il discorso del Governatore della Banca d’italia, Fabio Panetta, al trentunesimo congresso Assiom Forex richiede, soprattutto nei punti in cui è evidente una innovazione nella linea sinora seguita, una approfondita disamina.
Tralasciamo qui, non certo perché meno importanti, anzi per l’opposto, i temi della politica economica e della condizione europea e internazionale dopo gli annunci e le prime decisioni dell’amministrazione Trump. Saranno approfonditi, come meritano, in separata sede.
Perché serve un allentamento monetario della Bce
Invece, ci si riferisce, ora, oltreché alle concentrazioni bancarie, alla politica monetaria, a proposito della quale egli ritiene necessario che si basi su di una valutazione delle prospettive dell’economia reale e dell’inflazione ma anche sulla indicazione chiara della necessità di un allentamento monetario deciso, accompagnato da una valida comunicazione sulle prospettive dell’economia, mentre si stanno attenuando i timori di una dinamica salariale che alimenti la crescita dei prezzi.
Se l’allentamento fosse, al contrario, meno determinato si potrebbe rischiare un’inflazione troppo bassa nel medio periodo: dunque, dalla leva monetaria da azionare anti-inflazione si passa a una iniezione forte di liquidità per prevenire un’inflazione sotto il target del 2 per cento che sancisce il conseguito mantenimento della stabilità dei prezzi.
I prossimi decisivi passi della Bce
Siamo comunque all’accantonamento dell’agire del banchiere centrale “riunione per riunione, sulla base dei dati”? Si rivalorizza l’azione d’anticipo della manovra monetaria molte volte auspicata su Mf-Milano Finanza? E una linea del genere si affermerà nel Consiglio direttivo della Bce, a partire da quella del prossimo 6 marzo, o sarà pura testimonianza e si intreccerà con differenti dichiarazioni di altri componenti il Direttivo, prima dello svolgimento della seduta stessa, aumentando così solo confusione e incertezze?
Il risiko bancario? Un’esigenza di consolidamento europeo
Quanto alle progettate aggregazioni bancarie in Italia, Il Governatore ne ha fatto una sintetica esposizione che si conclude con un’affermazione importante: esse possono essere inquadrate in una prospettiva di integrazione e consolidamento del mercato europeo. Se ci si ricorda che da molte parti e, in specie dalla Vigilanza accentrata, si è ripetuto che vanno incentivate le concentrazioni con potenziale rilievo europeo, siamo in presenza di una implicita significativa qualificazione.
Poi Panetta ha indicato l’esigenza – la quale costituisce il metro del giudizio del Supervisore – che ciascuna operazione dia vita a intermediari solidi,efficienti, nel rispetto della sana e prudente gestione e senza compromettere la stabilità, che si tratti altresì di istituti aggregati a servizio dell’economia reale. Per il resto, valgono le dinamiche del mercato e le scelte degli azionisti.
Era l’indicazione trasparente e pubblica dei criteri e dei requisiti che per diversi giorni abbiamo auspicato, precisando sempre che non era ammissibile né auspicabile la trattazione del merito delle singole operazioni. Non c’entrano proprio per nulla i “talk – show”, sapendo bene che al Supervisore è chiaro il tratto di strada che può e deve istituzionalmente compiere tra l’opacità, da un lato, e il programma televisivo, dall’altro. Ci sono limiti che per dirla con Orazio ” quos ultra citraque nequit consistere rectum”: al di là e al di qua non si è nel giusto.
È comunque dominante la “accountability” da rispettare con rigore. Panetta ha rispettato il suddetto equilibrio. Ma vi è pure da dover fare i conti con la pluralità di competenze e autorizzazioni necessarie a livello italiano ed europeo per far decollare le operazioni. Roberto Sommella ha esposto in maniera icastica un quadro problematico dell’intreccio di organi e relative pronunce, additando il rischio che, magari in un punto di questa rete istituzionale, si arresti l’iter per bloccandosi così il vaglio
dell’operazione.
Occorrerebbe, anche al di là dei casi ora in esame studiare come in questo campo si possa individuare l’ipotesi di un “Conferenza delle Authority”, alla stregua della Conferenza dei Servizi a livello nazionale. È uno studio da inquadrare nel contesto di una ineludibile deflazione di organi e di norme in campo comunitario. Adesso si passa all’esame del merito dei singoli progetti di concentrazione sperando, quali che saranno i risultati, nell’efficienza ed efficacia delle valutazioni prescritte. (riproduzione riservata)
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