CATANIA – Finì al centro di un ciclone giudiziario. Fu arrestato e subì anche una confisca di beni. Adesso l’imprenditore Sandro Monaco di Regalbuto, nell’Ennese, coinvolto nell’inchiesta Iblis e accusato di essere in qualche modo vicino all’allora referente del clan Santapaola Ercolano a Catania Vincenzo Aiello, è stato assolto con formula piena.
La sentenza è stata emessa dalla Corte d’appello di Catania, dopo che la condanna era stata annullata in Cassazione. Del resto Monaco, difeso dagli avvocati Franco Passanisi e Valerio Vianello, si è sempre professato innocente.
Le sue parole a Radio Radicale
Sono ancora pubbliche, sul sito di Radio Radicale, alcune sue dichiarazioni spontanee del 2013, durante il processo di primo grado. In aula lui chiede di parlare con i giudici per riferire della nuova richiesta estorsiva ricevuta dalla sua azienda.
Ma i giudici lo interrompono, dicendo che quei fatti sono successivi ai temi del processo. L’azienda inoltre in quel momento era sotto sequestro, quindi tecnicamente non si poteva ritenere “sua”, in senso stretto. Sta di fatto che la Cassazione per lui ha escluso ogni ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, rinviando gli atti ai giudici di secondo grado.
La sentenza
Nel frattempo, dall’annullamento, sono passati anni. E ora la Corte d’appello, presieduta da Carmen La Rosa, lo ha assolto perché il fatto non sussiste. Per l’imputato, in pratica, l’accusa era di non essere una semplice vittima, ma di aver pagato i clan ricevendo in cambio favori.
Lo stesso Aiello lo avrebbe definito come una persona che conosceva da oltre 30 anni, un suo “amico” che gli stava “alle spalle”, che si era sempre comportata in modo “corretto”, mandando somme di denaro anche in momenti in cui era in crisi economica. Sta di fatto che l’intero teorema adesso cade, per effetto di questa sentenza.
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