La Perla, sedici proposte d’acquisto: bando prorogato per due settimane

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di
Luciana Cavina

Bologna, l’avviso si propone di vendere in blocco tutto gli asset del gruppo. ll ministro Urso: merito di un lavoro di squadra senza precedenti, ora opportunità di rilancio​​

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Più di quanto si attendeva: sono sedici le manifestazioni di interesse, le candidature all’acquisto di La Perla da parte di soggetti industriali e finanziari, pervenute al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Tanto che, la scadenza del bando, arrivato ieri (martedì 11 febbraio) al termine, sarà prorogato di due settimane. L’avviso, lo ricordiamo, si propone di vendere in blocco tutto gli asset del gruppo cui fa capo lo storico stabilimento bolognese di lingerie di lusso. «Alla luce del crescente interesse riscontrato — fanno sapere da Roma – i commissari hanno richiesto al Mimit l’autorizzazione a prorogare i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse di un paio di settimane, così da garantire la massima partecipazione alla procedura». Valutate le istanze, gli operatori che hanno manifestato il proprio interesse potranno accedere alla data room per analizzare i dati e i termini del bando di acquisizione, nel rispetto della clausola di riservatezza, e successivamente formulare un’eventuale proposta vincolante di acquisto.

La vendita unitaria degli asset del Gruppo

«È un grande successo e un passo decisivo verso la possibile rinascita di La Perla, storico simbolo del Made in Italy – esulta il ministro Adolfo Urso — Grazie a un lavoro di squadra senza precedenti, stiamo trasformando una crisi in un’opportunità di rilancio industriale, un segnale importante per tutto il comparto della moda». L’impegno del Mimit, l’incessante mobilitazione delle lavoratrici sostenute dai sindacati, e le tante sollecitazioni da parte della Regione insieme, naturalmente, al lavoro dei commissari hanno portato effettivamente a un risultato che non era scontato: la vendita unitaria degli asset del Gruppo che comprende il marchio e lo stabilimento produttivo. Per la prima volta, ricorda ancora il ministero, si arrivati ad armonizzare diverse procedure (alcune a scopo liquidatorio), di cui una nel Regno Unito in tempo di Brexit. In attesa che la vendita vada in porto attraverso la scelta di un player in grado di proporre una soluzione industriale che salvaguardi produttività e occupazione, il ministero del Lavoro sta studiando una soluzione normativa per garantire ammortizzatori sociali alla cinquantina di dipendenti del ramo retail rimaste fuori dall’istituto della cassa integrazione. Dipendenti, per altro, la cui assunzione non può essere resa obbligatoria da chi si aggiudicherà la gara.




















































La continuità degli ammortizzatori sociali

Intanto l’alto numero di proposte d’acquisto — tra cui quella dell’ex «mister Calzedonia Sandro Veronesi — è già un successo. «Il forte interesse riscontrato conferma il valore del lavoro svolto — ribadisce il sottosegretario di Stato con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto —. Dal 2023, il Mimit ha operato con determinazione per tutelare l’eccellenza del marchio La Perla, salvaguardare lavoratrici e lavoratori e rafforzare un settore strategico per il Paese». «È segno tangibile dell’ottimo operato del governo Meloni e del ministro Urso» — commentano i senatore di Fdi Marco Lisei e Domenica Spinelli. Ma nessuno abbassa la guardia, l’affidamento della vendita a chi saprà guidare il rilancio sarà la tappa decisiva. E proprio l’altro giorno il Pd in viale Aldo Moro ha chiesto con una interrogazione (Simona Lembi prima firmataria) all’esecutivo regionale «di monitorare il rispetto dei tempi, garantire la continuità degli ammortizzatori sociali per i circa 230 dipendenti e valutare misure di supporto per le lavoratrici della rete commerciale di La Perla Italia, non incluse nel bando di gara».

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12 febbraio 2025

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