Nel 2025 scattano la sanzioni della Commissione europea per i produttori che non rispettano la riduzione delle emissioni di CO2. Solo Volvo ha già raggiunto i target
C’è una scadenza che fa tremare le gambe alle case automobilistiche europee. E no, non si tratta del divieto di produrre nuove vetture a benzina e diesel a partire dal 2035. Ciò che davvero preoccupa i costruttori del Vecchio Continente non è tanto la sfida sul lungo periodo, ossia la transizione verso l’auto elettrica, ma le scadenze più prossime imposte dall’Unione europea. Nel 2025 scattano infatti le prime multe per le aziende del settore auto che non sono riuscite a ridurre le emissioni di anidride carbonica. Per le autovetture, le emissioni medie delle nuove auto vendute dovranno scendere sotto i 93,6 grammi per chilometro, il 19% in meno rispetto ai 116 g/km del 2024. Ma in realtà ogni produttore avrà un obiettivo specifico da raggiungere, calcolato in base al mix di veicoli che vende.
I target europei e le difficoltà del mercato delle auto elettriche
A poco più di un mese dall’inizio del nuovo anno, il mercato delle auto elettriche in Europa manda segnali tutt’altro che incoraggianti. Le vendite di veicoli a batteria stentano a crescere al ritmo delle aspettative e diverse case automobilistiche hanno annunciato licenziamenti o chiusure degli stabilimenti. Le difficoltà del settore hanno spinto alcuni governi – Italia in testa – a chiedere di rivedere le regole europee del Green Deal, mentre Bruxelles ha deciso di affrontare la concorrenza spietata di Pechino – leader indiscusso nel mercato delle auto elettriche – introducendo nuovi dazi sulle importazioni di veicoli a batteria dalla Cina.
Le strade a disposizione delle aziende per evitare le multe
Il rallentamento del mercato delle auto elettriche rappresenta un problema tutt’altro che indifferente per i produttori europei. Per rispettare i target di riduzione delle emissioni previsti per il 2025, le case automobilistiche hanno soprattutto una strada a disposizione: vendere più auto elettriche. Ma se quel segmento di mercato non dovesse crescere come ci si aspetta, ci sono altre soluzioni che potrebbero percorrere, per esempio puntare sui veicoli ibridi o ridurre la produzione di auto a benzina e diesel, quelle che fanno alzare la media di emissioni di CO2. Infine, le aziende più lontane dagli obiettivi potrebbero puntare sul compliance pooling, una strategia che prevede di unire le forze con altre case automobilistiche (che hanno già raggiunto i target europei) per abbassare la media complessiva delle emissioni.
Volvo è già al sicuro
Ma quali sono le case automobilistiche europee più a rischio di ricevere una multa nel 2025? Fare previsioni su come andrà il mercato è difficile, ma un report di Transport&Environment, un’associazione europea che si occupa di trasporti e ambiente, prova a fare il punto della situazione. «Dai nostri studi risulta che i carmaker europei dovrebbero riuscire a essere conformi ai target di riduzione delle emissioni», spiega a Open Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia. Se si prendono in considerazione i dieci principali produttori europei, la svedese Volvo, che dal 2010 è sotto il controllo del gruppo cinese Geely e ha puntato con decisione sulle auto elettriche, è l’unica ad aver già superato gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. La coreana Kia e la giapponese Toyota sono al secondo e terzo posto della classifica: per loro sarà sufficiente ridurre le emissioni rispettivamente di 10 e 12 g/km per evitare le sanzioni di Bruxelles.
Ford e Volkswagen a rischio sanzioni
Più lontani dall’obiettivo, ma comunque sulla buona strada, anche diversi marchi europei. Bmw e Mercedes hanno bisogno di ridurre le emissioni di 14 grammi per chilometro, Stellantis di 15, la francese Renault di 16 e la sudcoreana Hyundai di 17. Sono solo due le case automobilistiche che davvero rischiano di non rispettare gli obiettivi europei: Ford e Volkswagen. Il colosso americano ha bisogno di ridurre le emissioni di CO2 di 28 g/km se vuole evitare le multe di Bruxelles e forse non è un caso che proprio nei giorni scorsi abbia annunciato il taglio del 14% della forza lavoro europea entro il 2027. Anche Volkswagen, chiamata a ridurre le emissioni di 29 g/km, naviga in cattive acque. I comitati di fabbrica del marchio tedesco hanno anticipato che l’azienda potrebbe chiudere tre fabbriche e tagliare le buste paga degli operai.
Quando scattano le sanzioni per le case automobilistiche
Secondo l’Acea, l’associazione dei costruttori europei di automobili, superare i limiti di CO2 consentiti si tradurrebbe in sanzioni miliardarie per le aziende. In realtà, fa notare Boraschi, la situazione potrebbe essere meno drammatica del previsto. «La maggior parte delle case automobilistiche è abbastanza vicina a centrare i risultati richiesti. Le cifre sin qui paventate da Acea, nonché il loro progressivo incremento, ci sembrano solo strumentali per chiedere dilazioni e scorciatoie non necessarie», osserva il direttore di T&E Italia. Le multe della Commissione europea sono calcolate in 95 euro da moltiplicare per ogni grammo di CO2/km in eccesso e per il volume delle immatricolazioni. La sanzione, dunque, varierà in base alla grandezza delle aziende e a quanto si è lontani dall’obiettivo. I dati definitivi sulle emissioni di CO2 nel 2025 saranno disponibili solo nell’autunno dell’anno successivo. Questo significa che le richieste di pagamento saranno emesse da Bruxelles solo verso la fine del 2026.
La speranza per il 2025: auto elettriche più economiche
Dopo tre anni di stagnazione del mercato, T&E si aspetta che le auto elettriche arrivino a rappresentare poco meno di un quarto (il 24%) delle vendite nell’Unione europea. Le stime dell’Acea, che cita un’analisi di Standard&Poor’s, sono più pessimistiche e parlano di una percentuale del 21%. C’è però una novità che potrebbe aiutare il mercato a ripartire: il debutto di nuovi modelli elettrici a un prezzo più accessibile. «Le case auto stanno rispettando la tabella di marcia per il lancio dei modelli più economici. Questo perché – spiega ancora Boraschi – ne hanno bisogno per centrare gli obiettivi del 2025. Non possono fare marcia indietro, almeno sin quando gli obiettivi non vengono rinegoziati o indeboliti».
Nel 2022 e 2023, i produttori non hanno immesso sul mercato alcun modello di auto elettrica sotto i 25mila euro. E c’è chi suggerisce che sia anche per questo motivo che le vendite di veicoli a batteria si sono rivelate più deludenti del previsto. Nel 2024 il trend si è finalmente invertito, grazie al lancio di sei nuovi modelli economici: Fiat Grande Panda, Hyundai Inster, Citroën e-C3, Dongfeng Nammi Box, Leapmotor Stellantis T03 e New Dacia Spring. Nel 2025 debutteranno altre cinque nuove auto sotto i 25mila euro: Volkwagen ID.2, Skoda Epiq, Renault R5, Cupra Raval e Byd Seagull. Non è detto, precisa Boraschi, «che ognuno di questi modelli raggiungerà necessariamente volumi di produzione di massa già il prossimo anno». Ma di sicuro si amplierà notevolmente l’offerta di auto elettriche a prezzi più accessibili. E chissà che non sia proprio questa la novità in grado di risollevare i dati delle vendite.
In copertina: Lo stabilimento di Volkswagen a Wolfsburg, in Germania (EPA/Clemens Bilan)
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