Manifestazione per l’anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina

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Manifestazione per l’anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina

Bologna, 23 febbraio 2025

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Intervento del Presidente di Italia Viva città di Bologna Marco Mingrone

 

Care amiche e cari amici,

sono particolarmente lieto di portare a questa iniziativa il saluto della comunità bolognese di Italia Viva.

Dai momenti immediatamente successivi all’inizio dell’aggressione militare all’Ucraina da parte della Federazione Russa, in quel tragico febbraio di tre anni fa, il nostro partito ha scelto senza incertezza da che parte stare, dalla parte del governo e del popolo ucraino aggrediti, dalla parte di chi ha pagato, e sta pagando, un prezzo enorme in termini di vite umane per difendere la propria libertà, il diritto di esistere come paese democratico e indipendente.

Sono ancora nei nostri occhi le immagini terribili di Bucha, gli innumerevoli crimini di guerra che gli occupanti russi hanno perpetrato ai danni della popolazione civile, le distruzioni di intere città, delle infrastrutture di produzione energetica, delle case come delle scuole, degli ospedali, dei monumenti storici che richiamano l’appartenenza ad una comune tradizione culturale, linguistica, religiosa del popolo ucraino.

Per la prima volta dalla fine del secondo conflitto mondiale, la guerra si è riaffacciata sul suolo europeo, il sistema di norme condivise e di istituzioni internazionali che per oltre 70 anni hanno garantito un equilibrio sostanziale fra nazioni e popoli, è venuto meno per il chiaro disegno della Federazione Russa di ridefinire questo equilibrio con l’uso della forza, in questo assecondata da altri player globali, come la Repubblica Popolare Cinese.

L’Ucraina è stata invasa, la guerra l’ha subita e ha resistito in questi tre lunghi anni nonostante abbia circa solo un quinto della popolazione russa e nonostante si dicesse che sarebbe stata una guerra lampo con l’occupazione di Kiev in pochi giorni.

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E in questo processo di ridefinizione degli equilibri globali appare evidente l’intento di colpire a fondo il modello di convivenza fondato sulla democrazia e lo stato di diritto, per sostituirlo con sistemi autocratici, totalitari, dove l’esercizio di diritti fondamentali dell’individuo, la libertà di espressione e di iniziativa imprenditoriale, sono fortemente limitati, se non apertamente negati.

Italia Viva ha condiviso le decisioni assunte in tante occasioni, sia a livello nazionale che europeo, finalizzate a garantire la possibilità che l’Ucraina potesse continuare a difendersi, con il supporto dei paesi dell’Unione Europea, degli Stati Uniti d’America e degli altri partner occidentali.

Abbiamo sempre votato a favore dell’invio di armamenti e di aiuti umanitari all’Ucraina da parte del nostro paese, l’Italia, sia quando abbiamo condiviso responsabilità di governo, sia da quando questa responsabilità ricade su un’altra maggioranza parlamentare, di segno diverso, che ci vede all’opposizione.

Abbiamo però sempre sostenuto, dall’inizio del conflitto, che l’Unione Europea avrebbe potuto, e dovuto, giocare un ruolo diplomatico di primo piano. Matteo Renzi propose che si indicasse una figura autorevole, dotata di credibilità internazionale, come Angela Merkel o Tony Blair, a rappresentare l’Europa su tutti i tavoli negoziali. Rimase inascoltato, anche se ora sono in molti a parlarne.

Noi condividiamo pienamente le parole del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando richiama alle responsabilità dell’aggressore russo, quando evidenzia pericolose affinità fra quanto sta succedendo oggi in Ucraina e quello che successe poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale, quando il ripudio dei principi e delle norme del diritto internazionale aprirono le porte alla guerra.

E sono parole simili a quelle che anche il Presidente Zelensky ha pronunciato in occasione del recente vertice sulla sicurezza di Monaco.

Al momento non siamo in grado di prevedere quali sviluppi avranno i colloqui di Riad, l’auspicio di tutti noi è che si approdi ad una pace giusta, ad un accordo che riconosca all’Ucraina la piena legittimità di sedere al tavolo negoziale, che garantisca il diritto alla sua sicurezza in confini stabiliti, che si fondi su un effettivo e concreto coinvolgimento dei paesi dell’Unione Europea nella sua attuazione.

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Contestualmente va accelerata l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea che deve avvenire in tempi rapidi e certi.

Sono momenti difficili per il popolo ucraino, sono in corso cambiamenti degli assetti internazionali il cui epilogo non è prevedibile, ma che potrebbero intervenire drammaticamente anche nella nostra quotidianità, sui modelli di vita che abbiamo adottato, sulle conquiste che abbiamo fin ad oggi date per scontate.

A noi europei rimane ancora la possibilità di giocare un ruolo in questo scenario complesso e controverso, dobbiamo farlo con la consapevolezza che solo uniti possiamo farcela, ma dobbiamo farlo, come ci ha ricordato Mario Draghi in questi giorni, agendo come un solo stato, con una politica estera comune, con una difesa comune, con un assetto economico, finanziario e fiscale finalmente comuni.

In questo percorso l’Ucraina deve essere con noi.

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