Settore auto, Pd Piemonte: “Transizione ecologica non è sinonimo di crisi sociale ed economica”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 


PIEMONTE – Riceviamo e pubblichiamo dal Partito Democratico Piemonte.

Automotive, le proposte del Partito Democratico per il suo rilancio

“La transizione ecologica non è sinonimo di crisi sociale ed economica. In questo contesto dobbiamo raccogliere la sfida lanciata da Cine e Usa per rilanciare l’Automotive in Europa, in Italia e in Piemonte”. E’ questo il fil rouge emerso dalla conferenza stampa odierna in cui il Partito Democratico ha presentato una road map strategica per rilanciare il comparto dell’automotive in Piemonte e in Italia.

Due i documenti presentati sintetizzati in un unico paper, la Carta di Torino. Un report della Fondazione Demo, illustrato oggi in anteprima prima della presentazione ufficiale in Europarlamento, e la mozione che il Gruppo Regionale del Partito Democratico proporrà in aula a Palazzo Lascaris nel corso del consiglio regionale aperto dedicato alla ‘Crisi del settore dell’automotive e le sue ricadute sull’indotto del territorio della Regione Piemonte’ del prossimo martedì 11 febbraio.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

“Per il rilancio del settore automotive e relativo indotto non servono le cattive soluzioni della destra che non aiutano né a comprendere le vere cause del problema né a individuare le soluzioni. È il momento di mettere in campo una proposta fondata su due pilastri: da un lato ingenti investimenti europei e politiche industriali volti a superare il gap tecnologico e utili a far recuperare competitività alle nostre imprese; dall’altro politiche finalizzate a salvaguardare l’occupazione e proteggere lavoratrici e lavoratori.  L’Italia e il Piemonte hanno tutti gli elementi di sistema per tornare a essere protagonisti: abbiamo storia e competenze necessarie. Le abbiamo nell’impresa, nel mondo del lavoro e nelle università. Purtroppo fino ad oggi è mancata una visione da parte del governo Meloni e della Giunta Cirio, che hanno guardato alla crisi come un fatto inesorabile. E’ il momento di invertire la rotta.

Il settore dell’auto deve vincere una sfida globale fatta di innovazione e tecnologia. Il governo deve intervenire sui costi dell’energia per rendere più attrattivi gli investimenti nel nostro paese e pretendere che Stellantis mantenga gli impegni di produzione presi per il nostro territorio. John Elkann deve sapere che tutti chiudiamo con forza e determinazione che anche in Italia arrivino gli investimenti che solo pochi giorni fa ha promesso negli USA. Torino ha bisogno di una seconda linea.

Così come sarà necessario sostenere la domanda con incentivi che renda sostenibile la sostituzione dell’autoveicolo per le fasce meno abbienti. Una buona idea è quella messa in campo in Francia con il leasing sociale” ha dichiarato il Segretario Regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi.

Antonio Misiani – Senatore PD, responsabile economia, finanze, imprese e infrastrutture in segreteria nazionale

“Il settore automotive in Europa e in Italia è di fronte ad una sfida esistenziale: transizione ecologica e digitale, crescente pressione competitiva cinese, ritorno del protezionismo, tutti questi fattori stanno producendo una tempesta perfetta che mette a rischio il futuro di questa industria. Le risposte più importanti vanno costruite a livello europeo.

La destra dice che per risolvere questi problemi basta smontare il Green Deal. È pura propaganda, una illusione e un grave errore, innanzitutto dal punto di vista industriale.

Come viene giustamente sottolineato nel documento della Fondazione Demo, il punto è un altro: è come organizzare il percorso che ci porterà al 2035, è quali politiche industriali vanno messe in campo a livello europeo e nazionale per aiutare il settore automotive europeo a cambiare e a recuperare il ritardo tecnologico accumulato nei confronti dei competitori globali.

Sul primo versante, credo che non possano esserci totem intoccabili. Gli strumenti previsti dalla UE per spingere la transizione verde, dalle sanzioni alle ETS e al CBAM, così come le scelte tecnologiche, vanno adattate in ragione delle condizioni oggettive, che stanno rapidamente cambiando.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Sul secondo punto, abbiamo bisogno di un robusto fondo europeo per la transizione del settore per sostenere i produttori e la componentistica, di ammortizzatori sociali dedicati, di misure per ridurre il costo dell’energia, un fattore cruciale di competitività, e di politiche compensative anche a livello territoriale.

Le politiche nazionali devono essere complementari e coordinate con questa strategia. In Italia il governo Meloni, che in Europa grida contro il Green Deal, con l’ultima legge di bilancio ha tagliato del 75% il fondo automotive, da 5,8 a 1,6 miliardi. È una scelta folle. Chiediamo al Governo di fare retromarcia e di rifinanziare integralmente il Fondo, così come di intervenire sulla cassa integrazione per scongiurare migliaia di licenziamenti e sui fattori di competitività che stanno bloccando gli investimenti in Italia.

Su tutti questi punti il PD è aperto al confronto, in tutte le sedi istituzionali. Il futuro del settore e di chi ci lavora ci sta a cuore. Siamo pronti a fare la nostra parte.

Gianna Pentenero – Presidente Gruppo PD in Consiglio Regionale

“E’ un dovere morale per il Piemonte mettersi in prima fila per trovare un nuovo sviluppo del settore automotive. Non lo facciamo solo  in virtù della tradizione che ci lega a questa filiera, ma lo facciamo per la voglia di futuro che dobbiamo perseguire. Il nostro obiettivo è quello di un rilancio della regione attraverso il lavoro e l’industria. Uno sviluppo compatibile con i bisogni di giovani e famiglie che vogliono creare un progetto di vita in Piemonte e secondo le regole che ci impone un ecosistema in difficoltà”.

Monica Canalis – Vice presidente Commissione industria Consiglio regionale

“Sono 56.300 gli addetti piemontesi impiegati direttamente nelle 713 imprese piccole e grandi dell’automotive. In Piemonte c’è metà della componentistica automotive nazionale, che ora rischia di diventare terra di conquista cinese, con un grande costo sociale e perdendo preziose competenze.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Il Governo italiano intanto ha falcidiato il fondo nazionale per l’automotive, mentre gli incentivi per l’acquisto delle auto elettriche sono stati utilizzati prevalentemente per auto prodotte fuori dall’Italia. Occorrerebbe una seria strategia industriale ed energetica, per aumentare la nostra competitività e rimodulare la produzione, frenando il crollo delle auto prodotte nel nostro Paese.

Nell’attesa di questi interventi di respiro nazionale, speriamo che la giunta Cirio metta in campo azioni urgenti in Piemonte, quali il sostegno ai distretti di filiera per sopperire alla frammentazione dell’indotto, il sostegno a tecnologie integrative rispetto all’elettrico, come l’idrogeno e i bio-carburanti, il sostegno alle competenze per garantire upskilling e reskilling.

Non bastano gli incentivi all’acquisto di nuove auto e l’esenzione del bollo auto: servono interventi più strutturali, che poggino sulle leve tipiche della Regione, cioè la formazione professionale, lo sviluppo delle attività produttive e l’attrazione degli investimenti”.

Claudio Cerrato – capogruppo Pd in consiglio comunale a Torino

“Torino ripartirà perché quello che stiamo costruendo è un dialogo autentico, un contributo concreto, un risultato condiviso. Stiamo promuovendo un Patto per il Lavoro, per garantire produzione e occupazione a Torino e nell’area metropolitana. Un impegno che non è solo formale, ma sostanziale, perché mette al centro le esigenze di chi lavora e di chi investe, con l’obiettivo di costruire un sistema industriale solido e competitivo. Torino deve tornare a essere un polo produttivo centrale nel settore dell’auto. Serve quindi aumentare la capacità produttiva, portare una seconda linea a Mirafiori e garantire che questa fabbrica mantenga la sua identità: da Torino deve continuare a nascere l’auto, dalla progettazione all’ultimo bullone.

Mirafiori e l’indotto sono eccellenza, un simbolo di un sapere industriale che non possiamo disperdere. Questo patto è un primo passo, ma il percorso è ancora lungo. L’industria dell’auto a Torino non deve essere un ricordo, ma una prospettiva concreta”.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link