COP16 a Roma, biodiversità e imprese: lo studio di Rete Clima

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Grazie a questa ricerca le aziende hanno ulteriori informazioni per basare le proprie decisioni e individuare le giuste strategie per la biodiversità, tenendo conto della nuova sensibilità ambientale dei consumatori e delle loro richieste.

COP16 torna a Roma dal 25 al 27 febbraio 2025

COP16, la sedicesima Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica (CBD COP 16), si è tenuta lo scorso novembre a Cali, in Colombia. Dopo che COP16 si era conclusa in ritardo a Cali, lasciando le sale vuote perché i partecipanti avevano già fatto rientro nelle rispettive Nazioni, l’Italia ha proposto di ospitare a Roma una tre giorni per arrivare a delle conclusioni più partecipate e meglio definite.

La crisi ambientale globale impone un cambio di passo nelle politiche di tutela della biodiversità e nell’affrontare il riscaldamento globale. Questi temi sono sempre più urgenti e saranno al centro della Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, in programma dal 25 al 27 febbraio presso la FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura a Roma.

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Tra gli obiettivi principali di COP16 c’è la mobilitazione di 200 miliardi di dollari l’anno da spendere per iniziative a favore della biodiversità entro il 2030 e la riduzione di almeno 500 miliardi di dollari di incentivi ad aziende e progetti dannosi per l’ambiente.

Nello scenario mondiale attuale, la sostenibilità è un elemento strategico per le aziende. La salute delle persone e del pianeta, l’attenzione all’etica così come all’economia, coinvolgono oggi le istituzioni e i cittadini.

Per valutare come la sostenibilità di aziende ed istituzioni viene vista dai cittadini, Rete Clima ha presentato il suo Studio per la Biodiversità proprio in occasione dell’evento di COP16 a Roma, che coinvolgerà l’Italia, l’Europa e il mondo intero.

La seconda edizione dello Studio sulla Biodiversità Forestale è stata realizzata da Rete Clima, ente tecnico che da 15 anni sviluppa progetti ambientali per le imprese, mettendo in primo piano l’importanza di un approccio integrato e responsabile alla tutela della biodiversità. Il report parte da una visione nature positive ed esamina sia la percezione aziendale che quella dei consumatori, delineando un quadro chiaro sulle aspettative e le necessità del mercato.

Biodiversità: come si informano le persone e il ruolo delle aziende

Secondo lo studio di Rete Clima, il 45,1% degli intervistati ritiene inefficaci le politiche nazionali per la tutela della biodiversità, mentre solo il 28,2% le considera efficaci.

La scarsa informazione rappresenta una barriera significativa alla consapevolezza ambientale e alla partecipazione attiva dei cittadini. Il 92,6% delle persone intervistate dichiara che non è a conoscenza della Nature Restoration Law Europea, la principale normativa dell’UE dedicata al ripristino degli ecosistemi danneggiati, mentre il 29,8% afferma di non essere informato per nulla sui temi della biodiversità in Italia.

Se andiamo a vedere quali sono le principali fonti di informazione che gli italiani seguono per informarsi sui temi della biodiversità, troviamo la radio e la TV (37%), i quotidiani online (34%) e i social (31,7%). I quotidiani cartacei sono letti dal 13,8% degli intervistati.

Per quanto riguarda le aziende, lo studio di Rete Clima evidenzia che le realtà aziendali possono fare molto per la biodiversità: il 54,9% dei consumatori ritiene che esse debbano investire attivamente nella conservazione della biodiversità e il 49,4% sostiene che le imprese debbano svolgere un ruolo educativo sensibilizzando il pubblico. In effetti il 71% delle aziende prevede di investire in iniziative per la biodiversità nei prossimi tre anni, segnando un trend positivo verso un maggiore impegno ambientale.

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Lo studio di Rete Clima evidenzia anche come le politiche ambientali delle aziende influenzino le scelte dei consumatori. In una scala da 1 a 10, il consenso sull’impatto delle azioni aziendali sulla biodiversità ottiene un punteggio medio di 7,98, mentre il peso delle politiche sostenibili sulle decisioni di acquisto raggiunge un valore medio di 7,40. Inoltre, a parità di prezzo, i consumatori preferiscono i prodotti di aziende impegnate nella tutela ambientale (punteggio medio di 7,81).

Un aspetto cruciale per le aziende è la trasparenza: il 41,5% degli intervistati apprezza le aziende che adottano pratiche chiare e rendicontate a favore della biodiversità.

Azioni Concrete per la Biodiversità: il vademecum proposto da Rete Clima

Per affrontare l’importante sfida ambientale del nostro tempo, Rete Clima propone cinque azioni concrete per la tutela della biodiversità e il contrasto ai cambiamenti climatici:

1. Implementare le Nature-Based Solutions (NbS): le soluzioni basate sulla natura sono quelle che utilizzano la natura per migliorare la qualità ambientale e la resilienza ecologica, favorendo la rinaturalizzazione urbana e la connessione ecologica. La natura è in grado di aiutare sé stessa se progettiamo e realizziamo soluzioni in grado di migliorare la gestione delle risorse naturali. Le aziende stesse possono finanziare e attuare progetti che utilizzano strategie a favore della natura.

2. Creare hot-spot di biodiversità: foreste, aree umide e superfici arbustive naturali sono tutte essenziali per contrastare il degrado del suolo e migliorare la biodiversità locale. Sono aree che ospitano una grande biodiversità vegetale e animale e possono essere realizzate anche nelle città, favorendo il recupero di aree degradate e aumentando le zone di incontro e socializzazione.

3. Migliorare il suolo: il suolo è una grande risorsa naturale della quale si parla poco. È fondamentale per la vita e la biodiversità. Le pratiche di rinverdimento delle terre degradate contribuiscono alla rigenerazione degli ecosistemi e alla tutela della fauna.

4. Valorizzare i boschi urbani: recuperare e valorizzare i boschi urbani maturi è un intervento che aiuta la biodiversità nelle città. I diversi strati del sottobosco e del bosco sono aree collegate tra loro in una rete ecosistemica che le rende resilienti e biodiverse.

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5. Identificare soluzioni forestali adatte al cambiamento climatico: chi progetterà nuove aree di foresta dovrà tenere conto dell’adattamento al cambiamento climatico. Selezionare specie vegetali resilienti e migliorare la gestione forestale sono punti chiave per aiutare le foreste a fronteggiare fenomeni meteorologici estremi e periodi di siccità prolungata.

Lo studio di Rete Clima dimostra che le aziende hanno un ruolo cruciale nel colmare le lacune delle politiche nazionali e nel promuovere un cambiamento concreto. L’adozione di pratiche sostenibili e trasparenti non solo migliora la biodiversità, ma rafforza anche il legame tra imprese e consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità nelle loro scelte di acquisto. Investire nella biodiversità non è solo un dovere etico, ma una strategia vincente per il futuro del pianeta e del business aziendale.

COP16 a Roma, dal 25 al 27 febbraio 2025, rappresenta un’opportunità fondamentale per discutere di strategie efficaci a tutela della biodiversità.





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