La società contro alcune clausole della prelazione: «Necessario dopo le azioni di terzi che mettono in discussione l’intero modello di gara»
Adesso il ricorso di Autobrennero è ufficiale. Se ne parlava da qualche settimana, ma solo ieri, 14 febbraio, è stato depositato il ricorso relativo al diritto di prelazione «così come definito nel bando di gara inerente la concessione autostradale di A22».
Questa la decisione all’unanimità del Consiglio di amministrazione di Autobrennero. L’oggetto della contesa è la «spada di Damocle» sopra al diritto di prelazione: «Il riconoscimento in favore del promotore sarà confermato nella lettera di invito solo a seguito dell’acquisizione del parere favorevole dei Servizi della Commissione europea — è scritto nel bando —.
A tal fine il promotore, nella domanda di partecipazione da presentare, dovrà allegare, a pena d’esclusione, una dichiarazione di rinuncia di indennizzo e/o rivendicazione alcuna qualora il riconoscimento del diritto di prelazione fosse dichiarato incompatibile con la normativa eurounitaria». Tradotto: se Bruxelles, come è probabile, dice «No» al diritto di prelazione, Autobrennero non potrà ricevere i 124 milioni di indennizzo previsti.
Ricorso circoscritto
«Si tratta di un ricorso circoscritto a questo unico punto, di natura tecnica, depositato cautelativamente in attesa delle risposte ai quesiti già avanzati dalla Società, che potrà essere ritirato in qualsiasi momento e che si è reso in particolar modo necessario dopo il deposito del ricorso di terzi, teso non solo a cancellare il diritto di prelazione, ma anche a mettere in discussione l’intero modello di nuova mobilità lungo l’asse del Brennero definito nel bando di gara — ha dichiarato la società —. L’obiettivo che si prefigge il ricorso di Autostrada del Brennero non è in alcun modo quello di mettere in discussione il bando pubblicato dal Mit, né tanto meno pregiudicarne l’esito, dato che questo bando rappresenta la decisione più rilevante adottata in relazione alla concessione autostradale di A22 negli ultimi anni. Una decisione, va sottolineato, che ha certificato la pubblica utilità del piano di investimenti di Autostrada del Brennero».
Si avvicina la scadenza del 28 febbraio
Mentre si va per vie legali, manca sempre meno alla data del 28 febbraio 2025. Entro mezzogiorno andrà consegnata la propria candidatura per partecipare alla gara per la concessione cinquantennale e le nubi sopra Autobrennero sembrano diventare sempre più nere.
Nei giorni scorsi, durante la conferenza permanente delle Camere di Commercio di Trento e Bolzano, l’amministratore delegato di A22, Diego Cattoni, ha parlato ai partecipanti della concessione. Secondo indiscrezioni, non sembra siano emersi ulteriori aggiornamenti rispetto a quelli già conosciuti, ma la relazione di Cattoni davanti agli enti camerali, soci di A22 con lo 0,84% (Bolzano) e lo 0,34% (Trento) delle quote, ha fatto storcere il naso alla politica.
«Sono piuttosto stupito che si senta l’esigenza di dialogare con due soci che, per quanto siano importanti per il territorio, rappresentano una quota che è molto modesta — ha detto il consigliere provinciale del Partito democratico Andrea de Bertolini —. Peraltro dando conto di un ulteriore dimensione di riservatezza che concorre ancora una volta a generare una serie di preoccupazioni rispetto al significato di quello che ormai fra 14 giorni si dovrebbe consumare».
E ha aggiunto: «Lo stupore è che non ci sia in qualche modo un’esigenza di fare altrettanto con soggetti pubblici che sono molto più espressivi e rappresentativi, non solo di percentuale societaria, ma addirittura del territorio provinciale». La regione Trentino – Alto Adige ha il 32,29% delle quote, la Provincia di Trento ne ha 7,93% e quella di Bolzano il 7,63%. Quindi, in totale i soci pubblici rappresentanti il territorio detengono il 47,85% di Autobrennero.
In tal senso va la richiesta di un dibattito di attualità in consiglio regionale il 19 febbraio per parlare del tema dell’A22 e riferire all’aula lo stato dell’arte. «Non è per mettere in difficoltà, ma perché ancora una volta nessuno ha sentito l’esigenza di riferire all’aula», ha spiegato de Bertolini. Il primo marzo si dovrebbero aprire le buste e si scopriranno i candidati per il bando.
Le incognite sono due: se Autostrade per l’Italia (Aspi), come sembra, deciderà di partecipare alla gara e con quale proposta economica e se A22 riuscirà a creare una società di scopo per rientrare nei parametri previsti dal bando. Su quest’ultimo punto l’incertezza è ancora alta, soprattutto per quanto riguarda l’ingresso nella cordata di Alperia e Dolomiti Energia.
Inoltre, resta aperto il nodo dei ricorsi presentati da Aspi, Adusbef e dalla lettera critica di Aiscat (i concessionari autostradali) indirizzata al Ministero dei Trasporti (Mit) e all’autorità di Regolazione dei Trasporti (Art).
Insomma, se il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, durante la conferenza stampa per la presentazione del bando, affermava che l’unico ostacolo era Bruxelles. In realtà contro il bando stanno remando contro anche società a maggioranza pubblica come Aspi.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link