Può un avvocato che cura gli interessi di cooperative che hanno in appalto i servizi sociali, e che potrebbero avere interesse a partecipare ad altri bandi futuri, essere anche contrattualizzato come consulente legale della consigliera regionale che sta riformando il settore delle politiche sociali? Ed essere addirittura chiamato a partecipare a riunioni in cui si scrivono le regole che governeranno quel settore?
Sono le domande che hanno animato il vivace dibattito durante l’ultimo Consiglio regionale sul nuovo Piano sociale regionale.
La mozione del centrosinistra che chiedeva chiarimenti, trasparenza e, soprattutto, il coinvolgimento dei sindaci nella stesura del documento, diciamolo subito, è stata bocciata. Ma questo non ha impedito alle parti di prendere una posizione su quella che può essere considerata una sorta di legge quadro per gli Ambiti territoriali sociali chiamati poi a definire, in sostanza a calarli sui loro territori di competenza, i Piani sociali di zona.
Stefania Passarelli, la delegata al Sociale che molto si sta spendendo in questi mesi, ha dichiarato durante il dibattito che si stava discutendo del nulla: “E’ solo una bozza” ha detto. La collega di opposizione Alessandra Salvatore, prima firmataria della richiesta di monotematico, ha invece detto che su quel nulla “non bisogna assolutamente abbassare la guardia”.
Ma c’è un passaggio dell’intero dibattito su cui oggi vale la pena tornare e che fa seguito alla richiesta di tutti i consiglieri di centrosinistra che qualche settimana fa avevano sollecitato la Passarelli a spiegare a che titolo l’avvocato Lucia Petrucci partecipasse alle riunioni per conto del Raggruppamento temporaneo di imprese Assel/Agorà (come nel caso della riunione del 27 dicembre scorso, richiesta alla Passarelli proprio dagli operatori della Assel, per chiedere conto della proroga dei servizi sociali alla sindaca di Campobasso) e poi anche a quelle coi sindaci e i coordinatori degli Ats (pur essendo tali riunioni precluse agli altri soggetti privati), interessati alla gestione dei servizi sociali.
Ora, per chi non lo sapesse, Assel/Agorà è una delle cooperative che in questi ultimi anni ha più lavorato a Campobasso: ha un fatturato milionario, incrementi di utile da capogiro, a settembre del 2024 aveva qualcosa come 160 dipendenti. Gestisce l’ufficio di cittadinanza (quello attorno a cui ruotano l’assistenza agli anziani, ai disabili, ai minori in condizioni di fragilità ecc…) e ha beneficiato di 19 tra affidamenti diretti e proroghe (tre le gare di appalto) durante il lunghissimo periodo di direzione del Sociale al Comune di Campobasso di Vincenzo De Marco (parliamo del dirigente per il quale maggioranza e opposizione di palazzo San Giorgio sono ai ferri corti e di cui si discuterà anche lunedì durante il Consiglio comunale monotematico). A capo di questo impero dell’assistenza sociale – direttamente o indirettamente tramite i suoi familiari – c’è l’imprenditore Raffaele D’Elia, giunto a Campobasso una decina di anni fa e oggi, di fatto, il monopolista nell’Ats di Campobasso.
Già prima del Consiglio regionale monotematico Stefania Passarelli a quella interrogazione aveva già dato risposta scritta ai consiglieri il 6 febbraio scorso spiegando che “l’avvocato Lucia Petrucci all’incontro del 27 dicembre 2024 prendeva parte in qualità di legale dell’Rti Assel/Agorà, raggruppamento attuale gestore dei servizi appaltati presso l’Ats di Campobasso”. In occasione di tale incontro, la sindaca Marialuisa Forte – capofila dell’Ats di Campobasso – aveva dato rassicurazioni sul fatto che, come spesso accaduto in occasioni delle precedenti scadenze la proroga sarebbe regolarmente arrivata subito dopo l’approvazione del Bilancio.
Come effettivamente poi è stato.
Nella stessa risposta sempre la consigliera Passarelli ha spiegato che l’avvocato Lucia Petrucci, sua consulente legale dal 2 gennaio scorso, assieme all’ex dirigente regionale Michele Colavita, supporta le sue attività connesse alla deleghe ricevute da Roberti, per cui in tale veste (e non come rappresentante della Rti Assel/Agorà) partecipa agli incontri finalizzati alla stesura del nuovo Piano Sociale Regionale.
“È evidente – scrive la Passarelli – che l’avvocato Lucia Petrucci abbia preso parte agli incontri tenutesi nel mese di gennaio 2025 non certo come legale dell’Rti Assel/Agorà bensì come consulente legale della consigliera Passarelli, peraltro, senza gravare su fondi pubblici. Si precisa altresì che gli incontri tenutisi nel mese di gennaio che hanno visto la presenza dell’avvocato Lucia Petrucci nulla hanno a che fare con le attività gestite dal citato Rti Assel/Agorà, come diversamente non potrebbe essere, peraltro. Si ritiene opportuno precisare inoltre, che le attività espletate dal professionista sono limitate al supporto tecnico giuridico ed amministrativo in favore delle attività istituzionali del consigliere delegato alle Politiche Sociali che vengono di volta in volta sottoposte alle valutazioni del Presidente Roberti”.
Per sintetizzare all’osso: Lucia Petrucci, il 27 dicembre 2024, al cospetto della Passarelli, rappresentava Assel/Agorà mentre, alle riunioni sul Piano Sociale di gennaio 2025 (pochi giorni dopo), ha partecipato come consulente legale della Passarelli (in virtù dell’incarico di consulenza che la consigliera regionale le ha affidato).
La risposta della consigliera delegata ha lasciato più che perplessi i consiglieri regionali che hanno stigmatizzato l’inopportunità della presenza ai tavoli tecnici regionali, preclusi ad amministratori locali e consiglieri regionali, dell’avvocata Petrucci. A indignarsi sono stati Roberto Gravina, Angelo Primiani del M5S (“E’ opportuno evitare queste sovrapposizioni”) e, soprattutto, Massimo Romano. L’esponente di Costruire Democrazia nel suo intervento ha criticato quanto accaduto e rincarato la dose spiegando di aver ricevuto “da consigliere regionale una comunicazione da parte dell’Ats di Venafro in cui si dava atto di come, durante la riunione convocata per discutere e prendere posizione sulla bozza di Psr (poi cassata dall’Ats di Venafro, ndr), la consigliera Passarelli era presente non in veste di delegata del presidente Roberti, ma come delegata di un sindaco”.
Nello specifico quello di Pozzilli, Comune di cui la stessa Passarelli è stata prima cittadina prima di arrivare tra i banchi di Palazzo D’Aimmo. Insomma un “labirintico cortocircuito istituzionale” per utilizzare le parole di Romano.
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