INTERVISTA ESCLUSIVA a Francesco Soro

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“Di solito non rilascio interviste ma…” esordisce all’inizio del nostro incontro presso gli uffici IPZS di Via Salaria, a Roma, ma “stavolta “… stavolta è diverso, perché parliamo di moneta”. Avvocato e manager pubblico, classe 1970, già presidente del Corecom e direttore generale presso il MISE (ora Ministero delle Imprese e del Made in Italy), dal maggio 2023 Francesco Soro è amministratore delegato e direttore generale dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Come ha vissuto questi diciotto mesi di incarico, in una struttura come IPZS che si occupa di settori che spaziano dai documenti di identità ai francobolli, dalle edizioni della Gazzetta Ufficiale a cyber security ed etichette anti contraffazione? In primo luogo, li ho vissuti e li vivo meravigliato e incantato per la bellezza e la complessità di quello che rappresenta e fa IPZS; per quanto riguarda il resto del mio mandato intendo mantenere questo approccio.

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Lo stabilimento di IPZS sulla Via Salaria a Roma, sede anche degli uffici direzionali: qui abbiamo intervistato l’AD e direttore generale Francesco Soro

Qual è stato il primo approccio con la monetazione, che di fatto è la più importante tra le attività di IPZS a motivo del poliedrico valore e della storia millenaria degli oggetti che produce? Il primo giorno del mio incarico sono andato a far visita alle officine produttive della Zecca e sono rimasto colpito da quanto la produzione monetaria italiana sia ancora oggi un mix di tecnologia industriale e sapienza artistica e artigianale: questo l’ho compreso incontrando gli operai, facendomi il ciclo produttivo, “toccando con mano” macchine e strumenti. Le monete, del resto, sono di fatto l’unico prodotto di IPZS che viene venduto al pubblico e crea un legame vero tra le istituzioni, l’azienda e il Paese, la gente.

Questo pubblico che acquista, conserva, “fruisce” le monete è fatto dei collezionisti tradizionali – che abbiamo il compito di conservare, sono un patrimonio – e dei nuovi clienti, che dobbiamo far crescere per numero e varietà in modo che, almeno in parte, poi diventino collezionisti.

Tra le serie numismatiche italiane più fortunate degli ultimi anni c’è quella dedicata all’enogastronomia delle varie regioni

La monetazione italiana sta vivendo cambiamenti ai quali tra il 2024 e il 2025 è stata impressa un’accelerazione senza precedenti. Perché? La moneta è diventata un asset strategico? O èpiuttosto un business di cui non erano state sfruttate finora tutte le potenzialità? La numismatica è qualcosa di bello e merita impegno e contenuti perché la moneta rappresenta la storia d’Italia. Per parte mia, ho voluto aggiungere alle emissioni più istituzionali e tradizionali una serie di monete che possa muovere in tanti italiani, che mai si sono approcciati alla numismatica, le corde della passione e dell’emozione, anche in campi lontani da quelli classici come la storia e l’arte del nostro paese.

Fra le monete del 2025, quale la colpisce di più? Quale, persona che si approccia oggi alla numismatica, acquisterebbe se la vedesse in vetrina? Trovo che quella per l’Amerigo Vespucci e il suo tour mondiale sia meravigliosa. Mi sembra che l’idea di due coniazioni che si incastrano l’una dentro l’altra abbia un forte potere comunicativo, oltre che artistico e simbolico. E sì, lo confesso, sono affezionato a quella per Il cielo di Renato Zero: è stato lui che, fra varie proposte legate ai suoi successi, ha scelto proprio questa canzone che, ci ha detto, lo rappresenta meglio in questa fase della sua vita.

Due monete che insieme formano una “opera numismatica” unica: questo sono le coniazioni da 2 e da 10 euro 2025 dedicate all’Amerigo Vespucci

Una domanda che tanti si sono fatti: perché sono stati adottati dei valori nominali da 3, 4, 6 euro o addirittura 1/4 di euro? Visto lo sforzo fatto per mettere in cantiere tante monete, deve esserci qualche ragione… Per creare curiosità, soprattutto: si tratta di un’innovazione che da tempo veniva studiata all’interno di IPZS e alla quale ho ritenuto di dare semaforo verde. A conti fatti, pur nel rispetto dei collezionisti “puristi” abituati a nominali tradizionali, una scelta che ci sta premiando.

Come valuta il funzionamento dello shop elettronico e della vendita diretta delle monete ai collezionisti? E sempre parlando di collezionisti, cosa ritiene si possa fare per la customer care di quelli esistenti e crearne di nuovi? Ci sono state evidenti problematiche tecniche che stiamo affrontando, “ingorghi” nelle prenotazioni elettroniche che hanno estromesso collezionisti che si erano messi pazientemente in coda: si tratta di malfunzionamenti sui quali stiamo lavorando. Il nostro settore tecnologico sta già implementando soluzioni come stiamo pensando di rendere più equo il sistema di prenotazioni in modo da soddisfare – ad esempio con un tetto di acquisti per ciascun utente – un maggior numero di clienti.

C’è poi il problema dei 90 giorni dalla data di emissione che la Zecca si riserva per spedire le monete: anche questo è un aspetto che intendo modificare al più presto perché se, ad esempio, acquisto la moneta per la Lamborghini o Renato Zero, come cliente è ovvio che non vedo l’ora di averla tra le mani. Specie in un mondo in cui gli acquisti online ti vengono spesso recapitati a casa in giornata. In breve, dobbiamo ricentrare l’attività sul collezionista.

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Classe 1970, l’avvocato Francesco Soro guida l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato

Parliamo di monete circolanti: i 1 e 2 centesimi sono ormai un ricordo, i 5 centesimi faranno la stessa fine in pochi anni. Come vede un’estensione della serie delle euro monete con un pezzo da 5 euro? Quello che dico è “viva il circolante” perché la moneta – come la banconota – è storia, è identità ed è stata il primo mezzo di comunicazione di massa delle civiltà umane. Anche se ha dato un contributo decisivo a ItWallet, tutto questo IPZS non deve mai dimenticarlo. La moneta deve rimanere – anche in un futuro sempre più digitale – un elemento fisico, tangibile e presente nel quotidiano.

Cosa ha provato quando nel 2002 la lira scomparve e arrivarono gli euro, così diversi e strani per noi che compravamo giornaletti e figurine con gli spiccioli modellati da Romagnoli e Giampaoli? Mi piacevano un sacco le monete da 50 lire Vulcano, quando le lire se ne sono andate se n’è andato un pezzo di cuore.

Moneta dal forte e, purtroppo, attualissimo messaggio sociale, quella contro la violenza sulle donne sarà emessa a inizio marzo

Mi ha colpito la sua partecipazione all’apertura dell’anno accademico della SAM, quali progetti ha per questa scuola d’eccellenza? La SAM è l’anima del futuro della Zecca e la Zecca è l’anima di IPZS: ogni volta che mi presento è quella parola, “Zecca” a creare emozione nei miei interlocutori, è una parola quasi magica. Per questo abbiamo voluto portare nuovi stimoli nella Scuola facendo capire ai ragazzi che l’opera delle loro menti e delle loro mani sarà un lascito sociale a tutta l’Italia. E la loro risposta, come quella del nuovo gruppo dirigente della SAM a livello didattico e gestionale, si è da subito manifestata in un rinnovato entusiasmo.

Ritengo che la Scuola dell’Arte della Medaglia debba tornare a essere il fulcro, per l’appunto l’anima di IPZS, che conserva la tradizione e si apre al futuro preparando i suoi allievi non solo nell’ottica di rimanere come artisti incisori interni, ma di prepararli alle sfide del mercato del lavoro.

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Sempre sulla Via Cassia ha sede anche il Museo della Zecca che è visitabile su prenotazione

Oggi la SAM è in una sede provvisoria in attesa che quella dell’Esquilino sia riqualificata: come sfrutterete quel magnifico esempio di archeologia industriale? Il Museo della Zecca tornerà in quella sede? Un fatto è certo, che la ex Zecca di Via Principe Umberto dovrà tornare a vivere, ad essere un “luogo abitato”. Per quanto riguarda la SAM e il Museo della Zecca, dobbiamo ben valutare come integrarne i patrimoni culturali materiali e immateriali e farli evolvere, sia per i rispettivi ruoli sia in maniera integrata. A questo proposito, stiamo conducendo un imponente lavoro “di archivio” per censire in modo puntuale il patrimonio numismatico della Zecca e valorizzarlo.

È mai stato collezionista? Di monete o medaglie, o magari di francobolli? Da ragazzino collezionavo gli albi a fumetti di Tex Willer ma, oltre che possederli tutti e metterli in mostra con gli amici, ovviamente amavo leggerli…

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La sua moneta del cuore? La sterlina d’oro che mi è stata regalata per il Battesimo. Solo molto dopo ho saputo che l’aveva modellata un italiano, Benedetto Pistrucci, che ho scoperto con il mio mandato essere uno dei più grandi artisti del conio esposti, con le sue bellissime cere, presso il Museo della Zecca.

Una domanda fuori dai canoni: avrebbe mai pensato di diventare “lo zecchiere d’Italia”? Mai, e da quando sono qui sento tutta la responsabilità di un ruolo che considero unico, ed emozionante, all’interno delle istituzioni del nostro paese.



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