Squalifica di Sinner, il paladino dell’antidoping Sandro Donati: «Lo avevo anticipato. È stato tutto un teatrino, che figuraccia per la Wada»

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Silvia M.C. Senette

L’allenatore di Schwazer: «L’Agenzia era in imbarazzo e doveva uscirne con una soluzione più formale che di sostanza»

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«La Wada si trova in estrema difficoltà. Se chiude il fascicolo, tutti quelli colpiti da questa normativa assurda possono ricorrere e trascinarli in tribunale. Se invece condanna Sinner, sarà lui a difendersi». Con queste parole, il 27 gennaio, Sandro Donati, paladino antidoping e allenatore del marciatore altoatesino Alex Schwazer, preconizzava al Corriere dell’Alto Adige esattamente quello che è successo. «Sapevo che sarebbe andata così — commenta ora —. La Wada era in imbarazzo e doveva uscirne con una soluzione più formale che sostanziale, un compromesso di profilo modesto. Fino all’altroieri un alto funzionario e il presidente parlavano di una squalifica a uno o due anni. È buffo che qualche ora dopo propongano un accordo simile».

Lei parla di un’agenzia in difficoltà?
«Negli anni hanno dato decine di positività a micro-dosi di Clostebol e questo grida vendetta, perché quella gente si è presa due anni di stop. Se io ho usato quella pomata e ti do la mano, tu non sai che ho usato il Clostebol. Me lo ha confermò un direttore di laboratorio Wada in tono soddisfatto. Gli dissi: dare questo tipo di positività è immorale».




















































Quale è il nodo cruciale?
«Che gli organismi antidoping sono autonomi e, fino al caso Sinner, si sono concessi questa libertà di stabilire che la negligenza è assimilabile al doping. Una cosa inaudita. Il vero doping è un atto grave. Nessun diritto accoglierebbe un assunto del genere».

Perché questo compromesso con Sinner?
«È evidente che si trovavano di fronte al rischio di essere citati in tribunale, con una richiesta di risarcimento spaventosa. La contraddizione è che non sono l’autorità incaricata per stabilire i criteri di questa pseudo-negligenza. C’è chi è stato sanzionato per un contagio da Clostebol dovuto a un rapporto sessuale».

Quale è la sua valutazione tecnica?
«La sostanza trovata era un quantitativo irrilevante, miliardesimi di grammo. Come fai a imbastire un procedimento? Tecnicamente è un anabolizzante, ma gli atleti ne conoscono di molto più specifici. Non avrebbe senso utilizzare quello, che andrebbe usato in dosaggi importanti».

Kyrgios ha parlato di «giorno triste per il tennis».
«Sarà triste per lui, che non riesce a battere Sinner. È un giorno importante, perché Jannik aiuterà persone con pseudo-positività a non essere colpite. Con ironia, la Wada dovrebbe cambiare nome in World Anti Negligence Agency. Tutto questo è ridicolo, soprattutto ricordando scandali come quelli di Cina, Russia, Operación Puerto, Balco».

Cosa dimostrano?
«Che ci sono tanti modi per sfuggire a un antidoping molto debole. Nel caso Balco era stato creato un anabolizzante modificato che le apparecchiature non riconoscevano. Poi ci sono i “missed test”, i giochini del “whereabouts”, le esenzioni terapeutiche, la finestra oraria. È tutta una contraddizione».

La squalifica non comprometterà le gare importanti di Sinner.
«Ne ero certo, è una presa in giro. Non era possibile che un professionista che vale 150 milioni venisse messo a repentaglio per la positività riflessa di un controllo. È stato un teatrino. Cosa significa responsabile del proprio staff? Niente. Loro fanno una figuraccia: giuravano che sarebbero stati inflessibili e intanto preparavano l’accordo».

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Ripensa a Schwazer?
«Se non vinci il Grande Slam, se non sei un professionista di alto livello con la possibilità di ingaggiare grandi avvocati, sei spacciato. Ben venga l’esempio di Sinner: ha aperto un varco. Ma perché Schwazer è stato lasciato solo? La sua vicenda grida vendetta: otto anni per un’imboscata. Ha subito atti delinquenziali, complicità e malafede».

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16 febbraio 2025 ( modifica il 16 febbraio 2025 | 08:39)

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