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Un idraulico viene derubato di costose apparecchiature che poi ritrova poco dopo in vendita on line. È iniziata così, nel mese di gennaio 2023, quella che si è rivelata poi un’importante indagine dei carabinieri di Rivergaro con undici indagati, di cui cinque accusati di associazione per delinquere finalizzata a furti, ricettazione e uso indebito di carta di credito. Due degli indagati, dopo l’interrogatorio preventivo, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si tratta di Michele Taliano, difeso dall’avvocato Antonino Rossi e Guido Ivan Freschini (ritenuto figura apicale della banda) difeso dall’avvocato Alessanfro Righi, uno del gruppo invece era già ai domiciliari, mentre un altro, un marocchino e considerato uno dei principali ricettatori del gruppo, al momento è irreperibile ma non ha in capo misure cautelari, gli altri – tra loro anche alcuni clienti – sono indagati a piede libero. Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Mauro Pontini e Lorenza Dordoni.
INDAGATO IRREPERIBILE – Dall’entrata in vigore della legge Nordio che prevede, tra le altre disposizioni, l’interrogatorio preventivo, non è la prima volta anche a Piacenza che un indagato si renda irreperibile. Tale istituto infatti impone l’obbligo di svolgere l’interrogatorio di garanzia prima dell’adozione del relativo provvedimento della restrizione della libertà personale chiesto dal pm e non dopo, come avveniva in precedenza. In sostanza la persona viene informata di essere indagata, nomina il proprio difensore e viene fissato l’interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari che decide successivamente se applicare la misura richiesta dalla procura. Talvolta accade che qualcuno decida di sparire. In tal caso, sapendo del procedimento perché notificato, il processo può avere luogo anche in assenza dell’imputato.
LE INDAGINI – Sono quarantuno i capi di imputazione di cui è chiamato a rispondere il gruppo di malviventi – con alle spalle già diversi precedenti penali – specializzato, secondo la procura, nel furto di costose biciclette, attrezzi e carte di credito o bancomat (e anche di alcuni prosciutti trovati a bordo di un furgone). Il materiale rubato nei vari colpi era poi stoccato in due garage scoperti dai carabinieri e rivenduto dai ricettatori. Il valore complessivo dei furti potrebbe ammontare a più di 200mila euro, mentre i militari nel corso delle indagini sono riusciti a restituire ai legittimi proprietari sia bici sia materiale vario per circa 100mila euro.
L’idraulico, una volta riconosciuti i propri attrezzi aveva contattato i carabinieri di Rivergaro, guidati dal luogotenente Roberto Guasco, che di fatto si erano presentati all’incontro che il truffatore aveva dato alla vittima del furto che si era finto interessato all’acquisto e avevano trovato il primo garage a Rivergaro. Lì erano stoccati 49 elettroutensili e utensili edili di diverse marche: trapani, avvitatori, attrezzi di vario genere e una bicicletta da corsa, per un valore complessivo di circa 30mila euro. Capendo che dietro poteva esserci un’attività criminale ben più strutturata, i carabinieri di Rivergaro hanno iniziato un’articolata attività d’indagine con l’uso di intercettazioni ambientali e telefoniche, gps e telecamere che hanno rivelato come ci avessero visto giusto.
Quanto man mano emergeva ha portato i militari a comporre l’organigramma dell’organizzazione che annoverava chi studiava e compiva i colpi, chi ricettava la merce rubata, chi procurava garage per nasconderla e chi offriva aiuto e supporto logistico nel compimento dei reati. Contestuale, ma relativamente marginale, anche un’attività di spaccio di droga. Per impossessarsi di costose biciclette (dai 2mila ai 18mila euro l’una) – varie le marche nel mirino, tra le quali Scott, Specialized, Wilier, Trek, Pinarello,– il gruppo si sarebbe spostato in varie città d’Italia in occasione di gare ciclistiche e previo controllo dei parcheggi e di eventuali misure di sicurezza, entrava in azione. Il copione era quasi sempre il medesimo: mentre i ciclisti erano impegnati a pedalare, i ladri sono accusati di aver forzato i mezzi parcheggiati e di aver rubato le bici di riserva e scorta, nell’occasione si sarebbero impossessati anche di carte di credito e bancomat che poi utilizzavano. I colpi sono avvenuti a Desenzano del Garda, Novara, Cernobbio, Cuneo, Massa, Siena, Verona, Pistoia, Cremona, Vercelli, Orio Litta, Borghetto Lodigiano etc.
Non solo. Sono anche accusati di aver colpito nella notte tra il 21 e il 22 febbraio due negozi di bici a Castelsangiovanni. Nel mirino “Ciclosport” e “Magnani Cicli”: nel primo avevano rubato quattro bici per circa 28mila euro, nel secondo due velocipedi per quasi diecimila euro. Nel corso delle indagini i carabinieri di Rivergaro, coordinati dal sostituto procuratore Matteo Centini, hanno scoperto il secondo magazzino di merce rubata nei pressi di via Boselli. I militari avevano trovato tre bici, due del valore di 19mila euro, risultate rubate a Desenzano del Garda in occasione della manifestazione ciclistica “Gran Fondo Colnago 2.0” e un’altra del valore di circa 8mila euro, ma anche 150 pacchetti di sigarette, una motosega, 11 valigette da lavoro con utensili per elettricisti e artigiani edili e un tassellatore, per un valore totale di circa 45mila euro. Altre otto bici furono poi trovate anche a bordo di un camper.
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