Autonomia differenziata, perché referendum è inammissibile/ Motivazioni Consulta: quesito contro Costituzione

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


LE MOTIVAZIONI (SPIEGATE) DELLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA: PERCHÈ È STATO BOCCIATO IL RITORNO ALLE URNE

Non si può ammettere un referendum se il quesito è poco chiaro e contro la Costituzione e le libertà da essere garantite: suonano più o meno così le motivazioni della Consulta sul referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata presentato e poi bocciato dalla Corte Costituzionale. Sono di fatto oscure le finalità, oscuro il quesito e poco chiara la struttura di un referendum abrogativo che avrebbe dovuto portare alle urne gli italiani per giudicare l’Autonomia, legge del Governo Meloni approvata la scorsa estate in Parlamento. Dopo la Camera di Consiglio del 7 febbraio, sono uscite le motivazioni effettive e “spiegate” della sentenza con cui la Corte Costituzionale lo scorso 20 gennaio ha ritenuto inammissibile il referendum presentato dalle opposizioni di centrosinistra assieme alla CGIL di Landini e alle Regioni amministrate dal “campo largo”.



Il testo di legge di fatto era già stato modificato dalla precedente sentenza della Consulta sulla legge Calderoli dello scorso dicembre, dopo una battaglia politica durata mesi che però non avrebbe portato ad una legittima richiesta di giudizio dei cittadini ma anzi avrebbe aggiunto una «radicale polarizzazione» dell’identità stessa del ddl: per tutti questi motivi il referendum del “campo largo” contro l’Autonomia differenziata non può essere ritenuto ammissibile, proprio in quanto sostanzialmente incostituzionale. E così la sentenza n.10/2025 della consulta impedisce l’abrogazione della legge Calderoli sottolineando non solo che finalità e oggetto del referendum erano tutt’altro che comprensibili, ma che con l’intervento della stessa Corte sull’impianto di legge originario, di fatto non rimaneva una vera e propria motivazione nel contestare un testo al momento invece considerato pienamente legittimo e costituzionale da parte degli stessi giudici costituzionali.

Microcredito

per le aziende

 



TESTO CAMBIATO E RISPETTOSO DELLA COSTITUZIONE: COSA PREPARA ORA IL GOVERNO SULL’AUTONOMIA

Non si torna alle urne, come sperava la sinistra nella “guerra” politica contro l’Autonomia differenziata, per il semplice motivo che il quesito ad ora sarebbe stato “contro” la stessa Costituzione: tale richiesta abrogativa del “campo largo” in realtà ora – scrive la Consulta nelle motivazioni della sentenza – «pregiudica la possibilità di una scelta libera e consapevole da parte dell’elettore, che la Costituzione garantisce».

Con un oggetto e un quesito così “oscuri”, il referendum contro l’Autonomia avrebbe rappresentato un’incertezza del tutto non superabile per le sue finalità: secondo i giudici della Corte Costituzionale, il ritorno alle urne non sarebbe stato in virtù di un’opinione e opzione popolare su una legge ordinaria dello Stato, ma si sarebbe consumata un mero referendum pro/contro il regionalismo differenziato. In questo modo, si sarebbe andati del tutto contro il volere dei padri Costituenti, scrivono ancora dalla Consulta, dato che non si avrebbe fatto buon uso dello strumento principale di democrazia che è il referendum. Se infatti, chiosa la Corte, si fosse ammesso il referendum anti-Autonomia, si poneva una radicalizzazione tutta pro/contro la legge Calderoli, che però non può per Costituzione essere materia di referendum, ma solo eventualmente di revisione costituzionale (tra l’altro già avvenuto proprio con la sentenza dello scorso dicembre).



Più o meno nelle stesse ore in cui uscivano le motivazioni definitive della sentenza della Consulta contro il referendum abrogativo, il Ministero Calderoli con i Governatori di Veneto e Friuli – i leghisti Zaia e Fedriga – si sono ritrovati ad un evento di Pordenone organizzato appositamente per preparare i prossimi passi per la modifica e attuazione dell’Autonomia differenziata. Dai LEP alle singole funzioni, a breve il Ministero presenterà in Parlamento un nuovo disegno di legge delega per definire al meglio l’Autonomia, con circa 30 articoli complessivi, conferma il Ministro Calderoli. Come del resto ha sottolineato anche il nuovo presidente della Consulta Giovanni Amoroso dopo la nomina a nuovo n.1 della Corte, il referendum è stato bocciato in quanto la legge Calderoli è stata ampiamente modificata per creare una nuova norma che ora il Governo si appresta a definire. Sempre nell’evento di Pordenone è infine il Presidente Zaia ha sottolineare come la Consulta bocciando il referendum abbia difeso la Costituzione, confermando inoltre la legittimità della riforma che ora deve passare alla definizione finale presentando tutte le modifiche necessarie già segnalate dalla Consulta.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Source link