Dagli studi per progettare ponti al master in Business Administration a Parigi, dalla consulenza presso il ministero dello Sviluppo Economico italiano al lavoro con una multinazionale dell’energia in Norvegia. Il futuro professionale di Stefano sembra tutto disegnato intorno a business transnazionali fino a quando non decide di dare un taglio netto e lavorare part-time in una piccola vigna del nonno sulle colline del Roero. Nel 2019 decide di avviare un’azienda agricola, partendo da un piccolo vigneto, della superficie di 0,4 ettari, vicino a casa. Le 4000 bottiglie vinificate il primo anno nella cantina di un amico diventano 6000 l’anno dopo nel suo garage trasformato in cantina. Nel 2023 le bottiglie sono diventate già 10mila coltivando una superficie di poco più di due ettari. Il ricordo dei nonni viticoltori ha avuto un’influenza sulla scelta di Stefano. Dal punto di vista economico non ci ha guadagnato granché, ma la soddisfazione che ricava dal suo lavoro non ha prezzo. È soddisfatto quando si confronta con i suoi compagni di studio. Oggi produce un solo vino, il Nebbiolo, e conta, nel giro di 3-4 anni, di arrivare a quattro etichette. Intanto alla produzione del vino ha aggiunto anche un altro prodotto caratteristico del territorio: lo zafferano
◆ La storia di MARIA LODOVICA GULLINO, tratta dal saggio “Il lavoro che c’è” pubblicato da Espress *
«Se volete dare una mano a costruire il pane e il mondo di domani, ascoltate la voce dei tanti che zappano (in senso alto) con nuova verve, curiosità e cultura: vivono la vita con arte e mestiere. Questo libro testimonia la loro storia» (Dalla prefazione di Antonio Pascale)
► Astigiano di nascita, Stefano cresce nelle colline del Roero e si laurea in Ingegneria civile al Politecnico di Torino nel 2011, svolge la tesi di laurea all’Ecole des Ponts Paris Tech Parigi, grazie al progetto Erasmus, e acquisisce un Master in Business Administration sempre a Parigi presso il Collegio degli Ingegneri nel 2013. Oggi Stefano ritiene che il percorso al Politecnico abbia ben definito la sua forma mentis, mentre il master successivo ha migliorato le sue capacità gestionali. Al termine degli studi Stefano avrebbe voluto avviare una attività imprenditoriale, ma non si sentiva pronto. Ha iniziato pertanto, subito dopo la laurea, nel 2011, come impiegato presso un’azienda di costruzioni, occupandosi della gestione di cantieri. Il Master seguito a Parigi apre a Stefano le porte di una multinazionale nel settore dell’energia. Dopo un anno di lavoro viene distaccato a Roma presso Confindustria, che per un anno e mezzo gli assegna un lavoro di consulenza presso il ministero dello Sviluppo Economico. Nel 2016 Stefano, interessato a restare aderente al settore business, coglie un’interessante opportunità che la multinazionale gli offre e vola a Stavanger, in Norvegia, per lavorare nel Dipartimento di Business development dell’azienda, occupandosi di analisi di investimenti.
Dopo due anni Stefano, che è sempre stato molto legato alle sue colline, rientra in Italia e, dopo un breve periodo di transizione in cui si occupa di consulenza presso un’azienda torinese e lavora part-time nella vigna del nonno, decide di avviare un’azienda agricola, partendo da un piccolo vigneto, della superficie di 0,4 ettari, vicino a casa. Nel 2019 Stefano inizia quindi la nuova attività partendo da zero, senza un’azienda agricola famigliare alle spalle, e vinifica 4.000 bottiglie presso la cantina di un amico. Nel 2000 trasforma il garage di casa in cantina e vinifica 6.000 bottiglie. Nel 2023 le bottiglie sono diventate 10.000 e l’azienda agricola, pur piccola (2,2 ettari nel Roero), è completa. Stefano affitta vigne situate in zone impervie, che nessuno voleva, perché i trattori non arrivano e bisogna fare i lavori a mano.
La scelta di Stefano si basa su motivazioni personali: la volontà di vivere in campagna, di offrire ai figli l’opportunità di crescere in un contesto rurale e, non ultima, di essere imprenditore per creare un impatto positivo sul territorio. Certamente, il ricordo dei nonni viticoltori ha un’influenza sulla scelta di Stefano. Dal punto di vista economico Stefano non ci ha guadagnato granché, ma la soddisfazione che ricava dal suo lavoro non ha prezzo. Stefano è soddisfatto quando si confronta con i suoi compagni di studio. Oggi produce un solo vino, il Nebbiolo, e conta, nel giro di 3-4 anni, di arrivare a quattro etichette. Curiosamente e intelligentemente Stefano ha abbinato alla produzione di vino, già conosciuto per la qualità, un altro prodotto molto caratteristico: lo zafferano.
Con il suo lavoro si impegna per perseguire soprattutto gli obiettivi 3,7,8,12, 13 e 15 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con la piena consapevolezza che l’agricoltura si trova in una fase di continua evoluzione, anche per gli effetti del cambiamento climatico, che rappresenta una sfida non indifferente. Consigli ai giovani? Sperimentare tanto, andare all’estero, essere curiosi e sviluppare senso critico.
(*) Si ringrazia vivamente “Espress edizioni” (Capricorno Espress Edizioni Srl)
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