Leonardo Longaretti: gli studi in Corea, dove stava per tornare e l’incidente trovato dal padre. Bel Gassem Jandaoui ripartito dopo un infortunio. Le vittime del frontale di Brusaporto

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Federico Rota

Le famiglie delle vittime dell’incidente di ieri mattina, che vivevano a Gorlago a non molta distanza fra loro, raccontano le loro storie e i loro sogni

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Leonardo Longaretti, 24 anni, venerdì prossimo si sarebbe imbarcato sull’aereo che lo avrebbe riportato in Corea del Sud. Studente di Ingegneria meccanica, dopo la triennale all’Università di Bergamo si era iscritto per la magistrale al Politecnico di Milano, vincendo una borsa di studio che gli avrebbe permesso di conseguire una doppia laurea al Kaist, il Korea Advanced Institute of Science & Technology. Ieri, all’alba, stava tornando a casa, a Gorlago, da Milano, dove il giorno prima aveva sostenuto un esame al Politecnico. Lungo il tragitto, lungo la strada statale 42, intorno alle 5.30 del mattino il suo destino si è intrecciato fatalmente a quello di Bel Gassem Jandaoui. Venditore ambulante 56enne, di origini marocchine, anche lui viveva a Gorlago e si era alzato di prima dell’alba per andare a lavorare al mercato, a Treviglio. Entrambi sono morti sul colpo, in uno schianto frontale sulla statale fra Albano Sant’Alessandro e Brusaporto.

«Alle 7 sarebbe dovuto ripartire per raggiungere alcuni amici che lo aspettavano a Sankt Moritz per sciare. Per diversi anni aveva anche fatto l’arbitro di calcio, era un appassionato di sport in generale. Era buono, solare e, soprattutto, determinato nello studio», racconta trattenendo a fatica le lacrime Katia Parigi, la mamma di Leonardo Longaretti. È stata lei, per prima, intorno alle 6.30 del mattino, a temere che qualcosa gli fosse accaduto, insospettita dal non vederlo a casa: «Era tornato a dicembre, dopo aver finito il semestre in Corea — continua —. Ieri sera io e mio marito siamo usciti a cena, rincasando avevo chiamato Leonardo ed era con i suoi amici. Poi sarebbe rientrato». Passa mezz’ora e suo papà, Siro Longaretti, vicesindaco di Gorlago, nota che l’ultima posizione registrata del cellulare del figlio, che intanto continua a essere irraggiungibile, è ad Albano. Lo raggiunge ma, pur a distanza, si trova di fronte a un incidente straziante. Sul posto ci sono già i vigili del fuoco, il personale sanitario, i carabinieri e la Polizia stradale di Bergamo, impegnata nei rilievi. La Fiat 500 XL, guidata dal 24enne, nell’impatto si è incendiata.




















































Il cofano del furgoncino Mercedes su cui viaggiava il 56enne è squarciato: «Mio marito in passato faceva il mobiliere. Ma dopo un infortunio sul lavoro, sai com’è, non servi più», sospira Najat El Ammaoui. A quel punto suo marito aveva dovuto ricominciare da zero e reinventarsi. Si era messo in proprio, vendendo abbigliamento nei mercati della provincia. La sua casa dista solo poche centinaia di metri da quella dell’altra famiglia straziata dal dolore: «Mi han detto che avrebbe cercato di evitare l’impatto — continua la signora —. Mi spiace molto anche per l’altro ragazzo».

Leonardo Longaretti, primo di tre fratelli (la sorella di 22 anni studia a Utrecht, il fratello ne ha 16), prima di iscriversi al Politecnico aveva lavorato per qualche mese alla Brembo: «Suo papà gli aveva proposto di lavorare con lui, ma aveva preferito essere indipendente — ricorda la mamma —. Voleva mettere da parte dei soldi per poi mantenersi». Tornato in Corea avrebbe terminato gli studi: «Gli mancavano due esami. Dopo gli avrebbe fatto piacere visitare la Cina e il Giappone — conclude la donna —. L’altro giorno mi aveva detto che, dopo la laurea, avrebbe cercato lavoro all’estero».
Anche Bel Gassem Jandaoui aveva cercato di trasmettere ai figli il valore dello studio: «Noi non eravamo riusciti a studiare, loro ne avevano l’opportunità», spiega Najat. E i due figli l’avevano colta: il primogenito, di 26 anni, lavora nel settore dell’ingegneria informatica, sviluppando siti web per ditte terze. E ieri era in Marocco per lavoro. La secondogenita, di 23 anni, già laureata in diritto ed economia internazionale, era a Roma per iscriversi nuovamente in Università, alla Sapienza: «Voleva fare una sorpresa a mio marito, non glielo aveva detto — aggiunge la donna —. Lei era orgogliosa del papà. E lui era orgoglioso di lei».

Sia la salma di Leonardo Longaretti sia quella di Bel Gassem Jandaoui sono state composte all’ospedale Papa Giovanni XXIII, ma su di loro non verrà effettuata l’autopsia. Bel Gassem Jandaoui farà ritorno in Marocco. Mentre il funerale di Leonardo Longaretti sarà celebrato martedì pomeriggio, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Gorlago. La camera ardente sarà allestita domani, a partire dalle 14, alla Casa del commiato Bonomelli, a Trescore Balneario.  «Quanto avvenuto è una disgrazia», osserva la sindaca di Gorlago, Maria Elena Grena. Conosceva bene Leonardo: «L’ho visto crescere, ha l’età delle mie figlie. Era un ragazzo amabile, educato, ben voluto da tutti. È una vicenda drammatica, che mi tocca non solo come sindaco ma anche sotto il profilo umano». 

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16 febbraio 2025 ( modifica il 16 febbraio 2025 | 09:54)

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