Galleria Vittoria, quale rilancio?. Lavori milionari al termine, tra negozi sfitti e bivacchi

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Il cantiere negli spazi della Galleria Vittoria è partito alla fine di novembre del 2023 e ora, a più di un anno di distanza dalle prime martellate, i lavori sembrano essere a buon punto: in molte zone sono state già posizionate le nuove pavimentazioni e, dietro ai teloni, gli addetti stanno già mettendo a dimora le piante che costituiranno le aiuole.

Il progetto completo dovrebbe essere consegnato entro la primavera, lo stesso periodo in cui dovrebbero concludersi anche gli interventi che interessano il vicino corso della Repubblica. Un restyling con grande afflusso di soldi pubblici: oltre 7 dal Pnrr, tra corso e Galleria, più altri dalle casse comunali. Ormai l’intervento è alla fine: una buona notizia per quegli esercenti che, negli ultimi anni, hanno dovuto fare i conti con le conseguenze di cantieri ingombranti e rumorosi che, in molti casi, hanno scoraggiato il passaggio dei clienti, ma che comunque arriva troppo tardi per quei commercianti – e non sono pochi – che nel frattempo hanno deciso di lasciare il corso principale della città, includendo tra le motivazioni anche il prolungarsi dei lavori che, in questo momento, insistono nella zona adiacente all’Hotel della Città.

Ora la speranza di alcuni che la sempre più imminente riqualificazione della Galleria Vittoria – da quasi vent’anni annoverata tra le zone più critiche della città – possa fungere da volàno anche per corso della Repubblica, dando vita a una reciproca influenza positiva. Quelle che si stanno svolgendo nella Galleria, sono operazioni con un valore complessivo di 6 milioni (3,7 dal Pnrr) che prevedono il recupero di oltre 100 posti auto interrati, stalli per la ricarica di auto elettrice, l’incremento degli spazi verdi, l’eliminazione delle barriere architettoniche e un nuovo sistema di illuminazione a basso consumo energetico. Contestualmente l’autorimessa è stata interamente ripulita, gli intonaci sono stati consolidati ed è stato costruito un vano scala con ascensore, biglietteria automatica e bagni pubblici. Grande cura va anche al capitolo ‘sicurezza’, infatti tra l’area esterna e quella interrata, infatti, sono previste più di 20 telecamere e il controllo degli accessi sarà automatizzato con lettura della targa in entrata e in uscita. Il progetto di riqualificazione della Galleria prevede anche la rigenerazione urbana delle aree esterne che vanno a collegarsi al giardino Annalena Tonelli, dove si trova il chiosco ‘La fiasca’: sono stati rimossi tutti i dislivelli e i gradoni che interrompevano il percorso pedonale tra la Galleria e l’area verde.

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Questo è il futuro. Un futuro prossimo, certo, ma che per ora si trova solo nell’immaginazione dei progettisti e degli amministratori e negli auspici dei forlivesi.

Il presente, al netto delle transenne del cantiere, è ben diverso. Ad attraversare la Galleria Vittoria sono poche persone: qualche studente che abita nella ‘Campus tower’, dove attualmente alloggiano circa 90 fuorisede, e qualche residente che utilizza il sentiero di cemento tra le vetrine sfitte come scorciatoia per arrivare in centro. All’ingresso si fermano diversi fattorini che consultano i loro smartphone prima di salire di nuovo in sella alla loro bici e ripartire: “La Galleria – spiega un’universitaria che abita nello studentato – è utilizzata da chi lavora per Deliveroo come punto di sosta tra una consegna a domicilio e l’altra. Meglio così: almeno non resta del tutto vuota”.

Ma i negozi sono quasi tutti sfitti: rimangono la copisteria, una parrucchiera, un centro estetico, uno studio professionale e null’altro. Sta traslocando anche lo storico Balloon Express che, dopo il recente cambio gestione, ha scelto di lasciare i locali affacciati su corso della Repubblica, sfiancato anche dal prolungarsi dei cantieri. Si parla della futura apertura di una pizzeria, ma per ora quello spazio di fatto è vuoto e – come tutti gli altri – drammaticamente polveroso. Sulla porta di quello che era uno studio da tatuatore si legge ancora un cartello: “Chiuso per disagi”.

A terra, abbandonati, bicchieri di plastica e bottiglie di birra, tristi resti di serate di bivacco. Questa è la fotografia attuale: un ritratto che nei prossimi mesi sarà certamente riscritto, anche se il nuovo look – chi conosce la zona lo sa bene – è solo il primo passo di un percorso che si prospetta lungo e necessariamente tortuoso.



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