Il Farmacista Online: Covid. Il premio Nobel Parisi: “Lockdown ha bloccato numero morti. Immunità di gregge sarebbe costata 700mila morti”. E su Oms: “Suicida uscirne”

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Covid. Il premio Nobel Parisi: “Lockdown ha bloccato numero morti. Immunità di gregge sarebbe costata 700mila morti”. E su Oms: “Suicida uscirne”

Il fisico in audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus Sars-Cov-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica.


25 FEB
– “Quello che abbiamo visto è, in pandemia, che il picco del numero dei morti è avvenuto a 20 giorni circa dal lockdown, come è avvenuto in Cina”. Dunque “la chiusura del lockdown ha bloccato l’aumento del numero dei morti e quindi ha contenuto l’infezione”. Così il premio Nobel Giorgio Parisi, in audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus Sars-Cov-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica.

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Il problema, ha spiegato, “è stato che in Italia l’infezione si è diffusa a macchia di leopardo. Si è diffusa prima nel Bergamasco, per motivi storici difficili da capire“. In quell’area “si è raggiunta l’immunità di gregge, nelle altre parti d’Italia non si è raggiunta ed è stata bloccata prima dell’immunità di gregge. Ma è costata l’1% dei morti. Sono morti veri, accertati. Le tristi immagini della fila di camion che portavano bare sono state nella zona di Bergamo e l’Italia si è salvata. Quindi su scala italiana una situazione di quel genere avrebbe portato a 600-700mila morti”.

La controprova dell’immunità di gregge raggiunta “è che abbiamo avuto pochissimi casi nel Bergamasco durante la seconda ondata”. Parisi ha ricordato che “c’è stata un’indagine sierologica fatta nell’estate del 2020 che dimostra come circa il 5% della popolazione fosse stata infettata. Abbiamo avuto circa 3 milioni di casi nella prima ondata, circa 35mila morti. Nel peggiore dei casi, con tutta la popolazione infettata, potremmo aver avuto 600-700mila morti. I casi registrati noti erano molto meno, erano 250mila. Sappiamo da Andrea Crisanti che il 40% dei casi era asintomatico, quindi dovremmo aver avuto 2 milioni di casi asintomatici”. Mentre “probabilmente ce ne siamo persi la metà nelle statistiche di quelli con malattia seria, perché mancavano i test per controllare”.

“Una domanda che spesso viene fatta – ha aggiunto Parisi – è se i numeri dei morti da Covid sono veri. L’aumento della mortalità data dagli uffici che si occupano del seppellimento delle persone corrisponde circa ai casi dei morti dati da Covid. Quindi i morti in più ci sono stati. L’Istituto superiore di sanità ha verificato le cartelle cliniche. Il 90% dimostra che i morti segnati come morti di Covid avevano Covid come origine principale. La stessa cosa è vera dai controlli inglesi. Quindi non c’è nessun motivo di fare una distinzione tra morti ‘di’ Covid e morti ‘con’ Covid”.

Infine, Parisi ha parlato dell’Oms: “L’Organizzazione mondiale della sanità è l’unica che abbiamo per il sostegno in tantissimi Paesi del mondo che non hanno risorse sufficienti per gestire le cose da soli. E’ fondamentale per la diffusione dei vaccini nei Paesi del terzo mondo. E’ l’unico tavolo mondiale che noi abbiamo per discutere. Che poi l’Oms sia perfetto è lontano da quello che noi abbiamo detto”. In merito al lavoro dell’Oms, “nel documento Accademia dei Lincei, da un lato, notavamo che l’Oms poteva essere più efficace”, ha aggiunto. “E’ necessario un ripensamento su come l’Oms doveva agire in caso di pandemia. Perché l’Oms è certamente ripensare”, ma “questo non vuol dire buttare il bambino con l’acqua sporca: vuol dire ripensare. Per quanto riguarda un’organizzazione internazionale antipandemica, noi pensavamo che dovesse avere una parte scientifica operativa. E che forse poteva essere meglio farla fuori dall’Oms. Però questo è un altro paio di maniche. Si tratta di quello che pensavamo in una rete di centri di ricerca che comunicano fra di loro, che scambiano i dati”. Ora però “l’Oms non ha nessun possibile sostituto a livello di coordinazione mondiale. Si può discutere come gestirla meglio, ma uscirne fuori a me pare suicida – ha avvertito Parisi – perché a questo punto se venisse distrutto l’Oms non ci sarebbe nient’altro. E il costruirlo prenderebbe un sacco di tempo”.



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