Chi paga i debiti sorti prima del matrimonio?

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Le obbligazioni contratte dal coniuge prima di sposarsi conferiscono ai creditori il diritto di aggredire l’intero patrimonio familiare?

Un lettore pone il seguente quesito: «Mia nuora, prima del matrimonio con mio figlio, aveva un’attività che poi ha chiuso. Dopo anni sono arrivate delle cartelle esattoriali sempre intestate a mia nuora. Chi dovrebbe pagare?». Il quesito può essere efficacemente sintetizzato nel seguente modo: chi paga i debiti sorti prima del matrimonio?

In buona sostanza, si tratta di capire se le obbligazioni contratte dal coniuge prima di sposarsi conferiscono ai creditori il diritto di aggredire l’intero patrimonio familiare. Insomma: chi deve pagare i debiti contratti prima del matrimonio? Affrontiamo l’argomento.

Come funziona il regime patrimoniale dei coniugi?

La comunione legale è il regime patrimoniale che automaticamente è applicato ai coniugi in mancanza di una loro diversa volontà.

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Con la comunione legale, gli acquisti effettuati – anche separatamente – dai coniugi appartengono a entrambi in egual misura, cioè al 50%; ciascuno di essi può quindi utilizzare e gestire autonomamente i beni della comunione, con la sola eccezione del divieto di compiere atti di straordinaria amministrazione (vendita, cessione in usufrutto, ecc.) senza il consenso dell’altro.

Non tutti gli acquisti effettuati dai coniugi entrano a far parte della comunione: ne sono esclusi alcuni, come ad esempio quelli strettamente personali o necessari per la propria professione, ovvero i beni ricevuti in eredità o in donazione (art. 179 cod. civ.).

In alternativa alla comunione legale i coniugi possono optare la separazione dei beni: con questo regime, ciascun coniuge conserva la proprietà esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio (art. 215 cod. civ.), che amministra quindi a proprio piacimento.

Chi paga i debiti contratti prima del matrimonio?

I debiti sorti prima del matrimonio restano personali, nel senso che non si estendono al patrimonio del coniuge che non li ha contratti; ciò perché le sostanze personali dei coniugi rimangono tali anche dopo il matrimonio: la comunione legale, infatti, opera solo per gli acquisti successivi, non estendendosi al passato.

Se Mario ha contratto un debito di 50mila euro prima di sposarsi, i creditori non possono aggredire il patrimonio personale della moglie.

La legge, tuttavia, specifica che «Il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri» (art. 2740 cod. civ.); ciò significa che i creditori personali del coniuge possono aggredire i beni acquistati successivamente al matrimonio e che, per via del regime di comunione legale, sono entrati a far parte del patrimonio di entrambi.

In altre parole, i creditori del coniuge possono rivalersi:

  • sull’intero patrimonio personale del debitore;
  • sul 50% del patrimonio familiare formatosi successivamente alla contrazione del matrimonio.

Marco, prima del matrimonio, ha contratto alcuni debiti. Successivamente, con la moglie accumula un patrimonio comune del valore di 50mila euro. I suoi creditori possono aggredire il suo intero patrimonio personale e anche quello comune, quest’ultimo nel limite di 25mila euro.

In pratica, il coniuge risponde dei suoi debiti con il proprio patrimonio; solo nel caso in cui si riveli insufficiente i creditori potranno aggredire i beni appartenenti alla comunione, fino alla metà, pari alla quota di titolarità del debitore.

Nel caso in cui i coniugi abbiano invece scelto il regime di separazione dei beni, allora non vi sono dubbi: i creditori possono aggredire solo il patrimonio personale del coniuge, non essendovi una comunione su cui poter soddisfare le proprie pretese.

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Fanno eccezione i beni che, nonostante la separazione, siano acquistati insieme dai coniugi, come avviene ad esempio nell’ipotesi della casa cointestata: in questa circostanza i creditori personali potranno aggredire l’immobile, entro il limite della quota di cui è titolare il debitore.

Dunque, se ci si sposa con una persona che ha accumulato debiti, è consigliabile scegliere il regime della separazione dei beni, in modo da tenere indenne il coniuge che non si è personalmente obbligato.

Debiti del coniuge: approfondimenti

Per ulteriori approfondimenti, si leggano i seguenti articoli:



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