Il tema della tampon tax torna al centro del dibattito dopo che l’associazione Giovani&Futuro ha depositato un disegno di legge di iniziativa popolare per il taglio dell’Iva al 5% sui prodotti per l’igiene femminile e la prima infanzia. La Manovra 2025 ha infatti confermato l’Iva al 10% su assorbenti e pannolini, escludendo un nuovo taglio al 5%. Una scelta che ha suscitato polemiche, soprattutto considerando che in altri Paesi europei l’Iva su questi prodotti essenziali è già ridotta o azzerata.
Ma quanto costerebbe allo Stato ridurre l’Iva su assorbenti e pannolini e quanto ci guadagnerebbero le famiglie italiane? In questo articolo esploreremo l’impatto economico di un’eventuale riduzione dell’Iva, analizzando anche chi ne trarrebbe maggiore beneficio.
Qual è l’Iva sugli assorbenti?
A partire dal 1° gennaio 2024, l’aliquota Iva sugli assorbenti in Italia è del 10%. La modifica è stata introdotta dalla legge di Bilancio 2024, che ha aumentato l’Iva dal precedente 5% al 10%.
L’aumento ha suscitato polemiche, soprattutto perché l’Iva su altri prodotti considerati “non essenziali” è più bassa. Per esempio, il tartufo fresco ha un’aliquota Iva al 5%. Inoltre, l’aumento al 10% ha comportato un incremento dei costi fissi per una persona in età fertile con ciclo mestruale, aggravando il problema della povertà mestruale, una condizione che colpisce soprattutto le donne con minori possibilità economiche.
Chi ha abbassato l’Iva degli assorbenti?
L’Iva sugli assorbenti ha subito diverse modifiche negli ultimi anni:
- 2022 – il governo Draghi ha ridotto l’aliquota IVA dal 22% al 10%, riconoscendo gli assorbenti come beni essenziali;
- 2023 – il governo Meloni ha ulteriormente abbassato l’Iva al 5%, portando l’Italia al livello di altri Paesi europei che applicano aliquote ridotte su questi prodotti:
- 2024 – con la Legge di Bilancio 2024, l’Iva è stata riportata al 10%.
L’aumento è avvenuto nonostante i tentativi di opposizione. Nella Manovra 2025, infatti, un gruppo di deputati del Partito Democratico (PD), Alleanza Verdi Sinistra, Movimento Cinque Stelle e Azione ha proposto di abbassare l’Iva al 4% su tutti i prodotti di igiene femminile e per l’infanzia. L’emendamento è stato bocciato dalla maggioranza di governo.
Non è mancato lo scontro, soprattutto perché i 180 milioni di euro necessari per finanziare il taglio dell’Iva sono stati destinati ad altre spese, tra cui la cancellazione delle multe per i No Vax.
Quanto è l’Iva sui pannolini e altri prodotti per l’infanzia?
Anche sui pannolini e su altri prodotti per l’infanzia l’Iva è stata aumentata al 10% dal 1° gennaio 2024. La modifica ha coinvolto:
- pannolini;
- latte in polvere e liquido per neonati;
- seggiolini per auto (al 20%)
Questi prodotti, nel 2023, beneficiavano di un’aliquota ridotta al 5%, ma la legge di Bilancio 2024 ha ripristinato l’Iva al 10%. Come nel caso degli assorbenti, anche per i pannolini e gli altri prodotti per l’infanzia era stata proposta una riduzione dell’Iva al 4% durante la discussione della Manovra 2025, ma la proposta è stata bocciata.
Una scelta che ha sollevato polemiche, soprattutto perché l’Italia si trova ora in controtendenza rispetto ad altri Paesi europei, come la Spagna, che ha azzerato l’Iva su questi prodotti. Inoltre, la decisione appare in contraddizione con il dichiarato obiettivo del governo di sostenere la natalità e le famiglie italiane.
Quanto costa ridurre l’Iva su assorbenti e pannolini?
Ridurre l’Iva su assorbenti e pannolini dal 10% al 5% costerebbe allo Stato circa 180 milioni di euro all’anno, secondo quanto riportato dalla proposta di legge di iniziativa popolare “Legge Frescura – Menia Corbanese – Belfi”. La domanda da porci, visto il costo, è quanto risparmierebbero le famiglie italiane.
Ma facciamo un giro più ampio e cerchiamo di comprendere perché il governo Meloni ha deciso di eliminare il taglio dell’Iva al 5% dalla Manovra. La motivazione si può ridurre a “non conviene”. Questo perché, per citare Giorgia Meloni, il taglio “purtroppo è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo”.
Sul bilancio dello Stato il costo è totalmente sostenibile, visto che rappresenterebbe appena lo 0,018% del totale. Soprattutto, come riporta il testo della proposta di legge, se il minor gettito fiscale può essere compensato riducendo le dotazioni finanziarie destinate alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. Nel 2020, infatti, una legge costituzionale ha ridotto il numero dei parlamentari da 945 a 600, ma le risorse annuali destinate a Camera e Senato non sono mai state adeguate di conseguenza.
Attualmente, il budget annuale è di circa 943 milioni di euro per la Camera e 505 milioni di euro per il Senato. La proposta suggerisce di tagliare 180 milioni di euro da queste dotazioni, sfruttando i risparmi derivanti dal minor numero di parlamentari. In questo modo, il taglio dell’Iva verrebbe finanziato senza gravare su altre voci di bilancio.
Quanto risparmierebbero i consumatori
Ridurre l’Iva dal 10% al 5% comporterebbe un risparmio concreto per le famiglie italiane. Secondo i calcoli effettuati:
- per una famiglia con un bambino piccolo, il risparmio sui pannolini sarebbe di circa 19 euro all’anno;
- per una donna che utilizza assorbenti, il risparmio annuale sarebbe di circa 6,30 euro.
In totale, una famiglia con un figlio e una persona che utilizza assorbenti risparmierebbe circa 25,30 euro all’anno. Sono importi modesti, almeno a prima vista, ma per le famiglie numerose o per chi si trova in difficoltà economica non lo sono affatto. Considerando che il costo medio annuale per i pannolini è di circa 380 euro e per gli assorbenti è di 126 euro, il taglio dell’Iva rappresenta comunque un aiuto concreto.
Inoltre c’è la questione dell’impatto sociale. Gli assorbenti sono un bene di prima necessità e la loro tassazione è spesso considerata iniqua perché colpisce esclusivamente chi ha il ciclo mestruale. Ridurre l’Iva sarebbe un passo verso l’equità di genere, riconoscendo che non si tratta di beni di lusso, ma di articoli essenziali per l’igiene personale. L’abbassamento dell’Iva è quindi un gesto anche simbolico di attenzione verso le esigenze delle persone con ciclo mestruale e delle famiglie con bambini piccoli e contribuisce comunque a ridurre il gender gap economico.
Una proposta di legge per ridurre la tampon tax
L’idea di ridurre l’Iva su assorbenti e pannolini al 5% nasce dalla necessità di equiparare questi prodotti essenziali ad altri beni di prima necessità, come avviene già in molti Paesi europei. In Spagna, per esempio, l’Iva su assorbenti e prodotti per l’infanzia è stata azzerata dal 2022, mentre in Francia è stata ridotta al 5,5%. Anche in Germania l’Iva è stata abbassata al 7%, riconoscendo che si tratta di prodotti indispensabili per l’igiene femminile e la prima infanzia.
Per questo motivo, l’associazione “Giovani&Futuro” ha presentato un disegno di legge di iniziativa popolare per il taglio dell’Iva al 5% sui prodotti per l’igiene femminile e la prima infanzia. La proposta è conosciuta come “Legge Frescura – Menia Corbanese – Belfi”. Perché la proposta venga discussa in Parlamento, è necessario raccogliere almeno 50.000 firme. Chi desidera sostenere l’iniziativa può farlo online tramite la piattaforma nazionale “Referendum e Iniziative Popolari” del ministero della Giustizia.
Ecco come procedere:
- accedere alla piattaforma con l’identità digitale, utilizzando SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
- cercare l’iniziativa inserendo il cognome di uno dei tre proponenti: Frescura, Menia Corbanese o Belfi:
- selezionare l’opzione “Sostieni iniziativa” e segui i passaggi per confermare la firma.
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