di Riccardo Valentini e Riccardo Giannini
Ogni due settimane sale a bordo della sua fidata Opel Astra Gt 1600 e affronta da solo il lungo viaggio Talamello-Roma, oltre 600 km tra andata e ritorno, per tifare la sua Lazio. Onorino Vitali è un instancabile 90enne: romano nato ad Ancona e da decenni residente in Alta Valmarecchia, grande tifoso della squadra allenata da Baroni, nella quale milita Zaccagni, gioiello cresciuto nel vivaio del Bellaria Calcio. “È l’unica cosa che me rimane – dice con marcato accento romanesco – ed è l’unico vizio che c’ho: al bar nun c’è vado a giocà a carte. So bono, però nun c’è vado: preferisco andare allo stadio e basta”.
Onorino si occupa della moglie con grande cura (“In questo periodo non sta molto bene“), poi nel weekend ci sono il pallone e il viaggio a Roma per tifare la maglia biancoceleste: “Quando la Lazio gioca alle 20.30 nun ce vado, me l’hanno proibito le mie figlie. Hanno paura che me succeda qualche cosa, perché quando si ritorna di notte, per animali te po’ succede addosso, 2-3 volte m’è capitato dabeccà qualche animale. Però dai, sto attento”.
I lunghi viaggi, invece, non spaventano affatto il simpaticissimo tifoso 90enne: “No no, non vedo l’ora, a me è sempre piaciuto guidare e fare i viaggi, prima con la moto ora con ‘a macchina”. Ci indica, fiero, la sua Opel Gt e ovviamente il gagliardetto della Lazio all’interno dell’abitacolo. “Ha 32 anni, supera i 200 all’ora, non scherza. Fino a due anni fa andavo a Roma con lo scooter, uno Yamaha 250: ora le mie figlie me l’hanno proibito e vado in macchina. Quando andavo in moto, mi fermavo un paio di giorni a Roma: ora invece rientro subito a casa”.
Ma qual è il tragitto che il sig. Vitali percorre per arrivare a Roma? “Faccio il passo de Via Maggio, l’autostrada non la prendo pe’ niente. A Terni piglio la Flaminia, passo per Nevi, piglio la Cassia e via…a volte prendo il raccordo anulare ed esco direttamente allo stadio, dipende dal traffico”.
Parcheggiata la mitica Opel, Onorino entra all’Olimpico e si siede in Tevere Centrale: “In curva nun se vede nulla. I miei amici purtroppo son partiti tutti (son morti, ndr), ritrovo però sempre i miei vicini di posto. Ma l’amicizia c’è con tutti e quando si vince è una grande festa”, dice, mostrando orgoglioso l’abbonamento.
Onorino e la Lazio, la storia di un inossidabile tifoso
Il romano Onorino nasce nel 1935 in Provincia di Ancona: “Ma nun ce so stato praticamente pe’ niente. Siccome i miei fratelli son nati tutti nelle Marche, mia madre incinta voleva che anch’io nascessi là, come i miei fratelli: poi però sono tornato subito a Roma”.
La Capitale l’ha però abbandonata per amore: “Mia moglie è di qua (Valmarecchia, ndr), l’ho conosciuta a Roma perché era venuta a lavorà, prima usava così. Là andavamo a ballare nelle casette da ballo, nelle balere. Gli anni passavano e venivamo sempre in vacanza qui, nel paese suo. E anche le mie figlie, si sono fidanzate qui e alla fine, dopo la pensione, abbiamo deciso di venire a vivere qui”.
A Roma ha naturalmente lasciato un pezzo di cuore..biancoceleste: “Il rammarico mio è solo quello, perché qui se vive meglio…Quando vado a Roma, non vedo l’ora de ritornà, col traffico tutto quanto…Però il pensiero mio a Roma c’è sempre, io poi ho tutti là, i parenti e i morti ar cimitero”.
Sono tante le curiosità che nascono in questa chiacchierata: come nasce la passione per la Lazio? “Da ragazzini facevamo le partitelle in strada, mettevamo due bidoni come porte (metti du pezzi de secci come porta), ma siccome i romanisti erano de più ed era difficile giocare per la squadra dei romanisti, allora io per potere giocare sceglievo sempre la Lazio perché erano pochi: i laziali erano de meno allora me so messo con la Lazio. Così fortunatamente ho scelto la squadra quella più bella, quella nata prima, siamo nati nel 1900, la Roma invece è nata nel 1927″.
E da ragazzino ha iniziato a frequentare lo stadio, vivendo tutta l’epopea “dell’Aquila”, con il ricordo di due squadre fortissime: “La Lazio di Chinaglia, una Lazio che…litigavano tutti e se facevano a botte fra di loro, quello che te pare, però quando scendevano in campo erano dei campioni, uno per l’altro, non ce n’era per nessuno”. L’altra è la grande Lazio di Eriksson di fine anni novanta: “Una grande squadra, amo vinto poco per quanto era forte e c’erano tanti campioni”.
Oggi la Lazio sta ben figurando in campionato, in piena lotta per la Champions League: “Eravamo molto scettici su ‘sto Baroni, invece c’ha dato un bel gioco e se non ci danneggiavano, potevamo stare più in alto in classifica, con il Napoli ci hanno danneggiato. Mazza, che jella ragazzi”. Ma sull’obiettivo finale, qualificazione alla massima coppa europea, Onorino rimane pessimista: “No, vogliono fare venire su il Milan, la Juventus: la Lazio la danneggiano, nun c’è niente da fa’”.
Ma qual è il giocatore preferito di Onorino? “Coso, quel’ che c’ha dato la Juventus…Rovella, mazza che forte quel ragazzo…come hanno fatto a darcelo, nun lo so”. Appassionato, ma anche esperto: il centrocampista è infatti una delle rivelazioni stagionali. Ma la Lazio sa di avere un tifoso così speciale come Onorino? “No, non lo sanno. Anzi, me ‘occa pagà”, ride..e aggiunge “ lo sai come lo chiamamo noi Lotito? Lotirchio“.
Facciamo quindi appello al presidente Lotito, affinché prepari un piccolo ma significativo riconoscimento per Onorino: non farà i colpi di tacco come Mancini, non ha il sinistro di Mihajlovic, la potenza di Chinaglia e il fiuto del gol di Signori e Giordano, ma anche il signor Vitali è davvero un vero fuoriclasse.
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