Coldiretti contro Enas sullo spreco delle risorse idriche: “L’acqua non viene persa nei campi”

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Gli agricoltori e allevatori sardi contro l’amministratore unico di Enas che “attraverso le sue parole ha additato proprio il settore agricolo come uno dei maggiori responsabili degli sprechi di acqua. Un’accusa pesante, soprattutto se a pronunciarla è chi guida un ente che dovrebbe avere una conoscenza approfondita della materia e che dovrebbe preoccuparsi di risolvere i problemi strutturali della gestione idrica in Sardegna”. Lo sottolinea, Coldiretti Sardegna, rispondendo alle parole rilasciate dal numero uno di Enas. 

La realtà dei fatti, chiarisce Coldiretti è un’altra: “Gli agricoltori sono in prima linea per il risparmio idrico. Le parole dell’amministratore di Enas non trovano alcun riscontro nei fatti. Gli agricoltori da anni investono in tecnologie per una gestione più efficiente della risorsa idrica, adottando impianti a goccia e pratiche di agricoltura di precisione per ridurre al minimo il consumo di acqua – spiegano da Coldiretti – . Non solo: i Consorzi di bonifica, composti proprio dagli agricoltori, sono i primi a garantire un controllo rigoroso della risorsa idrica, lavorando per ridurre sprechi e ottimizzare i costi”. 

“È assurdo che chi dovrebbe conoscere bene la materia si lasci andare a dichiarazioni di questo tipo”, continua Coldiretti. “I veri sprechi non si trovano nei campi, ma nelle infrastrutture obsolete: il 50% dell’acqua si perde nelle condotte colabrodo prima ancora di arrivare agli utenti”. Per Coldiretti, inoltre, “mentre si accusa chi lavora quotidianamente per garantire la produzione alimentare, si dimentica che il problema principale è l’inefficienza del sistema idrico. È inaccettabile che molte dighe sarde siano costrette a scaricare milioni di metri cubi di acqua in mare quando piove, invece di sfruttare connessioni tra i bacini per conservarla”. Inoltre Coldiretti chiede “dove sono gli interventi strutturali che Coldiretti chiede da anni per migliorare la gestione delle risorse idriche? È più facile scaricare la responsabilità sugli agricoltori piuttosto che affrontare i veri problemi?”

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Coldiretti adesso ha deciso di formulare 10 domande a Enas per chiarire la situazione, eccole di seguito:

  – Lo sa l’amministratore di Enas che l’acqua utilizzata è pagata per l’irrigazione non è “sprecata”, ma torna nel ciclo naturale, contribuendo alla ricarica delle falde e alla conservazione del suolo? 

  – Lo sa che il principale problema di dispersione idrica non è l’agricoltura ma sono le condotte colabrodo che perdono il 50% dell’acqua?  Da chi sono gestite?

  – È a conoscenza che i campi irrigati producono cibo che aiuta l’ambiente come per esempio un campo di mais che cattura 50 tonnellate di CO₂ o un vigneto 14, dimostrando il valore ambientale dell’agricoltura? 

  – Lo sa che i Consorzi di Bonifica stanno investendo ingenti somme dei propri consorziati, quindi agricoltori, in risparmio idrico e in attività di riduzione delle perdite? 

  – Quali interventi straordinari sta facendo Enas o si stanno pianificando per ridurre le perdite di acqua nelle condotte e reti irrigue? 

  – Perché nel 2018, un anno di grandi piogge, solo il sistema del Flumendosa ha scaricato in mare quasi 50 milioni di metri cubi di acqua che oggi sarebbero fondamentali per l’isola?

  – Lo sa che lo scorso anno a causa della siccità e il mancato ricorso al sistema idrico sono andati persi 5 mila ettari di terreni irrigati e coltivati nel solo Sud Sardegna e quest’anno rischiamo lo stesso? 

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  – Lo sa in termini economici cosa vuol dire perdere 5 mila ettari di produzioni in un solo anno e quali conseguenze disastrose ci sono per la produzione del cibo per la collettività? 

  – È consapevole che se non si interviene adeguatamente, il perdurare di questa situazione porterà alla chiusura di tante aziende? Può immaginare il costo sociale che ne conseguirebbe in termini di minore occupazione e mancata manutenzione del territorio?  

  – Cosa si sta facendo per portare gli invasi alla loro massima capacità e sfruttare tecniche come le laminazioni dinamiche o il riutilizzo delle acque reflue? Dobbiamo affidarci alla danza della pioggia o finalmente ci si deciderà a investire in infrastrutture adeguate?

“Gli agricoltori – spiega Coldiretti – fanno la loro parte: innovano, risparmiano, lavorano per garantire un uso efficiente della risorsa idrica. Chi gestisce gli enti pubblici deve fare altrettanto, senza scaricare responsabilità su chi produce cibo e tutela il territorio. Coldiretti ha sempre avanzato proposte concrete per una gestione più efficiente dell’acqua, ma troppo spesso sono rimaste inascoltate. Se davvero vogliamo affrontare il problema della siccità – conclude Coldiretti – servono interventi strutturali immediati e una gestione più lungimirante della risorsa idrica”.





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