Il 2025 delle missioni spaziali è iniziato sotto il segno della Luna. La conquista del nostro satellite, dopo gli anni gloriosi dell’Apollo e della gara spaziale tra Usa e Urss, è ripresa con vigore e già a gennaio due sonde spaziali automatiche sono state lanciate sulla traiettoria lunare.
Gli appuntamenti di rilievo, quest’anno, sono molti: dai lanciatori alle sonde interplanetarie, dai nuovi test delle astronavi di Elon Musk al ritorno sulla scena dell’Europa, mentre la Cina si appresta a collaudare nuovi razzi vettori e, forse, il primo prototipo di una nuova navicella con equipaggio; sarà più simile a quelle statunitensi piuttosto che all’attuale Shenzhou, quasi gemella della Sojuz russe.
Ma il 2025 sarà anche l’anno in cui verrà a mancare l’appuntamento più atteso, rinviato ad aprile del 2026: il primo volo con astronauti verso la Luna, con la missione Artemis 2, e la capsula Orion. Per la prima volta, dal dicembre 1972.
I test di Starship. In gennaio è stato effettuato anche il settimo test senza equipaggio dell’astronave Starship di SpaceX, spinta dal gigantesco razzo Super Heavy. Il test non è andato bene e la gigantesca astronave, alta quasi 50 metri e in versione modificata e potenziata rispetto alle precedenti, è stata fatta esplodere dopo soli 15 minuti. Ma la compagnia di Musk non si ferma e ripeterà in marzo, con l’ottavo volo, il test. E con il volo numero 9 tenterà, finalmente, di immettere l’astronave in orbita terrestre. Finora, infatti, i voli della Starship sono sempre stati sub-orbitali, senza far compiere all’astronave almeno un giro completo attorno alla Terra.
Si prevedono, nel 2025, almeno altri cinque voli di test della Starship e del suo razzo vettore Super Heavy. Sarà proprio la Starship a dover garantire l’allunaggio degli astronauti. I lanci previsti includono anche il rifornimento in orbita tra due astronavi: operazione fondamentale per i voli lunari, dove la Starship in versione “Hls” (“Human Landing System”), aggancerà in orbita lunare la stazione “Gateway”. Da qui gli astronauti, che nel frattempo avranno raggiunto la stazione con la capsula euro-americana Orion, si trasferiranno sulla stessa Starship per scendere sulla Luna, per poi farvi ritorno a fine esplorazione. Scenario, questo, che non avverrà prima del 2027.
La compagnia di Musk è sempre più protagonista dello scenario spaziale. A maggior ragione dopo la vittoria di Trump, i programmi di SpaceX acquisiranno ulteriore spinta. E non è un caso che il prossimo capo della Nasa sarà il ricco imprenditore Jared Isaacman: ha partecipato, con i propri finanziamenti, a una serie di missioni private con equipaggio delle navicelle di Space X in orbita terrestre, ed è lui stesso un astronauta “non governativo”.
Gli appuntamenti cosmici. Con destinazione Luna, in attesa delle prime missioni con equipaggio, proseguiranno quelle robotizzate. In particolare, quelle realizzate da compagnie private. La sonda automatica IML 2 “Nova C”, ideata dalla Intuitive Machine, è stata la prima missione spaziale americana lanciata nel 2025: diretta verso il cratere Shackleton, deve studiare i giacimenti d’acqua nel sottosuolo.
IML2 porterà sulla superficie lunare due micro-rover giapponesi: arriveranno sulla Luna per i primi di marzo. Sarà seguita, in ottobre, da IML 3, che porterà sulla superficie il rover Lunar Vertex.
In maggio, invece, sarà il turno della Cina: lancerà la sonda Tianwen 2, con destinazione l’asteroide Kamo’oalewa, distante 38 milioni di chilometri dalla Terra. Obiettivo: recuperarne i campioni, da riportare sulla Terra. Sempre con un asteroide avverrà l’incontro ravvicinato della sonda “Lucy” della Nasa, mentre Israele ritenterà, sperando in maggiore fortuna, con la sonda lunare Beresheet 2, dopo il fallimento della prima.
Tre telescopi spaziali verranno lanciati nel 2025: “Spares”, un mini-telescopio stile cubesat, frutto di una collaborazione internazionale, e poi, “made in Nasa”, “SphereX”, destinato a definire una mappa del cielo nell’infrarosso, e “Imap” per lo studio dell’eliosfera.
Intanto, Blue Origin, la compagnia spaziale di Jeff Bezos, invierà in orbita terrestre “Blue Ring”, un “acchiappa-satelliti” da indirizzare su altre orbite e anche su traiettorie interplanetarie. E nemmeno Marte è stato dimenticato. Partirà, in primavera, la missione “Escapade”, che comprende una coppia di sonde: saranno lanciate con il nuovo, e più potente, razzo “New Glenn” di Blue Origin. Nel frattempo, verranno effettuati i test nello spazio dei super-vettori che dovranno portare i primi cinesi sulla Luna, entro e non oltre il 2030. Ecco una delle ragioni per cui alla Nasa, assieme ai partner internazionali, cominciano ad avere fretta di tornare sul suolo selenico.
Le missioni alla ISS. In orbita terrestre, poi, proseguiranno le attività scientifiche e tecnologiche degli astronauti sulla Stazione Internazionale. Astronauti russi e americani, almeno per tutto il 2025, continueranno a operare assieme. Sono in programma almeno tre missioni della navicella “Crew Dragon” da Cape Canaveral destinate alla Iss (e almeno due private, quelle di Axiom): la prima, il 10 marzo, porterà quattro astronauti, compreso il russo Kirill Peskov. E poi, entro la fine di marzo, è previsto che tornino sulla Terra i due astronauti Sunita Williams e Butch Wilmore. Erano partiti lo scorso maggio sulla navicella “Starliner” della Boeing, in una missione-test costellata da problemi tecnici: dovevano restare in orbita otto giorni e, invece, vi resteranno nove mesi.
Anche le Sojuz russe con cosmonauti, e le navicelle cargo “Progress”, faranno la spola tra la Terra e l’orbita della Stazione: la prima Sojuz, la Ms-27, partirà da Bajkonur in marzo e a bordo ospiterà anche l’astronauta statunitense Jonny Kim. E la Cina? Sarà, come sempre, molto attiva, e invierà un nuovo terzetto di astronauti sulla sua innovativa stazione Taingong. La base orbitante cinese ospita da tempo permanenze di sei mesi e terzetti di “taikonauti”. Nel 2025 la stazione vedrà l’arrivo di un nuovo modulo per ampliarne la struttura. Oltre a uno shuttle, più piccolo di quello storico statunitense, e senza equipaggio.
Il ruolo dell’Europa. L’Europa dello spazio, e quindi anche l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e le aziende di settore, sarà protagonista soprattutto con il rilancio dei propri razzi vettori. Il potente e nuovo Ariane 6, dopo il buon debutto del 2024, a metà febbraio effettuerà il secondo lancio. Mentre Vega-C, il razzo italiano costruito da “Avio” a Colleferro, procederà con i suoi lanci dopo essere tornato nello spazio lo scorso 5 dicembre dopo una lunga pausa: in estate invierà in orbita un nuovo satellite italiano della rete Cosmo-Skymed, realizzato dall’ASI.
Il “Programma Copernicus” dell’Esa della UE prevede di mantenere attivi i 15 satelliti che in orbita terrestre monitorano il nostro pianeta. E anche la Nasa, a metà febbraio, invierà in orbita il satellite-radar “Nisar”, per lo studio sui cambiamenti climatici.
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