“Dalle chat cancellate al ‘patto’ con chi doveva vincere la gara”

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Milano – Non finiranno agli arresti domiciliari – come richiesto dai pubblici ministeri – gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi, indagati dalla Procura di Milano per turbativa d’asta e falso nell’inchiesta sul concorso per la progettazione della Biblioteca europea di informazione e cultura. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari Luigi Iannelli ha disposto nei loro confronti il divieto di partecipare a commissioni nei concorsi pubblici: la misura interdittiva durerà un anno per Boeri e otto mesi per Zucchi.

Nel pilotare la gara, sia Boeri che Zucchi avrebbero avuto – sostiene il giudice per le indagini preliminari – un comportamento molto disinvolto, quasi proprietario, rispetto alle regole amministrative del concorso pubblico. Boeri, dal canto suo, si è detto “sollevato” per la decisione del giudice di non disporre gli arresti domiciliari e ha dichiarato che “ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto”

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Stefano Boeri e Cino Zucchi, chi sono i due architetti per cui sono stati chiesti i domiciliari

Le misure interdittive

Entrambi, quindi, non potranno valutare i progetti di architettura nell’ambito dei concorsi né stipulare contratti professionali con la pubblica amministrazione. In particolare, la misura impedisce a Boeri “in qualità sia di docente universitario che di professionista esterno, l’attività di comporre commissioni giudicatrici nell’ambito di procedure per l’affidamento di contratti pubblici per la durata di un anno” e vieta di concludere contratti con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere prestazioni di pubblico servizio.

Stesse misure decise anche per il terzo indagato, per il quale i pubblici ministeri avevano chiesto i domiciliari, ossia il progettista Pier Paolo Tamburelli. Per gli altri due indagati, Angelo Lunati e Giancarlo Floridi, progettisti che facevano parte della cordata vincitrice del concorso, l’accusa aveva chiesto misure interdittive, ma il giudice ha respinto l’istanza della Procura.

Conflitti di interesse

Secondo gli inquirenti, Boeri e Zucchi non avrebbero dichiarato i conflitti di interesse, accademici e professionali, che li legavano al gruppo vincitore che si è aggiudicato il concorso per la biblioteca a Milano. E ci sarebbero stati “accordi”, documentati da chat, per aggiudicare la gara indetta dal Comune nel luglio 2022. Tamburelli, che faceva parte di uno degli studi vincitori assieme ad altri, sempre secondo i pubblici ministeri, avrebbe avuto “un ruolo di primo piano” nel pilotare la gara.

La difesa

“Ha vinto il progetto migliore”, si erano difesi Boeri e Zucchi negli interrogatori davanti al giudice per le indagini preliminari. Non ci sarebbe stato quindi nessun favoritismo secondo la difesa, né accordi illeciti, ma progetti valutati in forma “anonima” e possibili conflitti di interessi non segnalati, perché le regole della gara prescrivevano di farlo solo per rapporti di collaborazione economica “in corso”.

Cosa ha scritto il giudice

La posizione di Boeri, per il giudice, è anche più grave rispetto a Zucchi: il primo, infatti, avrebbe raccolto senza indugi l’invito di Tamburelli, presunto regista occulto della turbativa, a truccare la gara, modificando il suo voto da presidente della commissione con modalità smaccate. E si sarebbe anche messo d’accordo con il progettista arrivato terzo, facendosi addirittura inviare note sul suo progetto prima della decisione. E avrebbe pure lui confezionato false dichiarazioni, non segnalando le sue incompatibilità fondate su rapporti, spiega il giudice, di debito-credito con componenti della cordata che vinse.

Oltre a cancellare i messaggi scambiati con Tamburelli, segnala ancora il giudice, l’archistar del Bosco Verticale ha usato sistemi di messaggistica più sicuri come Telegram. Con Tamburelli, evidenzia sempre il giudice, Boeri si è pure incontrato prima della decisione della commissione. Tra Tamburelli e Boeri ci sarebbe quindi stato un vero e proprio patto.

Boeri e Zucchi, chiarisce il giudice, sono autorevoli esponenti del mondo dell’architettura internazionale, influenti nel loro settore e ben inseriti sul piano delle relazioni, e sono stati chiamati molte volte a far parte di commissioni in concorsi. E potrebbero essere scelti ancora per farlo. Da qui la decisione di applicare interdizioni su questo fronte.

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Le commesse pubbliche, poi, sono uno dei più rilevanti settori d’affari e da qui la decisione di interdire Boeri e Tamburelli pure dal concludere contratti con la pubblica amministrazione. I tre indagati sottoposti a misure, per il giudice, hanno ceduto con grande facilità alla spinta a commettere reati e sono stati spregiudicati. La leggerezza dimostrata in questo concorso, secondo il giudice, lascia intendere che sia questa per loro la modalità ordinaria nelle procedure pubbliche.

Boeri: “Sollevato”

“Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano”. Ha detto Stefano Boeri dopo la decisione del giudice di Milano. “Ribadisco – ha concluso – la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale”.



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