In nome dell’amore si possono fare grandi cose, anche costruire una casa per accogliere persone con disabilità e offrire loro un futuro. Un sogno che è diventato realtà grazie all’amore straordinario di due genitori, Lucia e Alessandro Borgonovo, che hanno saputo trasformare il dolore per la morte della loro Eleonora in una speranza per tanti altri ragazzi. È grazie a questa coppia di milanesi originari della Brianza se ieri a Cantù, in provincia di Como, alla presenza del ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, si è inaugurata una struttura pensata per assistere fino a 20 ospiti con problematiche di tipo fisico e motorio che arriveranno qui da tutta la Lombardia.
Un’idea nata ormai trent’anni fa, quando Lucia e Alessandro Borgonovo si trovarono a dover affrontare la morte di Eleonora, affetta da una grave disabilità e deceduta il 22 luglio del 1995 a soli 19 anni di età. Nel suo nome decisero di creare un luogo in cui ragazzi e ragazze come lei avrebbero potuto ricevere assistenza e cure, ma non a Milano dove vivevano bensì a Figino Serenza, in provincia di Como, dove possedevano una casa che venne destinata a questo scopo. La loro idea fu subito sposata dal sindaco Angelo Carpani che già stava studiando, con i comuni dell’area canturina l’ipotesi di creazione di una struttura residenziale per disabili, che andasse a completare l’offerta di servizi solo diurni dei centri socio-educativi. In breve tempo l’iniziativa si estese anche ad altri privati e in particolare la famiglia Ambrogio Baragiola di Cantù, che conosceva molto bene il mondo della disabilità per via di Lidia, una ragazza che proprio come Eleonora era affetta da gravi problemi fin dalla nascita. E così le famiglie Borgonovo e Baragiola assunsero il ruolo di principali finanziatori dell’opera, la cui realizzazione fu resa possibile attraverso il sostegno dei Lions Club di Cantù- Mariano Comense e di 14 Comuni del canturino e del marianese che aderirono alla proposta di dotare il proprio territorio di un Centro per disabili. Fu così che nel settembre del 2000 a Figino Serenza fu inaugurata una Residenza sanitaria per disabili intitolata proprio a “Eleonora e Lidia“, in grado di assistere 36 persone con disabilità gravi e gravissime di tipo fisico e motorio. Per statuto sei posti sono riservati a degenti di Milano, in un nome di un legame che non è mai venuto meno e che anzi si è rinsaldato ieri con l’inaugurazione della nuova struttura di Cantù, per la cura di persone diversamente abili con difficoltà psichiche e comportamentali. “Questa nuova struttura accoglierà 20 ospiti in un contesto immerso nel verde. Una residenza modulare e al passo con i tempi, che prevede due nuclei da dieci posti ciascuno – ha spiegato il presidente della Fondazione ‘Eleonora e Lidia’, Angelo Carpani -. Non solo, oltre al piano terra della struttura con cinque camere doppie e dieci singole, viene inaugurato anche un piano seminterrato dedicato alle aree riabilitative degli ospiti con spazi polivalenti. L’obiettivo è quello di continuare a garantire la migliore qualità di cura e assistenza ai disabili del nostro territorio, per rendere degna di essere vissuta la loro vita e quella dei loro familiari. Guardare al presente, sì, ma anche al futuro, impegnandoci attivamente per il “dopo di noi“, ovvero quando queste ragazze e questi ragazzi perderanno i loro genitori”.
La nuova struttura per disabili ha richiesto e sta richiedendo alla Fondazione un impegno economico significativo di oltre 3 milioni di euro finanziati in parte con fondi propri, in parte con un mutuo acceso con Banca Intesa Sanpaolo e in parte con donazioni di soggetti privati come Fondazione Cariplo (nell’ambito del progetto “Una casa nel verde per la disabilità”), Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù, Lions Club International, CESVI Fondazione – ETS di Banca Intesa Sanpaolo (nell’ambito del progetto Accoglienza Green). L’obiettivo è quello di continuare a garantire la migliore qualità di vita e assistenza ai disabili del territorio, con un impegno rivolto anche al futuro. All’inaugurazione, celebrata ieri nel giorno di San Valentino, c’erano Lidia e la mamma di Eleonora, la signora Lucia che nel nome dell’amore per sua figlia ha fatto il bene di tanti ragazzi e ragazze.
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