Dopo la presidenza, aveva fondato il Carter Center, con cui nel 2002 aveva ricevuto il Premio Nobel per la Pace
Addio a Jimmy Carter. L’ex presidente americano è morto oggi, nella sua casa di Plains, in Georgia, all’età di 100 anni (li aveva compiuti lo scorso ottobre). A dare la notizia è il Washington Post. Il 39esimo inquilino della Casa Bianca, dal 1977 al 1981, durante il suo mandato aveva alternato successi, come gli accordi di Camp David, a momenti bui fra cui la crisi dei 52 ostaggi statunitensi nell’ambasciata di Teheran. Dopo la presidenza, aveva fondato il Carter Center, un’organizzazione non governativa che si dedica anche alla difesa dei diritti umani, e grazie alla cui attività nel 2002 aveva ricevuto il Premio Nobel per la Pace.
Dalle origini umili fino alla Casa Bianca
James Earl Carter Jr. era nato nel 1924 nella piccola Plains. Il padre era proprietario di un campo di arachidi, la madre era un’infermiera che aveva sfidato la segregazione razziale per aiutare donne di colore. Nel 1941 Jimmy fu il primo della sua famiglia paterna a finire il liceo. Alla Casa Bianca per un solo mandato, stretto tra i repubblicani Gerald Ford e Ronald Reagan, il democratico Carter aveva governato l’America in un periodo di gravi emergenze in patria e nel mondo, tra cui la crisi degli ostaggi in Iran. La percezione che non fosse stato in grado di gestirle ne provocò nel 1980 la sconfitta elettorale.
Gli ultimi impegni
L’ultima crociata, come capo del Carter Center, era stata all’insegna della pace: un appello a Barack Obama per il riconoscimento della Palestina. Jimmy Carter negli ultimi anni aveva anche costruito case per poveri e insegnato religione. Curato con l’immunoterapia dopo la diagnosi di un tumore al cervello, nell’ultimo periodo si era sottoposto alle cure palliative.
Il ricordo del figlio
“Mio padre è stato un eroe, non solo per me ma per tutti coloro che credono nella pace, nei diritti umani e nell’amore”, ha affermato Chip Carter, uno dei figli
dell’ex presidente. I funerali di Stato sono ancora in via di definizione, ma sicuramente oltre a Washington si terrà una cerimonia ad Atlanta, prima di una
sepoltura privata a Plains.
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Le reazioni
Numerose le reazioni da tutto il mondo alla notizia della scomparsa di Carter. Il presidente eletto Donald Trump ha sottolineato come Carter abbia dovuto affrontare numerose sfide “arrivate in un momento cruciale per il nostro paese. Ha fatto tutto ciò che era in suo potere per migliorare la vita di tutti gli americani. Per questo, tutti noi abbiamo un debito di gratitudine con lui”. Secondo il presidente Usa Joe Biden, “tutto il mondo lo considerava un amico. Ha lavorato per sradicare le malattie, forgiare la pace, promuovere i diritti civili e umani, promuovere libere e corrette elezioni, dare una casa agli homeless e sempre in difesa degli ultimi”. La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha sottolineato la sua “umanità e fede. Ha ispirato me e le generazioni future”. Secondo l’ex presidente Usa Obama, quella di Carter è stata “la più lunga e impattante post-presidenza Usa”, mentre per l’ex capo della Casa Bianca George W. Bush, Carter lascia un’eredità che “ispirerà gli americani per generazioni”. Secondo il presidente francese Macron, Carter “ha difeso i più deboli e lottato per pace”. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha parlato di “instancabile campione per la pace e i diritti umani. L’Europa lo piange con il popolo degli Stati Uniti”.
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