Un tempo Ernesto Calindri, attore raffinato (scomparso alla fine del secolo scorso), efficacemente seduto a un tavolino da bar infilato in mezzo al traffico, reclamizzava in tv il Cynar con un claim rimasto famoso nel tempo: “Contro il logorio della vita moderna”. La ricerca di pace, tranquillità, ritmi più lenti e benessere psicofisico oggi influisce nella ricerca di esperienze turistiche sostenibili, appunto a ritmo lento. Come i cammini e i sentieri.
Il numero dei camminatori in Italia è cresciuto costantemente: secondo l’ultimo dossier di Terre di mezzo dal titolo Italia, Paese di Cammini, nel 2023 si è registrato un aumento del 25%, rispetto al 2022. I sentieri sono generalmente percorsi a carattere locale o regionale e rientrano principalmente nelle competenze del Club alpino italiano (Cai) e delle amministrazioni locali; i cammini invece sono itinerari che possono attraversare più regioni e sono ispirati a temi storici, culturali, artistici, religiosi o spirituali in stretta connessione con le comunità ospitanti.
Alcuni sono anche itinerari culturali riconosciuti dal Consiglio d’Europa e travalicano i confini nazionali, valorizzando l’identità e il patrimonio naturale e culturale europeo, come la via Francigena. Questo percorso (3.200 km) collega l’Europa nord-occidentale con l’Italia sugli antichi passi dei pellegrini medievali in direzione di Roma, per proseguire verso Santa Maria di Leuca, luogo di imbarco verso la Terra Santa.
In Europa è possibile scegliere una molteplicità di percorsi, come ad esempio il West Highland Way in Scozia, i St. Olav Ways in Norvegia, il Westweg Trail che attraversa la Foresta Nera, il Cammino Portoghese, una rete di percorsi che rientrano nel Cammino di Santiago.
Secondo i dati di Terre di mezzo, in Italia invece è in crescita la frequentazione del Cammino di Oropa in Piemonte e quello minerario di Santa Barbara, che si snoda in Sardegna. Gli appassionati sono in continuo aumento: “Ragazze in gamba” per esempio è la community ufficiale della rete nazionale Donne in cammino, che conta su Facebook 150.000 adesioni; interessante fenomeno contemporaneo è anche il nomadismo digitale in cammino, che incentiva la scoperta di luoghi dove lavorare da remoto, conciliando vita attiva all’aria aperta e lavoro.
A tale richiesta corrisponde un’offerta di percorsi che si fa sempre più ampia: nel 2017 la prima mappatura ufficiale del ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo includeva circa 40 cammini, oggi sono più di 150 secondo il recente Dossier Stati generali del turismo outdoor del Cai. Nel 2022, il ministero del Turismo ha avviato la costruzione del Catalogo dei cammini religiosi italiani, nell’ambito di un’azione strategica per la loro promozione e valorizzazione, anche in vista del Giubileo.
Alla base del viaggio su queste “rotte”, da percorrere a piedi o in altre modalità ecosostenibili, c’è un andare in solitaria o in piccoli gruppi – lontano dalle pratiche turistiche di massa – per perseguire motivi religiosi o spirituali, interessi culturali, benessere mentale e fisico, immergersi nella natura, scoprire territori.
Sono caratteristiche che definiscono una fruizione turistico-culturale che è al centro di una crescente attenzione per la transizione sostenibile del turismo, su cui si concentra la ricerca svolta da Alessandra Marasco dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Ispc) e Valentina Marchi dell’Istituto di bioeconomia (Ibe) del Consiglio nazionale delle ricerche, la quale ha indagato in particolar modo i fattori che connotano le esperienze “trasformative” sui cammini. L’analisi delle due ricercatrici è partita dalle recensioni pubblicate su TripAdvisor dal 2010 al 2022, fonte di dati sulla soddisfazione e sull’esperienza dei viaggiatori.
“Per la nostra ricerca sono state analizzate le recensioni relative a 10 cammini italiani che attraversano varie regioni da nord a sud, tra cui alcuni itinerari europei che si estendono oltre i territori italiani (ad esempio, Via Francigena, Via Romea Germanica, Via Spluga). Essi differiscono non solo per i loro paesaggi e per il patrimonio storico-culturale, ma anche per la lunghezza (si va dalla Via Francigena con oltre 1.000 km in Italia al Cammino di Oropa con circa 64 km) con un numero variabile di credenziali rilasciate ai viaggiatori”, spiega Marasco.
“Con quasi il 90% di recensioni positive (54,4% eccellente, 33,6% molto buono) – aggiunge Marchi -, i viaggiatori si sono dichiarati soddisfatti della loro esperienza sui Cammini analizzati. Per quanto riguarda la natura trasformativa delle esperienze, una parte delle recensioni (circa il 20%) forniscono indicazioni rilevanti, evidenziando che l’analisi delle tracce digitali dei viaggiatori può fornire un contributo utile per la ricerca su questo tema.
Alcuni commenti fanno riferimento alla pace interiore, all’autostima conseguita alla fine del percorso, altri evidenziano la scoperta di se stessi, il riavvicinamento o il legame più forte con la natura; quest’ultimo aspetto è preminente (quasi il 70%) nelle recensioni, con menzioni di paesaggi, laghi e fiumi ammirati nel viaggio”.
Sebbene la maggior parte delle recensioni esprima una soddisfazione complessiva, alcune evidenziano anche frustrazione per il sovraffollamento. “Tali commenti – conclude Marasco – suggeriscono che la crescente popolarità di tali percorsi può rappresentare una minaccia per gli aspetti trasformativi di tali esperienze”.
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