È morto all’età di 68 anni Roberto Rocchiccioli, notissimo imprenditore della logistica ed ex ad della Compagnia interportuale pisana.
Questo è il ricordo scritto dal nostro collega Giovanni Parlato, amico di Roberto fin dai tempi delle scuole superiori.
La lettera ricordo
Caro Roberto, questa è la lettera di un tuo vecchio amico. Siamo stati compagni di classe sui banchi del liceo scientifico Enriques di Livorno. Quante ne abbiamo passate! E ora che non ci sei, resta un gran vuoto, incolmabile. Per Pisa se n’è andato uno dei suoi più brillanti imprenditori, la tua azienda di import- export conosciuta in tutto il mondo, hai ricoperto cariche prestigiose, sei stato amministratore delegato della compagnia interportuale pisana. Un punto di riferimento e una voce autorevole.
Ma non scrivo per ricordare l’imprenditore, ma il ragazzo di quattordici anni conosciuto a scuola. E gli anni che ci hanno visto crescere fino alla fatidica notte prima degli esami. E poi dopo, i sogni: pochi soldi e tanti sogni. Tu che volevi fare l’imprenditore e io il giornalista.
Tutti e due venivamo da due quartieri popolari di Livorno, io dalle Sorgenti e tu da Colline. Al liceo abbiamo passato anni indimenticabili. Il tuo carattere esuberante trascinava tutti, perfino i professori. Un giorno, erano gli ultimi giorni di scuola, decidemmo di andare al mare, sul Romito, a tuffarci dagli scogli e venne anche il Politi, il prof. di matematica. Il pomeriggio venivo a studiare a casa tua, studiare è davvero un parolone. Si studicchiava e poi andavamo a giocare a pallone, una delle nostre, tue grandi passioni insieme alla chitarra e, soprattutto, alle auto, auto potenti. Finito il liceo, per fare un po’ di soldi siamo andati a fare i contadini. Ogni giorno sveglia all’alba e con la tua A- 112 andavamo a Lorenzana a vendemmiare. Un mese in mezzo ai campi e poi un altro mese a lavorare in fattoria. Ti ricordi? Mi salvasti la vita. Dovevamo pulire i tini dalla vinaccia e per primo entrai io. Dopo un po’ persi i sensi e tu mi tirasti fuori.
Nel tempo le nostre strade si sono divise e abbiamo continuato a inseguire i nostri sogni. Il tuo cruccio fu di non avere continuato l’università, eri iscritto alla facoltà di Economia e Commercio. Ma ti fu impossibile. Cominciasti a lavorare a vent’anni e a girare il mondo. Ti comprasti un’imbarcazione perché tu sognavi in grande. E sei riuscito ad arrivare, là, dove volevi arrivare. Caro Roberto, sei stato un grande amico. Pisa perde un imprenditore di prestigio che si è fatto da solo, passo dopo passo. La piccola comunità di Tirrenia perde un amico e un uomo brillante che amava la vita.
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