Matrimoni in Sicilia tra coppie straniere: affare da 80 milioni, e il trend è in crescita

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Dal mare alla campagna, dai vigneti agli antichi casali, fino alle tonnare, alle ville storiche e ai palazzi nobiliari. Sono sempre più numerosi gli stranieri che scelgono la Sicilia per celebrare il loro matrimonio. Secondo l’indagine condotta da Convention bureau Italia, degli oltre 13.600 matrimoni tra gli stranieri celebrati in Italia nel 2023, 1.360 fidanzati hanno pronunciato il fatidico “si” nei luoghi più belli dell’Isola. Su un fatturato stimato di 803 milioni, la Regione ha generato poco più di 80 milioni: dati che, a detta degli operatori, sono in crescita considerato il numero elevato di richieste.

La tendenza degli sposi stranieri è quella di trasformare la loro luna di miele in veri e propri eventi che durano più giorni, con una spesa media di circa 60mila euro a matrimonio. Che sia civile, religioso o più semplicemente simbolico, poco importa. Ecco perché l’Isola è stata scelta come teatro di “Italy for weddings” che si svolgerà a Palermo dal martedì a venerdì prossimo. «Chi viene a sposarsi in Italia — dice Tobia Salvadori, direttore Convention Bureau Italia — vuole vivere un’esperienza autentica in ogni aspetto, dalla cultura al food e agli allestimenti. E c’è un forte interesse anche tra gli italiani: 8.400 coppie si sono sposate fuori dalla propria regione di residenza».

I fidanzati arrivano dagli Stati Uniti, dall’Australia, dalla Gran Bretagna e negli ultimi anni anche dalla Cina e dall’India. «Alcune di queste coppie — dice Michela Cannella, presidente dell’associazione Wedding planner in Italia — non conoscono la nostra Isola, ma sono attratti dalle immagini viste al cinema e nelle fiction televisive. In molti casi non hanno idea delle distanze e magari vorrebbero accogliere gli ospiti alla tonnara di Scopello per poi celebrare il matrimonio a Noto». I più aficionados rimangono gli americani, molti dei quali di origine siciliana, decidono di celebrare il giorno più bello della loro vita nella terra dei loro avi.

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Se gli inglesi preferiscono le località di mare, gli australiani — secondo i wedding planner — amano gli ambienti rupestri. La maggior parte delle coppie predilige i luoghi più genuini come i borghi, gli antichi casali e gli agriturismi, ma non mancano le storiche residenze come Palazzo Biscari a Catania, la dimora delle Balze a Noto, la tonnara di Scopello nel trapanese o villa Tasca a Palermo. «Io ricevo circa due mail al giorno nelle quali i fidanzati con origini siciliane mi chiedono di organizzare il loro matrimonio in Sicilia — dice Rossella Lanzafame, wedding planner — Recentemente due giovani originari della Virginia hanno deciso di festeggiare il loro matrimonio a villa Tasca, a Palermo, e al posto degli ospiti hanno riempito la chiesa di rose bianche. Tra gli stranieri è tornata di moda l’elopement, o fuga d’amore, in cui gli innamorati si sposano alla presenza del solo officiante».

La richiesta dei matrimoni simbolici è un trend in crescita. Dopo il “vero” matrimonio civile o religioso sono infatti sempre più numerose le coppie che decidono di celebrare una cerimonia simbolica con riti particolari come quello della sabbia, del vino e della “velazione” che si svolge nel corso della benedizione agli sposi. «Negli ultimi tre anni la Sicilia è diventata meta prediletta dalle coppie straniere — conferma Sofia Gangi, wedding planner — che vogliono vivere il matrimonio come un’avventura esperienziale affascinati dalle suggestioni cinematografiche. I paesaggi, il fascino del mare e delle spiagge, il pizza party per accogliere gli ospiti, tutto deve essere rigorosamente italian-style».

Il periodo estivo si conferma quello preferito: tra maggio-giugno e luglio si concentra il picco delle richieste (oltre il 50%), seppure grazie al clima mite cresce la fascia ottobre-novembre, con picchi fino al 22,4% di coppie che preferiscono celebrare le loro nozze in autunno. Una dinamica che mostra come il settore del wedding tourism abbracci sostanzialmente tutto l’anno. Nell’indotto rientrano, seppure marginalmente gli abiti da sposa: «Solitamente le spose decidano di acquistarlo nel loro paese di origine — spiega Morena Fanny Raimondo, 42 anni, proprietaria dell’atelier More di Palermo — non di rado mi è capitato che giovani spose straniere acquistino il vestito nel mio atelier e tramite le video call facciamo gli eventuali aggiustamenti».



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