“Le strade di Palermo sono stracolme di souvenir che inneggiano alla mafia”. L’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle, Aldo Penna, è tornato ad accendere i riflettori sul problema definendolo un “fatto intollerabile per una città che annovera centinaia di vittima per mano mafiosa”e ha lanciato un appello al sindaco Roberto Lagalla chiedendo un suo intervento.
“Credo sia arrivato il tempo, come ha già espresso, di porre fine a questa esibizione di complicità vietando come ha già fatto il sindaco di Agrigento ogni vendita di questi odiosi e offensivi souvenir. Mi affido alla sua sensibilità e per questo la prego di predisporre come già il suo collega in ordinanza che blocchi tale plateale offesa”, scrive ancora Penna.
Già in passato lo sfruttamento del brand “mafia” è stato oggetto di polemiche per la vendita di gadget e altri oggetti anche negli aeroporti siciliani e a bordo dei traghetti che collegano Messina e Villa San Giovanni. In quell’occasione l’assessore aveva bloccato la vendita a bordo delle navi spiegando però che non si sarebbe potuto con un provvedimento che colpisse tutti i negozi dell’Isola.
La scorsa estate il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, aveva adottato un’ordinanza per vietare la vendita di souvenir e gadget contenenti riferimenti alla criminalità organizzata, calamite e pupazzetti del padrino o di uomini con la coppola in testa o con un cartello fra le mani riportante la scritta “U mafiusu”.
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