Cavalli selvaggi dell’Aveto, una tesi di laurea fa il punto su quanti sono e come vivono

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I cavalli selvaggi dell’Aveto non esercitano una pressione eccessiva sulle risorse ambientali, sono 107 su un’area di 36 chilometri quadrati, vale a dire meno di tre cavalli per km quadrato. È uno dei dati emersi dalla tesi di laurea di Sara Carmeli.

Sara Carmeli si è laureata in Scienze naturali all’Università di Genova con un’analisi sui cavalli rinselvatichiti dell’Aveto che fornisce una visione dettagliata sull’evoluzione demografica, le dinamiche sociali e le sfide di conservazione affrontate da questa popolazione equina unica in Italia. La sua ricerca rappresenta una una svolta importante nello studio di questi equini e offre preziose informazioni per future strategie della loro tutela e valorizzazione.

Il monitoraggio, iniziato nel 2015, è stato condotto da studenti delle Università di Genova e Parma, dalla referente scientifica del progetto Evelina Isola e dai volontari dell’associazione ReWild Liguria odv. La giovane studiosa ha utilizzato i dati ottenuti in dieci anni e li ha messi a confronto con quelli raccolti durante il suo tirocinio nel 2024, permettendo di avere una visione più completa e aggiornata sulla dinamica di popolazione di questi equini.

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I cavalli selvaggi dell’Aveto discendono da cavalli domestici rimasti orfani del loro proprietario che, adattandosi all’ambiente, hanno formato branchi autonomi. Non è un caso frequente quello di animali domestici che diventano “rinselvatichiti” (questo è il termine scientifico).

Facciamo chiarezza sui termini. Selvatico è l’animale che appartiene a una specie non addomesticata: caprioli, daini, cervi, lupi, volpi, ecc… sono selvatici. Si definiscono allo stato brado gli animali domestici che hanno un padrone e vengono lasciati, in gruppi più o meno numerosi, all’aperto, senza ricoveri, ma non perdono il contatto con l’uomo. Bovini e suini a volte sono allevati allo stato brado. Rinselvatichiti è il termine usato per quegli animali che appartengono a specie domestiche ma, per diversi motivi, vivono liberi da più generazioni, hanno perso il contatto con l’uomo, presentano caratteristiche stabili e vivono in un’area definita. È il caso dei cavalli dell’Aveto: rinselvatichiti o, per usare un termine più suggestivo, selvaggi. Vivono senza contatti con l’uomo da una ventina d’anni d’anni, ormai comprendono solo generazioni nate allo stato libero,  hanno ripreso il modo di vivere del cavallo selvatico. E hanno trovato un habitat come quello del loro antenato selvatico, che in Europa si è estinto all’inizio del secolo scorso. Vivono in un’area ricca di vegetazione adatta ai loro bisogni e di acqua, abbastanza isolata,  lontana da strade a densa frequentazione. Tutto questo fa di loro degli animali rinselvatichiti o selvaggi, in grado di vivere in modo autonomo e senza creare problemi irrisolvibili.

I cavalli dell’Aveto svolgono anzi un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio ecologico dell’area, contribuendo alla biodiversità locale. Uno dei primi elementi evidenziati dalla ricerca di Carmeli riguarda la sottostima iniziale dell’areale occupato da questi animali. Nei primi anni di monitoraggio, le difficoltà logistiche e le caratteristiche impervie del territorio hanno portato i ricercatori a concentrarsi principalmente sull’area nei pressi del lago di Giacopiane, sottostimando così sia l’estensione dell’areale che la dimensione della popolazione stessa.

Grazie ai dati raccolti, la tesi ha permesso di analizzare diversi parametri fondamentali, tra cui il rapporto tra maschi e femmine (sex ratio), la distribuzione delle classi di età attraverso la piramide della popolazione e la variazione di questi fattori nell’arco di dieci anni. È emerso che la popolazione è caratterizzata da una maggioranza di femmine, ma che negli anni la distribuzione tende a riequilibrarsi verso un rapporto vicino al 50-50. Ogni anno, infatti, si osserva un’alternanza nelle nascite tra maschi e femmine, con cicli di uno o due anni, sebbene non sia stato ancora possibile determinare le cause di questa oscillazione.

Un altro aspetto significativo riguarda la proporzione tra giovani e adulti, con un rapporto di 3 a 1, segnale di una popolazione in crescita. Un passo successivo della ricerca sarà quello di calcolare il tasso di mortalità dei puledri, un dato essenziale per comprendere la stabilità della popolazione nel lungo periodo.

La tesi ha anche affrontato il tema della capacità portante del territorio, fornendo per la prima volta un’analisi dettagliata della densità della popolazione equina. Sono stati censiti 107 individui, suddivisi in 15 bande, tra cui 3 bande di scapoli e un individuo solitario, distribuiti su un’area di 36 chilometri quadrati. Questo corrisponde a una densità di popolazione inferiore a 3 cavalli per chilometro quadrato, un valore nettamente al di sotto della capacità portante del territorio. Quest’ultima è stata stimata attraverso la media della produzione di pascolo disponibile rispetto al fabbisogno di un cavallo medio, in 4 cavalli di peso medio per ettaro, confermando che lattuale popolazione non esercita una pressione eccessiva sulle risorse ambientali.

Sara è figlia di uno dei custodi della diga di Giacopiane ormai in pensione, area che ospita naturalmente questi cavalli, ha sviluppato fin da giovane una profonda connessione con il territorio e la sua fauna. Questa relazione ha alimentato la sua passione e dedizione nello studio e nella protezione dei cavalli selvaggi.

Il progetto “I Cavalli Selvaggi dell’Aveto – Wild Horsewatching”, fondato dalla naturalista Evelina Isola e Paola Marinari nel 2011, è nato con l’obiettivo di studiare e proteggere i cavalli che vivono liberi nelle valli del Parco dell’Aveto, promuovendo al contempo un turismo sostenibile e responsabile. Dal 2015  numerosi studenti hanno contribuito al monitoraggio della popolazione equina, lavorando a stretto contatto con la responsabile scientifica del progetto, Evelina Isola. Il progetto  promuove attività di sensibilizzazione e turismo sostenibile, offrendo escursioni di horsewatching per avvicinare il pubblico alla bellezza e all’importanza di questi animali nel loro habitat naturale.

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Per gli studenti interessati a proseguire la ricerca e sviluppare tesi su questi temi, è possibile contattare   Evelina Isola per proposte di collaborazione.



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