Alberami è una Società Benefit italiana che punta a rigenerare ecosistemi degradati, trasformando territori compromessi in risorse per la cattura di CO₂. La sua attività si inserisce nel mercato dei crediti di carbonio con una chiara ambizione: non solo compensare le emissioni, ma rimuoverle, grazie a pratiche agricole rigenerative e progetti agroforestali.
Alberami collabora con agricoltori per promuovere la transizione verso un modello agricolo che coniuga sostenibilità ambientale, valorizzazione del territorio e benefici sociali ed economici.
Francesco Musardo, fondatore e CEO, descrive la missione di Alberami come un vero “Rinascimento Verde”, ispirato alla capacità di osservare oltre i sintomi di un problema per comprenderne le cause profonde. The Good in Town ha avuto il piacere di incontrarlo e intervistarlo:
“Siamo partiti da un problema circostanziato: il batterio della Xylella, che sta devastando gli uliveti pugliesi. Ma abbiamo compreso presto che il problema non era solo l’albero: era l’ecosistema nel suo complesso. Se l’ulivo soffre, è perché il suolo è degradato, perché l’intera relazione tra suolo, aria e ambiente è compromessa. Non basta curare l’albero: bisogna rigenerare il sistema.” racconta Francesco.
Questa visione ampia ha portato Alberami a sviluppare un approccio integrato che vede gli agricoltori come protagonisti del cambiamento.
“Gli agricoltori sono i custodi naturali di questi ecosistemi. Per troppo tempo hanno subito le conseguenze del degrado. Ora possono non solo contribuire alla rigenerazione, ma anche beneficiare direttamente di un modello che riconosce il valore della loro cura e tutela del territorio. Rigenerare significa riportare il suolo, l’ambiente e gli ulivi in una relazione sana, come era all’origine.”
Oltre alla dimensione umana e filosofica del ‘Rinascimento Verde’ – che si fonda sulla rigenerazione sociale ed ecologica degli ecosistemi – Alberami introduce un elemento tecnico fondamentale: il ‘come’ attuare questo cambiamento. La tecnologia, risorsa preziosa che oggi abbiamo a disposizione, consente di superare i limiti del passato e di scalare la rigenerazione su larga scala.
“In un progetto come il nostro, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale per rendere ogni intervento più efficiente e scalabile. Intervenire manualmente su ogni pianta o su ogni metro quadrato di suolo è possibile, ma limitato. Per trasformare un intervento locale in un’azione su scala nazionale, è indispensabile fare sistema, sfruttando le innovazioni tecnologiche per intervenire su ettari di terreno e non solo su superfici limitate. È grazie a questa evoluzione che possiamo ampliare il raggio d’azione e coinvolgere un numero sempre maggiore di agricoltori nel disegno di rigenerazione.”
La cultura dei crediti di carbonio: da scetticismo a opportunità
Negli ultimi anni, il mercato dei crediti di carbonio ha vissuto una vera maturazione culturale che ha reso più accessibile e comprensibile un concetto inizialmente accolto con scetticismo.
Francesco racconta che quando hanno iniziato a parlare di rigenerazione e crediti di carbonio agli agricoltori, molti erano confusi.
“Quattro anni fa, gli agricoltori spesso deridevano l’idea. Non capivano se dovessero comprare o vendere i crediti, investire o svolgere un lavoro aggiuntivo. Ma il punto è sempre stato valorizzare economicamente qualcosa che già facevano: il loro impegno per la cura del territorio.”
Il lavoro di coinvolgimento degli agricoltori si basa su una componente cruciale del progetto: la stakeholder consultation.
“Facciamo presentazioni presso cooperative o gruppi di agricoltori per spiegare il sistema. Mostriamo loro come, attraverso una gestione attenta e di qualità, i crediti di carbonio possono acquisire valore e diventare una nuova fonte di reddito. Questo lavoro ha permesso di costruire una base di agricoltori sempre più informati e partecipi. Oggi le domande di diffidenza sono sempre meno frequenti. Abbiamo superato quella prima fase di scetticismo, e gli agricoltori hanno capito che non si tratta di un onere aggiuntivo, ma di una valorizzazione concreta del loro lavoro.”
Valorizzare qualcosa che ha già un valore intrinseco. Un principio chiave, per Alberami. Quando il coinvolgimento degli agricoltori è autentico e il loro lavoro qualitativamente elevato, anche i crediti di carbonio generati riflettono questa qualità, distinguendosi sul mercato.
“Il nostro progetto di carbon farming produce esclusivamente crediti 100% removal. Ossia crediti che rimuovono effettivamente CO₂ dall’atmosfera. Sono crediti di alta qualità, richiesti da chi cerca soluzioni che vadano oltre il semplice evitare emissioni, come accade nei progetti forestali legati ai crediti di tipo avoidance.”
La differenza tra removal e avoidance è sia tecnica che strategica. I crediti removal sono quelli che il mercato oggi ricerca per operazioni di qualità.
“Abbiamo scelto il registro ICR e collaboriamo con Carbon Check, un ente di validazione che verifica annualmente i nostri standard. Questo garantisce che ogni ettaro rigenerato produca crediti di valore riconosciuto a livello internazionale. C’è un vero e proprio ‘flight to quality’ in atto: un movimento verso crediti migliori, in linea con le esigenze crescenti delle aziende.”
Circa tre anni fa, Alberami ha infatti preso una decisione strategica scegliendo ICR come registro per il proprio progetto, puntando su un sistema innovativo e flessibile.
“All’epoca, ICR non era ancora un nome noto, ma la sua apertura verso approcci complessi, come l’integrazione del sequestro di carbonio nel suolo e nella biomassa, si è rivelata fondamentale. Oggi, ICR è nella fase finale per ottenere l’accreditamento ICROA, un traguardo che lo posizionerà tra i registri più prestigiosi, confermando la validità della nostra scelta.”
Numeri in crescita e impatti misurabili
Dal 2022 a oggi, Alberami ha ampliato la propria portata da 1.500 ettari rigenerati a 6.200, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere 250.000 ettari entro il 2030. Ogni anno, il team di Alberami calcola i crediti generati sulla base delle misurazioni effettuate, in un processo che unisce precisione tecnica e continuo miglioramento.
Ma l’impatto di Alberami va ben oltre la carbon farming. Il modello dell’azienda è progettato per generare co-benefici tangibili, che incidono positivamente sull’ambiente e sulla società.
“Misuriamo gli effetti delle pratiche rigenerative non solo in termini di rimozione del carbonio, ma anche su aspetti cruciali come la salute del suolo, la biodiversità e il benessere delle comunità”
Per garantire questo, ogni anno Alberami sottopone agli agricoltori un questionario basato sugli SDGs che l’azienda ha individuato come rilevanti per i propri progetti.
“Questi dati ci permettono di monitorare il progresso e di rinnovare il nostro impegno per l’anno successivo, implementando miglioramenti o assegnando nuovi compiti. L’obiettivo è crescere, non solo in termini di superfici rigenerate, ma anche nella qualità del nostro impatto.”
Il futuro del mercato dei crediti di carbonio
Alberami non si ferma ai confini italiani. Con progetti pilota già avviati in Libano e in Brasile punta a espandere il proprio impatto globale, mantenendo sempre la qualità come priorità assoluta.
“La domanda di crediti di alta qualità è in aumento, anche grazie a normative come la CSRD, che obbligheranno le aziende a rendicontare e compensare le loro emissioni. Tuttavia, il nostro approccio rimane focalizzato sulla trasparenza e sulla creazione di valore per gli agricoltori.”
Nonostante i progressi, il mercato deve ancora affrontare diverse sfide.
“Gli standard non sono ancora uniformi, ed è necessario educare le aziende compensanti per garantire che nuovi mercati, come i crediti per la biodiversità, restino complementari e non competitivi”.
L’impegno di Alberami si riflette in un mantra semplice, ma potente: “Do your best, offset the rest.” La compensazione, per Francesco, deve essere l’ultima risorsa, ma quando viene scelta, deve essere fatta nel modo giusto.
“Compensare significa assumersi una responsabilità con qualità e trasparenza. Solo così possiamo costruire un futuro davvero sostenibile.”
Un riconoscimento di qualità: il rating BeZero Carbon
Il 22 novembre 2024, il progetto AgroEcology_Italy di Alberami ha ottenuto un prestigioso rating ‘BBB’ da parte di BeZero Carbon, un risultato che conferma la qualità e l’affidabilità dei suoi crediti di carbonio volontari. BeZero, agenzia di rating indipendente con sede a Londra, utilizza una scala rigorosa per valutare la probabilità che i crediti di carbonio rappresentino una tonnellata reale di CO₂ evitata o rimossa, fornendo una garanzia di trasparenza e fiducia per acquirenti e investitori. Il rating di Alberami li posiziona come: miglior progetto NBS (Nature-Based Solutions) di tipo Removal su BeZero; miglior progetto di Soil-Related Agricultural Practices su BeZero; VI progetto NBS a livello globale su BeZero.
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