Bper, nell’offerta per Popolare Sondrio c’è un filo (rosso) che porta all’Unipol di Carlo Cimbri

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di
Stefano Righi

Il gruppo Unipol capitalizza le sue partecipazioni grazie alla mossa di Papa (Bper) sulla ex Popolare della Valtellina.Il traguardo è una presenza più forte in Lombardia e la nascita di un nuovo polo delle banche commerciali

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Amichevole e non concordata. Gianni Franco Papa, amministratore delegato di Bper Banca, venerdì 7 febbraio presentando l’offerta pubblica di scambio lanciata sulla totalità delle azioni della Banca Popolare di Sondrio ha insistito su questi due concetti. Il mancato accordo è evidente dalle dichiarazioni della vigilia dai vertici della Sondrio, che avevano annunciato un piano industriale stand alone
Sui rapporti amichevoli tra le parti non v’è poi dubbio da anni. Non solo Bper è la prima azionista della Sondrio, ma al momento giusto, in uno degli ultimi rinnovi del board valtellinese, il grande azionista di entrambe le parti, l’Unipol guidata da Carlo Cimbri, si è schierato con il proprio pacchetto di voti a fianco dell’attuale management, garantendone la rielezione.

Venti per cento

Dietro la sesta opa in corso a Piazza Affari c’è proprio lui, Carlo Cimbri, signore delle polizze e consigliere di amministrazione della casa editrice di questo giornale, che da anni dice di rincorrere una posizione in banca al solo fine di realizzare accordi industriali, ovvero vendere assicurazioni attraverso gli sportelli bancari, uno dei business a più difficile realizzazione nell’industria finanziaria. Con questo spirito ha preso posizione in Bper (19,774%), con il medesimo spirito si è accomodato al quasi 20 per cento nell’ex popolare valtellinese, unico azionista sopra il cinque per cento.




















































Autonomie

Senza negare la più ampia libertà e autonomia di manovra in capo al management di Bper, è indubbio che questa operazione si stia andando a configurare nel segno del grande azionista delle due parti. Come è indubbio che parlare di piani industriali stand alone, non porta bene. Lo fece Ubi, nel febbraio 2020, presentando le direttrici di autonomo sviluppo da Londra; lo ha fatto la Sondrio giovedì scorso, annunciando la revisione del proprio piano industriale prevista per il 26 febbraio in ottica solitaria, o al massimo come polo aggregante, non aggregato. Sono invece bastate poche ore per vedere prima l’arrivo dell’offerta di Intesa e poi l’operazione lanciata da Bper.

Marea montante

Papa ha poi evidenziato un aspetto molto importante, che aiuta a capire meglio di tante congetture quanto sta accadendo. Dopo vent’anni di sonni profondi e di foreste più o meno pietrificate, dal settembre scorso il meccanismo aggregativo si è messo in moto. Sono sei le offerte pubbliche, di scambio o di acquisto, in essere a Piazza Affari nel settore finanziario: Unicredit/Commerzbank, Unicredit/BancoBpm, Banco/Anima, Mps/Mediobanca, Bper/Sondrio, Ifis/illimity. Mentre la settima, Banca Generali su Intermonte, si è appena conclusa. Sette operazioni in cinque mesi. E con la marea montante chi non inizia a nuotare, suggeriva implicitamente Papa, rischia di essere travolto. Gli esempi non mancano.
La mossa di Bper ancorché non concordata procede certamente nel solco tracciato da Cimbri. Le due banche hanno molto in comune. Le radici popolari, anzitutto, con una spiccata vocazione verso la tutela dei territori in cui operano. Non è un caso che Papa, venerdì, abbia indicato la volontà di replicare la politica messa in atto ai tempi del salvataggio di Carige, banca sì all’epoca in difficoltà, ma estremamente legata all’ambiente ligure e genovese. Tanto che oggi Carige a Genova è il marchio di Bper, così come, in diverse zone del Veneto, Antonveneta continua ad esistere diciotto anni dopo l’acquisizione da parte del Monte dei Paschi di Siena.

Amicizie

Il tono amichevole dell’offerta di Bper si concretizza nel fatto che non sono previsti significativi esuberi, che il marchio della Popolare di Sondrio continuerà ad esistere in tutta la Valtellina e che le due realtà hanno già oggi alcune fabbriche prodotto in comune. Cimbri, che viene frequentemente tirato per la giacca e potenzialmente coinvolto in ogni operazione finanziaria della Penisola, ha finalmente lanciato il suo cavallo.

Terzo polo

Se fino a settembre era disponibile ad essere il polmone finanziario capace di dare vita al terzo polo bancario basato sul Monte dei Paschi di Siena, ora ha dovuto ricredersi e puntare più concretamente a Sondrio. Anche in questo caso, qualora l’operazione andasse a buon fine, ma c’è da crederlo visto che già il 20 per cento del capitale sembra intenzionato a rispondere favorevolmente all’offerta di Bper, si creerebbe il terzo polo tra le banche commerciali italiane. Certo, andrebbe poi verificato l’esito delle operazioni in corso su Mediobanca e su Banco Bpm, ma considerando esclusivamente il perimetro bancario tradizionale Bper, che è già terza in molte graduatorie di categoria, ne uscirebbe ampiamente rafforzata. Sondrio, infatti, a differenza della citata Carige, è banca sana, solida, produttrice di utili e con una dimensione rilevante tra le banche di territorio.
Cimbri sta così centrando il primo obiettivo della propria strategia espansiva. L’estate scorsa si era messo a disposizione per Mps e, vista la fredda accoglienza romana, ha virato capitalizzando quanto aveva seminato nel corso degli anni. Il polo Bper-Sondrio, se andrà a formarsi, garantirà all’assicuratrice bolognese una presenza forte e concreta sulle principali piazze italiane, con un ulteriore rinforzo in Lombardia. Una rete capillare in una delle aree più economicamente interessanti della Penisola. Ma conoscendo le dimensioni del gruppo e vista appunto la marea montante, sarebbe ingenuo pensare che la forza aggregativa di Unipol si esaurisca solo in questa operazione.

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