Bologna, 22 novembre 2024 – In via Zoccoli regnano ancora caos, difficoltà e paura. Il caos c’è perché, dopo l’alluvione di un mese fa e l’ordinanza comunale tanto discussa – quella che chiede ai residenti di nominare i tecnici e di occuparsi del ripristino dei danni –, la matassa giuridica sulle responsabilità non è ancora stata dipanata.
Via Zoccoli subito dopo l’alluvione di Bologna: la strada tra via Saragozza e via XXI Aprile ha subìto danni ingentissimi
Le difficoltà poi ci sono anche dal punto di vista economico, dato che una prima stima preliminare – per mettere a posto il muretto della discordia, gonfiato e rovinato – parlerebbe di 100mila euro (anche se al Comune, per ora, non è pervenuto nulla). E la paura resta: basta guardare quegli enormi buchi alla copertura pericolante del solaio – che si trova in un tratto demaniale – da cui il 19 ottobre è fuoriuscito il torrente. E che ora fanno tremare chiunque si interroghi cosa possa succedere di fronte a una nuova alluvione.
Le ultime novità emergono dalla maxi-assemblea tra condomini di inizio settimana. L’ordinanza comunale prevedeva di nominare i periti per le verifiche entro 10 giorni, e in attesa di sopralluoghi e rendicontazioni, è stata messa in stand-by. Poi bisognerà vedere, dopo le relazioni tecniche, se avrà ancora senso di esistere. Sembrerebbe, inoltre, che un manipolo di residenti – prevalentemente distinti in due gruppetti, tra quelli che abitano ai civici 15 e 17 e quelli che abitano dall’1 al 13 – dovrebbero nominare nuovi tecnici per i sopralluoghi a inizio dicembre. In più non sono ancora stati fissati nuovi incontri tra i cittadini e l’amministrazione, nonostante qualcosa dovrebbe muoversi tra la fine della settimana e l’inizio della prossima.
Le voragine nella copertura del torrente Ravone create dalla furia dell’acqua
L’obiettivo di tutti è quello di rimanere sul piano del dialogo. Da entrambe le parti, condomini e Comune, c’è la volontà di venirsi incontro. Bisognerà però vedere come. E soprattutto chi sarà chiamato a pagare. Non solo, perché c’è pure il tema dell’incuria: il muretto non sarebbe stato in condizioni ottimali anche prima degli eventi di ottobre, quindi lo stato di usura non sarebbe imputabile solo all’alluvione.
Un’altra ipotesi sul muretto è quella annunciata dal Comune, secondo cui Palazzo d’Accursio starebbe valutando “la possibilità di acquisirne gratuitamente la proprietà, riconoscendone l’interesse pubblico, per poi intervenire alla sistemazione della parte che diventerà di propria competenza, dividendo le spese con la proprietà privata confinante”.
Il muretto a rischio crollo, perché danneggiato dall’alluvione, al centro dell’ordinanza comunale che ha creato tanta discordia
Infine, oltre a solaio e muretto, c’è il tratto tombinato, su cui non manca la certezza della proprietà, se sia demaniale o privata: il sopralluogo congiunto di Comune, Agenzia per la sicurezza territoriale e Protezione civile e vigili del fuoco, per valutare entità danni e stabilire modalità di intervento, non c’è ancora stato. Insomma: caos, difficoltà e paura.
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