Conferenza stampa al Policlinico Gemelli sulla salute del Papa

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di Antonella Palermo

Una conferenza stampa che, a distanza di una settimana dal ricovero del Papa al Policlinico Gemelli, ha fugato ogni fake news che in questi giorni purtroppo alcuni organi di informazione hanno messo in circolazione in merito alle condizioni di salute del Pontefice. I comunicati diffusi finora dalla Sala stampa della Santa Sede erano preparati e concordati con i medici che hanno in cura Francesco, è stato scandito chiaramente. È stato rimarcato inoltre, come precisazione di fondo, che i comunicati hanno dato tutte le informazioni utili e necessarie, senza mai nascondere nulla, anche perché così vuole il Papa.

Sono intervenuti nel pomeriggio di ieri, venerdì 21 febbraio, il professor Sergio Alfieri, direttore del dipartimento medico chirurgico del Policlinico e responsabile dell’equipe del Gemelli, e il dottor Luigi Carbone, vicedirettore della Direzione Sanità e Igiene dello Stato Città del Vaticano e medico referente del Papa. A confermare il grande lavoro di sinergia che viene portato avanti per curare il Pontefice. Significativo il plauso dei medici del Policlinico romano all’infermiere Massimiliano Strappetti, «persona straordinaria che si sta prendendo cura del Santo Padre da tanti anni».

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Il Papa «è stato curato a casa, per una forma infettiva, per una dispnea, come qualsiasi paziente di 88 anni che inizialmente in questo periodo ha un’influenza», ha detto Alfieri il quale ha anche precisato che «il Santo Padre ha sempre voluto che noi dicessimo la verità. Togliamo subito qualsiasi ombra che ci siano cose non dette. Quello che avete letto è la verità». Il Pontefice ha una patologia cronica che sono delle bronchiectasie, con una bronchite asmatiforme che può avere delle fasi di riacutizzazione. Questo per spiegare che, alla sua età, è una condizione che lo rende per definizione un paziente fragile.

È stato fatto presente che sono stati isolati i microrganismi a livello polmonare: «Ci sono i virus, i miceti e i batteri. Le patologie croniche sono quelle da cui non si guarisce, ma che si possono arginare». I medici hanno anche ribadito che il Papa nella fase iniziale si è sottoposto docilmente a «una terapia appropriata e giusta». Ora è stato necessario ricorrere al cortisone che «fa abbassare le difese immunitarie, fa alzare la glicemia e questo è un terreno per le infezioni; devi mettere certe terapie e scalarne delle altre: non è un lavoro facile il nostro. Per cui, se la domanda è: “È fuori pericolo?” No».

Alfieri ha affermato che nella mattinata di ieri con l’équipe medica erano sono constatati dei miglioramenti. «Rispetto a quando è arrivato sta molto meglio, ma la situazione può variare». Il Papa è sottoposto a un grande carico di medicine. Carbone ha dichiarato che «alle terapie sta rispondendo», terapie che non sono state cambiate, ma potenziate. «Basta pochissimo perché si possa squilibrare». Il cuore è forte, è stato assicurato: «Quando diciamo che il Papa è fragile, allo stesso tempo diciamo che è un paziente fortissimo. È seguito molto bene». «Alle volte gli manca il respiro — ha osservato ancora Alfieri —, una sensazione che non è piacevole». E ha aggiunto, con una punta di ironia, che «la testa è sempre quella di un sessantenne», alludendo al carattere del Pontefice, persona che tanto ama la Chiesa, non si risparmia e quindi «continua a lavorare, legge, firma documenti, fa battute». È chiaro che ha dato precedenza alla Chiesa, ma nel frattempo si è anche fatto curare tranquillamente a Casa Santa Marta, ha proseguito il medico.

La degenza durerà per tutto il tempo necessario, fino a quando non servirà più somministrare terapie ospedaliere. Non solo una settimana, dunque, ha precisato ancora Alfieri, ripetendo più volte che il decorso delle polmoniti è normalmente lungo: «Almeno tutta la prossima settimana. Deve uscire quando starà bene! Su consiglio del personale medico, il Papa non incontra personale esterno in questi giorni di ricovero, a parte due o tre collaboratori stretti. Non è attaccato a nessun macchinario. Il respiro è spontaneo, si alimenta». È stato sottolineato che il Santo Padre mantiene il suo buonumore e che non è allettato. È stata anche condivisa una battuta venuta fuori all’ingresso del medico nell’appartamento papale: «Buongiorno Santo Padre, buongiorno Santo figlio».

Fin dall’inizio della conferenza stampa, è stato molto elogiato il personale infermieristico. Sono stati ricordati gli apporti degli infettivologi, con il professor Carlo Torti, che è il responsabile, gli pneumologi, con il professor Richeldi, che è il primario di pneumologia, i gastroenterologi internisti con il professor Gasbarrini.

Se sorgesse una sepsi, potrebbe essere davvero difficile uscirne alla sua età e con i suoi problemi respiratori: questa è stata la preoccupazione condivisa dai medici al momento delle domande dei giornalisti. Il rischio, infatti, è se un batterio andasse nel sangue; a quel punto andrebbe a localizzarsi anche in altri organi. Oggi tuttavia questo quadro non sussiste.

I cardinali Parolin e Fernández sulle «inutili speculazioni» riguardanti la salute del Pontefice

«Mi sembrano tutte inutili speculazioni. Ora stiamo pensando alla salute del Santo Padre, alla sua ripresa, al suo ritorno in Vaticano: queste sono le uniche cose che contano». Così, in una intervista al «Corriere della Sera», il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin risponde oggi alla domanda sul fatto che sui media si stia parlando in questi giorni di possibili dimissioni di Papa Francesco.  

Al giornalista che chiede se avverta un clima particolare in mezzo alla diffusione di notizie false e “corvi” intorno al Vaticano, il porporato risponde: «Sinceramente, devo dire che non conosco se ci sono manovre del genere e cerco, in ogni caso, di restarne fuori. D’altra parte, penso sia abbastanza normale che in queste situazioni si possano diffondere voci incontrollate o venga pronunciato qualche commento fuori luogo: non è certo la prima volta che accade. Non credo però che ci sia alcun movimento particolare, e finora non ho sentito niente del genere».

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Tornato pochi giorni fa dal Burkina Faso, il porporato ha fatto sapere al Papa di essere disponibile a incontrarlo in ospedale, se lo ritiene necessario, «ma finora non c’è stato bisogno». «Al riguardo — ha aggiunto — è meglio che resti protetto e abbia meno visite possibile, per poter riposare e così rendere più efficaci le terapie a cui è sottoposto. Grazie a Dio, le notizie che arrivano dal Gemelli sono incoraggianti, si sta riprendendo. Gli sono state mandate delle pratiche d’ufficio e ciò significa che procede bene». In proposito ieri pomeriggio, 21 febbraio, la  Sala stampa aveva smentito le «notizie diffuse da Rai News 24  alle ore 16.11», secondo cui ci sarebbe «stato un incontro ieri tra il Santo Padre e i cardinali Gianfranco Ghirlanda e Pietro Parolin».

Da parte sua, il prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede, il cardinale Víctor Manuel Fernández, intervistato dal quotidiano argentino «La Nación», afferma che «non ha senso che alcuni gruppi facciano pressioni per una rinuncia. Lo hanno già fatto diverse volte negli ultimi anni, e questa può essere solo una decisione completamente libera del Santo Padre, perché sia valida». E aggiunge: «Non vedo un clima da preconclave, non vedo parlare di un possibile successore più di quanto si facesse un anno fa, cioè niente di speciale». E conclude: «Per me è importante che l’organismo del Papa ha reagito bene alla terapia attuale». 



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