Sempre più fitta l’agenda dei governi europei impegnati nel chiaro messaggio politico da trasmettere ai paesi dell’unione. L’onda sovranista, non è più attuale, ma sta sta diventando una certezza blindata dall’arrivo di Donald Trump.
Sovranismo, populismo, avversione, istigazione alle politiche a misura di una netta crisi dell’antirazzismo? Si tratta comunque di un ipotesi che in un futuro immediato potrebbe diventare certezza, indipendentemente dal fatto che i governi europei siano ancora nella totale incertezza politica, consapevoli che lo spostamento dell’asse politico sia ormai orientato verso la destra, quindi, verso le ideologie nazionaliste e populiste. L’Italia ha come suo portavoce Matteo Salvini, forte di quell’assoluzione a Palermo dopo il processo Open Arms, il ministro alle infrastrutture e ai trasporti cavalca l’onda del populismo e non le manda a dire a quei leader che continuano ancora a governare sotto l’ala di Ursula Von der Leyen.
Alla Kermesse dei patrioti d’Europa tenutasi a Madrid, tante le presenze di quei leader politici che demarcano la linea politica sovranista, nazionalista e che ha come slogan meno Europa e più Liberta. Da Marine Le Pen a Viktor Orban, da Santiago Abascaal a Geerd Wilders, ecco il futuro della nuova Europa a guida sovranista.
Un incontro che fa riflettere tantissimo sulla politica europea, scossa dal ritorno di Donald Trump alla casa bianca. I leader sovranisti, a Madrid hanno la netta convinzione che il futuro dell’Europa, passando per le elezioni tedesche e francesi, dipenda sempre più da una scelta ampiamente condivisa e capace di prendere le redini di un paese, l’Europa che è governato dai socialisti rei di averlo consegnato all’immigrazione selvaggia e alle scelte politiche ed economiche che hanno affossato le politiche dei paesi membri.
L’Italia, oltre ad essere l’unica ad avere un entourage politico coeso, resta a guardare e porta al tavolo dei patrioti sovranisti e populisti il politico più rappresentativo nella figura di Matteo Salvini, l’uomo che punta il dito ancora con maggior convinzione verso le ONG di sinistra e verso la CPI, rea di aver messo sullo stesso piano Hamas e Benjamin Netanyahu, quest’ultimo eletto democraticamente dal popolo. Insomma a Madrid, entra in scena pure, una vasta rappresentanza popolare di simpatizzanti del Vox il partito dell’ultra destra spagnola, la spina nel fianco dell’attuale premier iberico Pedro Sanchez.
Non sono mancate le forti critiche da parte di Geerd Wilders, l’olandese leader del partito di destra nazionale Partito per la Libertà. Libertà, liberi dall’Europa, sempre più impositiva ed in mano ai popolari alleati dei socialisti che tengono in piedi il governo di Ursula Von der Leyen.
Da Forza Italia, secco il commento del presidente del partito azzurro, Paolo Barelli. “Siamo eredi di tradizioni culturali e politiche ben più solide di quel che rappresentano Musk (al quale va la mia ammirazione) e Soros. Portiamo nel cuore il presidente Berlusconi”.
Parole che la dicono lunga, sull’avanzamento dell’onda nazionalista in Europa, che se prima appariva defenestrata, ora con la convinzione dei leader europei della destra nazionalista, appare sempre più credibile e pronta a governare già dalle prossime elezioni. Sarà determinante la spinta di Donald Trump e di Elon Musk, quest’ultimo l’uomo che rivoluzionerà il vecchio continente con la digitalizzazione del pensiero?
A Madrid, comunque c’è nostalgia per Francisco Franco, il Caudillo che aiutò i magiari di Viktor Orban nella lotta contro i sovietici, così come c’è un compiacimento dell’olandese Wilders verso il ferreo protezionismo di Donald Trump da attuare anche in Europa, il tutto messo all’imbandita tavola del nazionalismo per eccellenza, dove negli assaggi è compreso il ritorno ai vecchi stereotipi del mondo diviso nei due blocchi contrapposti: l’Est e l’Ovest.
Si ritorna quindi, o sarà meglio dire, che si assiste alla maggiore convinzione che in Europa, stanno dilagando sempre di più le simpatie nazionaliste, con la conseguente crisi netta dell’antirazzismo.
In ultima battuta, non potevano mancare i commenti della leader dem Elly Schlein, che in qualche modo punta il dito contro i rigurgiti nazionalisti, dimenticando che, in tanti anni di profonde crepe, incertezze politiche e lacerazioni che hanno sempre contraddistinto la sinistra italiana, l’ala nazionalista non ha mai abbassato la guardia, bensì ha sempre programmato iniziative e slogan contro il mal governo delle sinistre liberali che hanno aizzato il fanatismo climatico e le politiche di pura facciata legate ai flussi migratori provenienti da quei paesi, dove destra, sinistra e centro hanno sempre avuto un unico filo conduttore: quello di sfruttare e depredare, impoverendo i popoli costretti alla fuga pur di vivere. Ci sarebbero anche le figure di Olaf Scholz il leader tedesco e lo spagnolo Pedro Sanchez tra i principali imputati di quelle scellerate politiche UE, che hanno privato i popoli della loro libertà.
Su una linea “trumpiana” , si delinea il futuro dell’Europa, tutta la destra nazionalista europea, aspettava il ritorno di Trump e magari; a Berlino sarà ricostruito nuovamente il muro? Sono in tanti a chiederselo, visto che si prospetta una politica ad impronta protezionistica, con dazi che potrebbero colpire molti paesi dell’UE e con la ferma intenzione di erigere barriere economiche, politiche e …socio-culturali.
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