“Chiaroscuri su economia e sociale”

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“È necessaria un’azione forte per rilanciare il tessuto industriale regionale” così il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo sui dati del rapporto Svimez sulle previsioni regionali 2024/26

Per lombardo occorre incentivare l’innovazione e la ricerca, sostenendo anche le piccole e medie imprese, che rappresentano l’ossatura economica della regione.

In una nota Michele Lombardo spiega che “La crisi del settore automotive impone un piano di ristrutturazione e probabilmente in alcuni casi di riconversione industriale, e la debole crescita salariale rappresenta ad oggi un freno alla domanda interna. Il Mezzogiorno nel confronto europeo mantiene “il tallone d’Achille” riguardo le dinamiche salariali e le basse retribuzioni lorde dei dipendenti non riescono a generare di fatto incrementi significativi e duraturi del potere d’acquisto. Per tale motivo diventa centrale il ruolo della contrattazione di primo e secondo livello, e di politiche di sostegno occupazionale e salariale a carattere regionale”.

In Abruzzo infatti, secondo il rapporto, sebbene ci siano segnali di crescita grazie agli investimenti pubblici e al traino del Pnrr, le difficoltà del settore industriale e la contrazione della domanda interna rischiano di frenare lo sviluppo e penalizzare l’occupazione. Sul piano nazionale l’Italia scivola in fondo alla classifica europea, assieme alla Germania prevedendo una crescita del PIL dello +0,7% per il 2025, registrando una debolezza complessiva del “sistema paese”. Inoltre il Pil regionale abruzzese nel 2024 ha registrato una crescita (stimata sul +0,2691), con previsioni per il 2025-2026 che vedono performance leggermente migliori (+1,2839) ma comunque inferiori rispetto alla media nazionale.

“L’occupazione regionale – spiega il segretario regionale della Uil Abruzzo – nel settore industriale ha subito una contrazione del 3,9%, con una riduzione particolarmente marcata nella filiera dell’automotive, comparto chiave per questa regione, che deve affrontare la transizione verso la mobilità elettrica e contemporaneamente il calo della domanda estera. Mantenendo comunque un risultato positivo nell’impatto della crescita economica ed occupazionale regionale del settore industriale abruzzese che lo pone in termini percentuali al primo posto tra le regioni del Sud Italia. Tuttavia, il rapporto registra delle difficoltà nel settore industriale a partire dal settore tessile in Abruzzo che condiziona fortemente lo scenario regionale, ma anche quello nazionale dove si registra un -13,5% sulla variazione della produzione nel periodo 2022-2024. Gli investimenti in costruzioni hanno rappresentato un fattore trainante per l’economia regionale negli ultimi anni, con un’impennata grazie al Superbonus tra il 2021 e il 2023. Tuttavia, il rallentamento di questi incentivi ha comportato una riduzione degli investimenti privati, mentre quelli pubblici sostenuti dal PNRR si confermano un motore di crescita, con un impatto superiore al 60% sulla dinamica economica del Mezzogiorno. Nel 2024 i consumi delle famiglie nel Mezzogiorno hanno avuto una crescita contenuta (+0,3%), mentre i consumi di beni hanno subito un calo (-0,5%) nonostante il tasso di inflazione sia sceso nel 2024, di fatto l’impatto sui beni essenziali ha ancora frenato la ripresa del potere d’acquisto delle famiglie. La compressione del costo del lavoro per mantenere la competitività delle imprese rischia di marcare le già attuali difficoltà occupazionali e ridurre ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie abruzzesi. Per questo, rispetto al quadro economico delineato si rende necessario un nuovo patto concertativo tra le istituzioni, le parti sociali e le imprese per individuare insieme le corrette linee strategiche di rilancio per il nostro territorio regionale. Il Pnrr, i fondi strutturali europei della nuova programmazione sono elementi di grande opportunità, ma servono politiche mirate per garantire che le risorse investite abbiano un impatto significativo e duraturo sulla crescita economica ed occupazionale. Sottovalutare questo rischio, senza un intervento strutturale sul lavoro e sui salari, determinerebbe un progressivo impoverimento della nostra economia e del nostro tessuto sociale, del resto gli ultimi dati sulla povertà nella nostra regione che indicano 180.000 abruzzesi in uno stato di povertà assoluta, impongono anche decisioni di sostegno al reddito in tempi brevi”.



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