«Ancora una morte sul lavoro assurda e inaccettabile. E gli infortuni continuano ad aumentare»

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MASSA-CARRARA – «Non si è ancora spenta la rabbia perché il lavoro, lo scorso 5 febbraio, aveva portato via alla famiglia e alla comunità intera della città di Massa e dell’intera nostra provincia Lorenzo Bertanelli, di 36 anni, mentre lavorava come dipendente di una ditta in appalto specializzata in carpenteria, nel porto di Genova, nel bacino 2 dell’Ente Bacini, colpito da un’elica mentre eseguiva dei lavori su un’imbarcazione in riparazione. Ieri un altro lutto ha colpito la città di Carrara. Infatti, il titolare della ditta Bedini Marmi, Giorgio Bedini, di anni 82 (!), mentre era alla guida di una gru intento a spostare dei blocchi di marmo, è rimasto schiacciato quando la gru stessa si è rovesciata». Inizia così il comunicato del presidente Anmil (Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), Paolo Bruschi, all’indomani del tragico incidente sul lavoro che ha causato la morte dell’imprenditore Giorgio Bedini (qui).

«Tutta l’Anmil Massa-Carrara – afferma Bruschi – è addolorata e si stringe attorno alle famiglie di Giorgio e di Lorenzo per queste morti assurde e inaccettabili e per una strage sociale – dichiara il presidente territoriale Paolo Bruschi – che, purtroppo, sembra non avere mai fine. E come rappresentanti Anmil che hanno subito lutti e infortuni sulla propria pelle siamo pronti a offrire il nostro pieno supporto. Di fronte a queste tragedie restiamo sgomenti perché, come categoria che rappresenta 600.000 famiglie, sappiamo bene come tali drammi impattano pesantemente sulle famiglie sia nel momento dell’evento sia negli anni successivi, e nulla può ripagare il dolore che investe e devasta le famiglie coinvolte per la perdita di un figlio, di un genitore, di un coniuge, di un fratello o di un amico. Questo ennesimo evento – continua il presidente Anmil – ci dà modo di ricordare la gravità degli infortuni lavorativi, un fenomeno che non accenna a diminuire. Come rilevato dagli open data Inail, i cui dati evidenziano che in Italia nel 2024 le denunce d’infortunio sono state 589.571, aumentando dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Allo stesso modo, le denunce dei casi mortali, sempre nel 2024, sono state 1.090 con un aumento dello 0,7% rispetto al 2023 (1.041). Le malattie professionali, sempre a livello nazionale, hanno avuto un incremento del 21,6% (72.754 nel ’23 e 88.499 nel ’24)».

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«Nella nostra regione – prosegue – nel periodo sopra citato, abbiamo avuto un aumento degli infortuni denunciati dello 0,7% (46.926 nel ’23 e 47.246 nel ’24). Per quanto riguarda le morti sul lavoro un +33% (51 nel ’23 e 68 nel ’24), le malattie professionali hanno subito anch’esse un’impennata: infatti hanno segnato un +21% (11.336 nel ’23 e 13.714 nel ’24). Anche la nostra provincia non è immune da aumenti percentuali: se da un punto di vista degli infortuni denunciati fortunatamente abbiamo avuto un calo dell’1,7% (2.515 nel ’23 e 2.473 nel ’24), dal punto di vista degli infortuni mortali denunciati abbiamo avuto tre decessi come nel 2023. Preoccupano le malattie professionali che nel 2024 hanno subito un’impennata del 21,4%, con 1.365 casi rispetto ai 1.124 del 2023. Purtroppo i numeri sopra riportati sono in difetto poiché non si contano gli infortuni che possono essere avvenuti ai circa due milioni di lavoratori che mancano all’appello dell’Istituto in quanto assicurati con altri enti o a quelli in itinere oltre a tutto il lavoro sommerso».

«Dobbiamo prendere coscienza e consapevolezza dell’enormità del problema della sicurezza sul lavoro che grava sul Paese. Le notizie di cronaca – conclude Bruschi – sono sempre più numerose: se da un lato ci intristiscono dall’altro si è finalmente capito che gli incidenti sul lavoro non sono frutto di casualità ma piuttosto di una mancanza di rispetto delle normative, della sottovalutazione del rischio e di una scarsa formazione se non, in alcuni casi, inesistente. Che i numeri dell’Inail siano davvero uno strumento utile per leggere il fenomeno e intraprendere un’azione in cui si combinino con efficacia consapevolezza, prevenzione e controlli ma soprattutto responsabilità condivise e partecipazione di tutti alla sicurezza in azienda e sui luoghi di lavoro al fine di arginare morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali».





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