Patrimonio culturale nelle Aree Interne: i dati dell’ultima indagine ISTAT (2022) | Articoli

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Turismo nelle aree interne: numeri in crescita

Nel 2022, i luoghi del patrimonio culturale delle Aree Interne hanno registrato 13,8 milioni di visitatori, pari al 12,8% del totale nazionale. Di questi, circa 4,3 milioni erano turisti stranieri, un dato che evidenzia il crescente interesse internazionale per le bellezze meno conosciute del nostro Paese. Tuttavia, rispetto alla media nazionale, il numero di visitatori resta inferiore, a dimostrazione di un potenziale ancora non pienamente sfruttato.

Recentemente l’ISTAT ha diffuso dati importanti relativi al Patrimonio culturale delle Aree Interne*, di seguito uno spaccato dei dati e a seguire alcune riflessioni.

 

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DATI ISTAT (2022) PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE INTERNE

1.740 strutture aperte al pubblico nelle Aree Interne tra musei, aree archeologiche, monumenti e complessi monumentali. Circa il 39.4% del totale nazionale (4.416 strutture).

1.110 sono i Comuni delle Aree Interne con almeno un museo, un monumento o un sito archeologico. Circa il 14% del totale dei Comuni Italiani. La maggioranza di questi comuni ha una popolazione inferiore ai 5mila abitanti.

In linea di massima nelle Aree Interne, troviamo 1 luogo del patrimonio culturale ogni 100 Km2, 1,3 ogni 10mila residenti.

I luoghi del patrimonio delle Aree Interne sono: musei etno-antropologici (19,2%), archeologici (17,6%), di scienze naturali o tecnologiche (17,0%) e musei tematici (14,9%). Tra i complessi monumentali, prevalgono castelli e costruzioni fortificate (35,7%), e chiese ed altri edifici religiosi (33,2%).

Affluenza nei luoghi culturali delle Aree Interne (2022): 13,8 milioni di visitatori (12,8% del totale nazionale). Ogni struttura ha registrato in media oltre 8.000 visitatori (contro i 25.000 della media nazionale). 4,3 milioni di visitatori stranieri (31% del totale delle Aree Interne), inferiore al 41% della media nazionale.

Poco meno della metà del luoghi del patrimonio culturale delle Aree Interne offre attività al pubblico. 44,8% organizza laboratori didattici; 45,5% offre percorsi tematici per bambini; 46,8% ospita convegni e seminari; 42,8% allestisce esposizioni temporanee. Purtroppo, sono ancora poche le strutture dotate di servizi digitali.

Fonti di finanziamento dei luoghi del patrimonio culturale nelle Aree Interne: 47,4% riceve contributi pubblici; 37,0% genera ricavi dai servizi aggiuntivi; 22,0% beneficia di sponsorizzazioni e donazioni private. Se si avesse la possibilità di beneficiare di finanziamenti aggiuntivi, la maggioranza delle strutture (44,6%) li investirebbe in campagne di informazione e comunicazione, e il 25,7% li utilizzerebbe per rafforzare le attività in collaborazione con gli enti locali, le istituzioni scolastiche e le associazioni.

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* La nota informativa ha per oggetto un’analisi approfondita della dimensione territoriale delle strutture museali delle Aree Interne, cioè i territori caratterizzati da marginalità e difficoltà nella disponibilità di beni e servizi fondamentali. La classificazione delle Aree Interne è definita in modo coerente con la Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI). La fonte informativa è la rilevazione su “Musei e istituzioni similari”, i cui dati sono stati già diffusi a fine 2023, indagine a carattere censuario che ha per oggetto tutti i musei, le raccolte e le gallerie d’arte, le aree e i parchi archeologici, i monumenti e i complessi monumentali – di seguito sinteticamente denominati “luoghi del patrimonio culturale” – presenti sul territorio nazionale e aperti nel 2022. Ulteriori informazioni sono riportate nella nota metodologica (LINK).

 

Aree Interne: cosa significa?

La definizione delle Aree Interne, coniata dell’agenzia del governo per la Coesione territoriale, si basa sulla accessibilità dei Comuni a servizi ritenuti essenziali per la salute, l’istruzione e la mobilità. I Comuni
italiani sono infatti definiti “Comuni polo”, se offrono contemporaneamente (da soli o insieme ai confinanti):
un’offerta scolastica secondaria superiore articolata (cioè almeno un liceo – scientifico o classico – e almeno uno
tra istituto tecnico e professionale); almeno un ospedale sede di Dipartimento di Emergenza Urgenza e
Accettazione (DEA). I livello; una stazione ferroviaria almeno di tipo silver. I Comuni che distano meno di 20 minuti
dal “Comune polo” più vicino si definiscono “Comuni cintura”; quelli che distano oltre 20 minuti dal “Comune Polo” rientrano nelle Aree Interne. Le Aree Interne a loro volta si suddividono, sempre in base ai tempi medi di percorrenza della distanza dal polo in tre categorie: Comuni Intermedi, Comuni Periferici, Comuni Ultraperiferici.

 

Un patrimonio culturale diffuso ma sottoutilizzato

La maggior parte dei Comuni delle Aree Interne con strutture del patrimonio culturale aperte al pubblico si trova in zone rurali e poco urbanizzate, caratterizzate da una bassa densità abitativa. In particolare, questi siti si concentrano prevalentemente in aree collinari o montane, mentre quelli situati lungo le coste risultano più rari.

Complessivamente, nei Comuni delle Aree Interne che ospitano almeno un museo, un sito archeologico o un monumento risiedono oltre 6,5 milioni di persone, rappresentando circa la metà degli oltre 13 milioni di abitanti di queste zone. Tuttavia, emergono differenze significative tra le diverse aree geografiche: nel Nord, il 41,5% dei Comuni delle Aree Interne possiede almeno una struttura culturale, mentre la percentuale scende al 36,0% nel Mezzogiorno e al 22,6% nel Centro.

In termini di popolazione, invece, la quota di residenti che vive in Comuni dotati di strutture museali o similari è pari al 46,1% nel Nord, al 44,1% nel Mezzogiorno e raggiunge il 68,6% nel Centro. Questi dati evidenziano come il patrimonio culturale sia distribuito in maniera eterogenea e rappresenti una risorsa strategica per il rilancio e la valorizzazione delle Aree Interne.

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Le Aree Interne sono diffuse soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, con 1.718 Comuni pari al 44,8% del totale nazionale, concentrati in Basilicata, Sicilia, Molise e Sardegna. Nel Centro-Italia, si contano 532 Comuni, soprattutto nel Lazio e in Toscana, mentre nel Nord-ovest e nel Nord-est i Comuni appartenenti alle Aree Interne sono il 41,3% del totale (1.584). La Lombardia e il Piemonte sono tra le regioni italiane con il maggior numero di Comuni in Aree Interne.

La superficie delle Aree Interne copre oltre la metà (circa il 59%) del territorio nazionale. In queste aree vivono oltre 13 milioni di persone, cioè quasi un quarto (poco meno del 23%) della popolazione italiana, con una densità di 76 abitanti per chilometro quadrato.

 

Estratto indagine ISTAT 2022 “Il Patrimonio Culturale nelle Aree Interne” (© ISTAT)

 

Castelli, fortificazioni e musei: custodi di storia e  tradizioni locali

I territori delle Aree Interne, pur con le loro fragilità legate alla geografia, alla logistica e alla demografia, sorprendono per la ricchezza e la varietà delle risorse storiche, artistiche e culturali.

Il paesaggio è caratterizzato da castelli, architetture fortificate o militari, che rappresentano il 35,7% dei monumenti aperti al pubblico, seguiti da edifici religiosi (32,8%). Oltre il 60% di questi luoghi ospita musei, potenziali fattori di attrazione e di interesse per i residenti e per i visitatori per approfondire la conoscenza della storia e della cultura locale visitando le collezioni esposte e i contenuti proposti.

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Tra le collezioni esposte, spiccano quelle etno-antropologiche (19,2%) e archeologiche (17,6%), insieme a musei tematici (14,4%) dedicati a tradizioni locali, storia e personaggi illustri. Quasi la metà dei musei si trova in ville, parchi storici o edifici religiosi, che non solo conservano il patrimonio espositivo, ma rappresentano essi stessi elementi di interesse culturale.

 

Estratto indagine ISTAT 2022
Estratto indagine ISTAT 2022 “Il Patrimonio Culturale nelle Aree Interne” (© ISTAT)

 

Patrimonio delle Aree Interne: un motore per l’economia locale

Nel 2022, i luoghi del patrimonio culturale delle Aree Interne hanno accolto circa 13,8 milioni di visitatori, rappresentando il 12,8% del totale nazionale. Ogni struttura ha registrato in media oltre 8.000 ingressi, un dato nettamente inferiore rispetto alla media nazionale di circa 25.000 visitatori annui per sito. Particolarmente rilevante è stata la presenza di turisti stranieri, che hanno raggiunto quota 4,3 milioni, pari al 31% del pubblico complessivo di queste aree. Tuttavia, questa percentuale resta inferiore rispetto al dato nazionale, dove i visitatori internazionali costituiscono il 41% del totale.

L’impatto economico del turismo culturale nelle Aree Interne potrebbe essere significativo se supportato da adeguati investimenti e strategie di valorizzazione.

Attualmente, il 47,4% delle strutture beneficia di finanziamenti pubblici, mentre il 37% genera entrate dai servizi aggiuntivi e il 22% grazie a sponsorizzazioni e donazioni private. Se potessero accedere a maggiori risorse, quasi la metà delle strutture (44,6%) le investirebbe in campagne di comunicazione per attrarre più visitatori, e il 25,7% punterebbe a rafforzare collaborazioni con enti locali e istituzioni scolastiche.

 

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Estratto indagine ISTAT 2022
Estratto indagine ISTAT 2022 “Il Patrimonio Culturale nelle Aree Interne” (© ISTAT)

 

Sul piano turistico, i Comuni delle Aree Interne in cui è presente un luogo del patrimonio culturale risultano in proporzione maggiormente attrattivi rispetto a quelli privi di strutture museali o similari: nei primi, infatti, si registra in media un flusso turistico circa cinque volte superiore rispetto agli altri.

 

SCARICA INDAGINE ISTAT 2022
SUL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE INTERNE

  

Sfide e opportunità per il futuro delle Aree Interne

Le Aree Interne affrontano sfide significative, tra cui spopolamento e invecchiamento della popolazione.

Tra il 2014 e il 2024, la popolazione residente in queste zone è diminuita del 5%, un calo che evidenzia la necessità di politiche mirate per incentivare il turismo e rilanciare l’economia locale.

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Investire nella digitalizzazione, nell’accessibilità e nella promozione del patrimonio culturale potrebbe trasformare questi luoghi in poli attrattivi per un turismo esperienziale e sostenibile.

La valorizzazione di castelli, musei etnografici e monumenti storici, unita a strategie di marketing mirate, può contribuire a generare nuove opportunità di lavoro e a rivitalizzare i territori.

Il turismo culturale nelle Aree Interne non è solo una questione di conservazione e valorizzazione del patrimonio, ma un’opportunità concreta per rilanciare l’economia locale e contrastare lo spopolamento di queste aree.

Un maggiore impegno nella valorizzazione e promozione di questi luoghi può trasformarli in veri e propri motori di sviluppo sostenibile per l’intero Paese. È il momento di investire e dare nuova vita a questi territori ricchi di storia, cultura e tradizione.



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