La sanità regionale passa l’esame di Stato, ma viene rimandata a settembre a causa di voti insufficienti in diverse materie. La fotografia è quella del rapporto Agenas, analisi nazionale sui dati relativi al 2023 e che ha studiato lo stato di salute delle aziende sanitarie presenti sul territorio. Un quadro che ottiene voti oltre la sufficienza in numerosi campi, ma che evidenzia criticità significative soprattutto nel campo degli investimenti e che sul fronte dell’assistenza ospedaliera raggiunge valori di poco al di sopra della media. I cinque indicatori prevalenti che Agenas ha utilizzato sono la prevenzione, la sostenibilità economico-patrimoniale, l’assistenza distrettuale, quella ospedaliera e gli investimenti.
L’analisi regionale: chi vince, chi perde
In Friuli Venezia Giulia chi fa meglio è l’Azienda sanitaria del Friuli centrale con voti molto alti nei primi tre indicatori e con gli investimenti – vero punto dolente in regione – di poco sopra al penultimo valore. Subito dietro c’è Asugi, che sconta le difficoltà nell’assistenza ospedaliera (ma che non risparmia neanche Udine e dintorni). Terza e ultima l’Azienda del Friuli occidentale, con il valore dell’assistenza distrettuale che fa scendere la sua posizione in classifica. Tutte e tre le aziende hanno portato a casa valori molto alti nella prevenzione e nella dimensione economico-patrimoniale.
Friuli occidentale: come vanno le cose
Nel Pordenonese il quadro mostra luci e ombre. Ospedalizzazioni evitabili, rispetto dei tempi di attesa e gli investimenti (seppure in crescita rispetto al 2021 e al 2022) fanno segnare valori molto bassi, mentre appaiono molto buoni i dati per lo screening del colon e mammella (con quelli per la cervice indietro sugli altri due). A Pordenone e dintorni ogni medico di medicina generale ha circa 1600 pazienti, e oltre il 55 per cento delle apparecchiature ha più di 10 anni di utilizzo. Il costo dell’assitenza pro-capite qui è di poco superiore ai 2000 euro, con il bacino di utenza di poco superiore alle 300 mila persone.
Il Friuli sopra tutti
Nel territorio del Friuli centrale (che conta oltre 510 mila utenti) il rispetto dei tempi di attesa ha valori molto bassi, così come la degenza media dei reparti di medicina interna e geriatria; se il rinnovo tecnologico appare buono, lo stesso non si può dire dello stato del patrimonio che evidenzia dati piuttosto negativi. Negli ospedali friulani sono bassi anche i valori che spiegano la mortalità prevenibile. I dati di Agenas sulla perdita di valore dei beni mostrano un’azienda penultima nella classifica dei cluster sanitari tra i 400 mila e i 700 mila pazienti. Peggio di Udine e dintorni fa solo Messina. Anche l’anzianità delle apparecchiature (ovvero strumentazioni in uso da più di 10 anni) fa segnare un dato negativo: in questo caso l’AsuFc è quart’ultima. L’assistenza pro capite, invece, costa oltre 2500 euro.
La Venezia Giulia
Nella zona di competenza giuliano-isontina, il cui bacino di utenza si attesa a oltre 360 mila persone, ulteriori criticità si manifestano nelle ospedalizzazioni evitabili, nella degenza media, nelle liste di attesa, nella mortalità prevenibile e nel rinnovo tecnologico. Nello specifico la fotografia dei consultori familiari è ancora quella del 2023 – dato costante -, ma che a Trieste sono stati dimezzati nel 2024, passando da quattro a due strutture. Sale il costo della medicina pro-capite, come pure quello della farmaceutica convenzionata; inoltre, lo stato delle grandi apparecchiature appare datato, ma non così tanto da ricevere un voto completamente negativo. A Trieste e Gorizia ogni medico di medicina generale ha in media circa 1500 pazienti, mentre il costo pro capite dell’assitenza si aggira sempre intorno ai 2500 euro.
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“Un declino inaccettabile”
Sui risultati del rapporto Agenas è intervenuto il consigliere regionale Furio Honsell, sottolineando un “quadro preoccupante segnato da diversi ritardi e contraddicendo i ripetuti proclami ottimistici dell’assessore Riccardo Riccardi”. Per l’esponente di Open Sinistra l’analisi Agenas “mette in luce una scarsa capacità di gestione. Nero su bianco è il fallimento della Giunta regionale e dell’assessore alla Salute Riccardi nel garantire un sistema sanitario equo ed efficiente. Mentre altre regioni italiane avanzano, il Friuli Venezia Giulia rimane indietro. E’ un declino inaccettabile”.
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