L’avvocato di Riva del Garda per vent’anni in parlamento con il Psi. Fugatti: «Impegno grande e generoso». Dellai: «Una delle figure più significative della storia politica del Trentino del secondo dopoguerra»
«Appartiene alla schiera di coloro che alla politica assegnano la funzione primaria di servizio alla comunità». Questo scriveva l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per riassumere la vita politica di Renato Ballardini, storica figura della sinistra trentina, morto ieri (sabato 15 febbraio) all’età di 97 anni. Partigiano, avvocato e deputato del Partito Socialista Italiano dal 1958 al 1979, Ballardini è considerato, nelle parole dell’ex presidente della Provincia Lorenzo Dellai, «una delle figure più significative della storia politica istituzionale del Trentino del secondo dopoguerra». Proprio durante il secondo conflitto mondiale, Ballardini aveva preso parte alla resistenza partigiana di Riva del Garda, suo luogo di nascita, dove era scampato per poco all’eccidio dei «Martiri del 28 giugno 1944», quando fu imprigionato e in seguito morì il padre Remo.
Nel 1981 venne espulso dal Psi
Dopo la laurea in giurisprudenza all’Università di Padova, venne eletto consigliere comunale del Psi rivano nel 1951. Da parlamentare socialista, Ballardini prese parte a importanti battaglie politiche, specialmente per i diritti civili. «Ballardini, come presidente della Commissioni Affari costituzionali, ha avuto un ruolo fondamentale per l’approvazione della legge sul divorzio, Renato fece passare l’idea cruciale che era sufficiente proporre una legge ordinaria», spiega Mauro Marcantoni, sociologo e giornalista, autore della sua biografia. Dal 1961 al 1964, Ballardini fece parte della Commissione dei Diciannove, incaricata di studiare e proporre soluzioni per la questione sudtirolese. «Renato ha avuto un ruolo importante in questa vicenda», spiega Marcantoni. Entrato in contrasto con Bettino Craxi, nel 1981 venne espulso dal partito. «Entrò in conflitto con il pensiero di Craxi e con la sua visione di quella fase politica — continua Marcantoni —. Poi si iscrisse al Pci. Lo ricordo come un uomo di straordinario acume politico e sensibilità umana, di grande impatto culturale ed emotivo». Come avvocato, Ballardini prese parte a processi storici, come quelli sulla strage di Piazza della Loggia e sull’Autonomia operaia di Toni Negri. Fu insignito della medaglia d’oro al Valor civile della Repubblica, dell’ordine di merito della Provincia di Bolzano, dell’Aquila di San Venceslao del Consiglio provinciale di Trento, e della Medaglia d’Oro al merito del Comune di Riva del Garda nel 2016.
Il suo contributo all’Autonomia
«È stato il mio maestro politico — racconta l’ex deputato e sottosegretario trentino Mario Raffaelli —. Per me è stato un padre politico, per la sua integrità e per le sue doti di riformista. Il suo motto era “Molto rigore ma non furore”: era tollerante ed equilibrato come un gentiluomo di un’altra epoca. Era sempre bellissimo, anche fino a pochi anni fa, rivedersi e parlare di politica. Siamo rimasti amici tutta la vita». «Ha dato un contributo importante alle vicende politiche, con le sue posizioni e con i ruoli importanti che ha esercitato — spiega Dellai —. Parliamo di un uomo che ha amato e servito i valori della democrazia. In questo tempo di crisi dobbiamo dirgli grazie. Si tratta di una personalità di grande spessore democratico e rigore intellettuale. Ballardini ha dato un contributo importante alla formazione della nostra Autonomia. Non si restava mai indifferenti alle opinioni che esprimeva, si percepivano la solidità di pensiero e le sue convinzioni profonde. Lascia al Trentino un’idea di politica molto alta, come testimonianza culturale e intellettuale, e una concezione della democrazia senza scorciatoie, a cui ha portato la sua cultura laica, di sinistra e autonomista».
Il cordoglio dell’Anpi
A testimonianza dell’importanza del lascito politico di Renato Ballardini, le autorità trentine si sono strette nel cordoglio per la sua scomparsa. «Lascia in eredità la testimonianza di un impegno grande e generoso», ha detto il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti. «È doveroso ricordare a tutti i trentini la sua alta statura morale, lo straordinario profilo biografico e il ruolo che ebbe, da parlamentare, nella soluzione della vertenza sudtirolese e nella formazione del Secondo Statuto di Autonomia — spiega il presidente del Consiglio provinciale di Trento Claudio Soini —. La nostra terra gli deve molto». «Ballardini è stato tra i protagonisti della vita politica del secondo dopoguerra — spiegano il sindaco di Trento Franco Ianeselli e l’assessora Monica Baggia —. La sua eredità è preziosa in questo tempo che normalizza le discriminazioni, l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale. Oggi sta a noi raccogliere il testimone del pensiero e dell’esempio di Renato Ballardini, che ha sempre inteso la politica come un servizio alla comunità». «Tutta l’Anpi del Trentino si stringe commossa attorno al vivissimo ricordo di Renato Ballardini, abbracciando il figlio e la figlia — spiega il presidente Mario Cossali —. Sempre lucida la sua analisi del periodo storico, che collocava nell’attualità la memoria privandola di ogni accento retorico, e rinnovando un impegno antifascista politico e sociale quotidiano».
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