“Siete una frontiera di libertà”

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Minacce, querele temerarie ma anche l’istituzione di una banca dati sui boss scarcerati. La Commissione antimafia ai giornalisti della Sicilia: “Siete una frontiera di libertà”



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Minacce, querele temerarie ma anche l’istituzione di una banca dati sui boss scarcerati. La Commissione antimafia ai giornalisti della Sicilia: “Siete una frontiera di libertà”

di Ambra Drago

Per la prima volta la Commissione regionale antimafia varca la soglia dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia in via Bernini a Palermo, in una sede confiscata alla mafia. Un dibattito alal presenza dei componenti della Commisisone ( Fabio Venezia, Giovanni Burtone, Marco Intravaia, Marianna Caronia, Roberta Schillaci) che ha visto partecipare numerosi giornalisti, tra cui direttori di tv, agenzie di stampa e quotidiani provenienti da tutta la Sicilia. Ormai le querele temerarie e le intimidazioni alal categoria ha subito sottolineato il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia sono molto diffuse. Basti pensare ad alcuni dati “Nel 2024 gli episodi segnalati sono stati 114 con un aumento del sei per cento rispetto all’anno precedente”.

Richieste concrete sono giunte dal giornalista de La Repubblica Palermo, Salvo Palazzolo che come già sottolineato in sede di audizione della Commissione nazionale antimafia, ha chiesto l’istituzione di una banca dati che racchiuda l’elenco dei boss scarcerti. E lui con le sue numerose inchieste riguardanti le innumerevole scarcerazioni, dopo il suo abile e puntuale lavoro, essensdo a rischio, è stato sottoposto a tutela.
Un dialogo con i giornalisti oltre a esprimere vicinanza alla categoria è quello che ha voluto esprimere con questa visita il Presidente della Commissione regionale antimafia Cracolici che sin da subito commentato il recente arresto di uno dei componenti della Commissione e ha affermato: “Ringrazio il Presidente dell’Ordine, esordisce l’on.le Antonello Cracolici , Presidente della Commissione regionale antimafia con il quale già qualche mese fa avevamo programmato la visita qui all’Odg ancor prima delle minacce ad alcuni di voi e anche a quanto accaduto a un componente di questa Commissione ( il riferimento all’arresto del deputato regionale Giuseppe Castiglione in quota Mpa). Questa Commissione di per se non è un luogo immune e se ne fa parte in quanto parlamentare eletto. Ora non so se è la politica che cerca la mafia o viceversa ciò che emerge è che Cosa nostra in tutti i quartieri ha sempre cercato di intessere i rapporti con tutti i livelli delle pubbliche amministrazioni e attraverso il condizionamento può avere un valore attrattivo per chi cerca di aver risolti i problemi.
Al di al della vicenda che riguarda il parlamentare mi premedire che la Commissione è presente qui per rispetto a una categoria che merita in quanto difende il diritto all’informazione e la democrazia. Spesso i mafiosi minacciano i giornalisti perchè temono che colpiate la loro reputazione. I mafiosi mettono nel conto il carcere ma quello che non tollerano è la credibilità reputazionale per il fatto che Cosa nostra ha un interesse spasmodico di essere ben visti e presenti sul territorio”.

Via via i colleghi hanno esposto le loro opinioni anche sullo stato di salute dell’informazione, sulle difficoltà quotidiane nello svolgere il proprio lavoro sia a Palermo, che in altre province cone a Trapani o Enna riuscendosi a destreggiare tra minacce e leggi bavaglio.

“La Commissione antimafia conclude il Presidente Cracolici, non detiene carte particolari ma cerchiamo di capire e accendere dei riflettori su alcune tematiche. Voglio sostenere il lavoro dei giornalisti ma anche nei confronti dei giovani giornalisti che tentano di fare questo lavoro. Poi conclude la caratteristica di questa Commissione è di portare avanti il proprio lavoro costantemente. il prossimo 13 marzo incontreremo i sindaci del catanese, magistrati e forze dell’ ordine, teniamo i fari accesi e chiamiamo a una responsabilità supplementare i territori e li che si gioca la partita importante di resistenza a Cosa nostra. L’antimafia non è una spilletta da indossare vale per il sottoscritto e per tutti. Occorre impegno concreto”.





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