Salpa la nave della pace con 200 giovani

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La nave scuola di pace – Avvenire

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L’incarico gli è stato affidato direttamente da Francesco. «Il Papa mi ha chiesto di promuovere un lavoro preparatorio per quella che potrebbe essere una rete del Mediterraneo», racconta l’arcivescovo di Marsiglia, il cardinale Jean-Marc Aveline. Una rete ecclesiale in cui la fraternità unisca le sponde. «Mentre in troppi spingono per la guerra che continua a incendiare il bacino, c’è bisogno di accendere una “contro fiamma” che metta al centro l’amicizia e la giustizia e quindi si traduca in cultura di pace», spiega il porporato. Aveline arriva a Roma nei giorni di apprensione per la salute del Pontefice. E presenta nella Sala Stampa vaticana la “nave scuola della pace” che per otto mesi, durante l’Anno Santo, solcherà il grande mare e avrà a bordo fra i 150 e i 200 giovani. «Di fedi, culture e tradizioni diverse», afferma Aveline. «Giovani messaggeri di una nuova convivenza per il Mediterraneo», aggiunge il cardinale Juan José Omella Omella, arcivescovo di Barcellona, la città da cui il 1° marzo comincerà l’avventura e da cui prenderà il largo il veliero che nel suo nome racchiude sia il motto del Giubileo, sia il sogno di un futuro riconciliato: Bel Espoir, Bella speranza. «È il desiderio del Papa che la Chiesa si faccia promotrice di comunione fra i popoli. La nave dei giovani dà concretezza a questa sua visione dal basso», chiarisce l’arcivescovo di Bari-Bitonto, Giuseppe Satriano, che nel capoluogo pugliese accoglierà una delle tappe. Cinque le città italiane in cui l’imbarcazione si fermerà: Palermo (a fine marzo), Trieste (a metà agosto), Ravenna (a fine agosto), Bari (a settembre) e Napoli (a ottobre). Trenta i porti del Mediterraneo che toccherà.

La presentazione dell'iniziativa in Vaticano

La presentazione dell’iniziativa in Vaticano – Avvenire

Un viaggio ispirato da papa Francesco che al grande mare dedica un’attenzione particolare fin dall’inizio del suo pontificato, come testimonia la sua prima visita fuori dal Vaticano nell’isola di Lampedusa, ricorda Aveline che ha voluto l’iniziativa organizzata dalla sua diocesi ma insieme a Chiese locali, associazioni e onlus. Proprio da Bari è iniziato il «processo», come lo definisce Satriano, da cui è scaturita la crociera della pace. Era il 2020 quando la città accoglieva il primo incontro dei vescovi del Mediterraneo sui passi della profezia di pace di Giorgio La Pira voluto dalla Cei su indicazione dell’allora cardinale presidente Gualtiero Bassetti e concluso dal Papa. Poi sarebbe arrivato il “summit” dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo a Firenze nel 2022 sempre promosso dalla Cei da cui sarebbe nato anche il Consiglio dei giovani del Mediterraneo di matrice Cei. Quindi l’appuntamento di Marsiglia fra vescovi e giovani nel 2023, ancora alla presenza del Pontefice, che con Aveline raccoglieva il testimone dei due eventi precedenti. E nel 2024 il raduno di cinquanta ragazzi a Tirana in rappresentanza delle varie rive. «Si tratta di raccordare questo cammino che comprende anche la rete dei teologi del Mediterraneo, quella delle migrazioni, quella in fieri dei diaconi», sottolinea Aveline. Perché, aggiunge il cardinale che prima di diventare vescovo aveva diretto l’Institut catholique de la Méditerranée, «il Mediterraneo è luogo privilegiato della missione della Chiesa dove la comunità ecclesiale non può limitarsi a sopravvivere ed è chiamata a declinare nel concreto la sinodalità entrando in dialogo con tutti». Un dialogo di cui il galeone dell’Anno Santo intende essere un simbolo e un propulsore. Infatti sarà protagonista di un itinerario dove «cristiani, ebrei e musulmani condivideranno la speranza di un mondo riconciliato e avranno il coraggio dell’incontro», afferma don Alexis Leproux, vicario episcopale di Marsiglia incaricato delle relazioni con il Mediterraneo che sta coordinando il progetto “Med 25-Bel Espoir”, ma anche dove verranno coinvolti giovani che la geopolitica considera “nemici”, come israeliani e palestinesi. «Sarà una nave dell’ascolto delle ferite del bacino e delle risorse in grado di trasformarlo», spiega l’arcivescovo di Marsiglia. Alla scuola dell’intuizione del Papa “Fratelli tutti”, ricorda il cardinale Omella Omella. «Per il Pontefice il Mediterraneo è un laboratorio di fraternità “imposta” dalla vicinanza delle sponde», sottolinea Aveline. Otto gruppi di 25 giovani provenienti da tutto il grande mare si alterneranno sulla nave che attraccherà nei porti dell’Europa, del Nord Africa, del Medio Oriente e dei Balcani. «A bordo i ragazzi vivranno un’esperienza che obbliga alla convivenza e alla conoscenza – dice Leproux –. Ma per chi è a terra la nave sarà uno strumento pedagogico di fraternità». Ad ogni tappa verranno proposti incontri, convegni e festival, come quello che Satriano annuncia per Bari a settembre. Il veliero giungerà a fine ottobre a Marsiglia dove si concluderà la navigazione. E durante il viaggio verrà scritto un libro bianco, o «azzurro» come lo chiama Aveline, che racconterà le frontiere di pace sperimentate dai giovani. Il volume sarà consegnato al Papa e ai sindaci della regione, annuncia il cardinale francese. «Si tratta di osare con audacia», conclude Satriano affidandosi alla frase che papa Francesco aveva consegnato a Bari al termine del primo incontro del Mediterraneo da cui tutto è partito.





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