Non solo il calo delle portate sorgentizie, ad alimentare le sospensioni del servizio idrico tra Irpinia e Sannio sono le continue rotture delle condotte che ancora producono disagi ai cittadini. Quella verificatasi domenica notte sull’adduttrice da 800 millimetri nel territorio di Castelfranci è stata riparata dai tecnici dell’Alto Calore dopo diverse ore di lavoro ma i disservizi per ben 32 comuni sono continuati fino a questa mattina.
L’intervento cominciato all’alba di ieri, infatti, e terminato nel tardo pomeriggio. Poi è iniziata la procedura di riempimento del sistema che va eseguita lentamente altrimenti la pressione dell’acqua può creare nuove rotture.
Dunque, l’erogazione è ripresa a singhiozzo, a seconda delle quote delle utenze, per poi essere sospesa tra le 22 e le 6 di stamane. Rubinetti a secco per quasi una giornata e a seguire altre 8 ore, quindi, ad Ariano, Grottaminarda, Torella dei Lombardi, Lioni, Bonito, Melito Irpino, Montecalvo, Villanova del Battista, Savignano, Greci, Gesualdo, Villamaina, Fontanarosa, Castelfranci, Paternopoli, Luogosano, Taurasi, Sant’Angelo all’Esca, Mirabella, Sturno, Flumeri, Apice, Paduli, Sant’Arcangelo Trimonte, Pietrelcina, Pesco Sannita, Pago Veiano, Reino, Campolattaro, Pontelandolfo, Fragneto Monforte e Casalduni. Mentre sottoposti ad un’altra razionalizzazione, a causa della scarsità della risorsa, nello stesso orario sono stati i comuni di Frigento, Gesualdo, Sant’Angelo dei Lombardi (anche carcere), Nusco, Montella, Aiello del Sabato (centro urbano), Cesinali, Contrada, Forino, Mercogliano, San Michele di Serino (serbatoi rurale), Sirignano, Pietradefusi, Venticano (serbatoio colonna San Martino), Prata P.U. e Pratola Serra.
In tutto, quindi, sono stati ben 48 i centri, tra Irpinia e Sannio, a registrare nuove interruzioni del servizio. E siamo alla fine della seconda decade di novembre. Peraltro, per quanto concerne l’adduttrice di Castelfranci, questa rottura è la seconda in pochi giorni e l’ennesima di quest’anno. La squadra dell’Acs giunta sul posto ha riscontrato più di una foratura e sono state necessarie 4 saldature distinte per mettere un’altra toppa ad una condotta colabrodo.
Complicata anche da riparare senza provocare problemi più a valle delle tubature. Questa volta, inoltre, i disagi patiti dai cittadini sono cominciati nella notte tra domenica e lunedì, in quanto l’effetto delle lesioni si sarebbe registrato intorno alle 23. E solo allora sono partiti gli avvisi dell’Alto Calore diretti ai sindaci dei comuni che di lì a poco sarebbero rimasti senz’acqua. Nella serata di ieri, poi, riempitasi Fontana dell’Olmo, si è dato respiro alla popolazione fino alle 22, prima della sospensione necessaria per evitare disservizi nelle ore diurne. Evidenti che si tratti di situazioni non più sostenibili per i cittadini e poco gestibili per l’Alto Calore.
Per questo motivo, l’amministratore unico della partecipata di corso Europa, l’avvocato Antonio Lenzi, ha chiesto la convocazione del tavolo operativo all’Autorità di Bacino. Un nuovo briefing per cercare di ottenere dall’Acquedotto pugliese il rilascio su Cassano di altri 50 litri al secondo al di là della quota di approvvigionamento fissata. Una richiesta a tempo, per 60 giorni, con l’obiettivo di superare questa fase ancora critica che dovrebbe terminare intorno alla metà di gennaio.
L’istanza, naturalmente, è destinata ad incontrare delle resistenze, visto che su Cassano Aqp starebbe a 550 litri al secondo, quantitativo dichiarato dalla società come risorsa minima per attraversare la Pavoncelli senza andare in difficoltà. La stessa Acs, poi, sta cercando di far spostare una pompa di sollevamento sul canale di restituzione per recuperare altri 4 o 5 litri. Ieri, intanto, Lenzi ha incontrato il prefetto di Benevento, Raffaella Moscarella, che gli ha chiesto conto dei continui disservizi denunciati dai sindaci sanniti dal 25 giugno in avanti. Proprio sul fronte Beneventano, però, Alto Calore da luglio ad oggi ha effettuato 749 interventi e inviato 51 autobotti.
La questione è sempre la stessa: la fatiscenza delle reti di distribuzione che gli stessi primi cittadini conoscono molto bene. Proprio per questo su tutto il distretto è operativa la task force con tecnici aggiuntivi a chiamata dell’Acs. Mentre si è deciso di fare affidamenti sulla manutenzione ad altre 5 ditte, oltre a quelle già attive, per le sole 400 perdite da recuperare.
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