il ministro rivendica la “separazione” e poi straparla di “carceri modello”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Nordio davanti ai penalisti rivendica la “separazione” ma anche la fuga di Almasri. L’Ucpi polemizza coi magistrati milanesi

“Tolto di mezzo il processo alle intenzioni, la riforma della separazione delle carriere è consustanziale al processo accusatorio e noi su questo non esitiamo. Voglio dirlo a chiare lettere: possono fare tutte le manifestazioni e tutti gli scioperi che vogliono ma noi su questo andremo avanti. E più si alimenta la polemica che noi non vogliamo e più la nostra determinazione aumenta, perché è un mandato elettorale che ci ha chiesto il popolo di attuare. E noi lo faremo”.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, conferma che ormai con la magistratura ogni trattativa è chiusa. La “madre di tutte le riforme” s’ha da fare. “Entro marzo la prima lettura, poi la seconda entro l’estate”, nel 2026 il referendum popolare. Tutto questo lo ha ribadito intervenendo in videocollegamento all’inaugurazione dell’anno giudiziario dell’Unione delle Camere Penali, dal titolo “Il pubblico ministero – Un equilibrio necessario”, che termina oggi a Milano. Inizialmente aveva garantito la sua presenza fisica poi si è collegato da casa a causa di un altro impegno. Il responsabile di Via Arenula, quasi per sottrarre la primogenitura della riforma a Silvio Berlusconi, ha detto: “Tutto quello che è in discussione – separazione delle carriere, sorteggio, Alta corte disciplinare -, è stato da me scritto per la prima volta in un libro nel 1997, e lo presentai addirittura con Macaluso”.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Nordio è poi tornato sul caso del torturatore libico: “Ho avuto una sensazione di grave disagio quando, l’altro giorno in Parlamento, a margine della vicenda del libico” Almasri,ho spiegato ai parlamentari che il mandato di arresto della Corte era un mandato completamente sbagliato e, secondo me, addirittura nullo”. E ha aggiunto; “persino ad Eichmann nel processo di Gerusalemme è stato concesso un difensore, un processo regolare, un rispetto delle regole. La cultura della giurisdizione l’altro giorno in Parlamento io l’ho sentita crollare di fronte a queste considerazioni: le regole vanno rispettate sempre e comunque, non soltanto dal punto di vista sostanziale ma anche formale”. E allora se il Guardasigilli ha rievocato il nome del criminale di guerra tedesco considerato uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista, abbiamo provato una sorta di fastidio nel sentirgli anche dire: “molte delle nostre carceri sono carceri modello: parliamo sempre di brutte notizie ma ci sono carceri dove si costruiscono i violini con i legni delle barche dei migranti”.

Si tratta del progetto del 2022 “Metamorfosi”, realizzato quando ancora c’era la Cartabia, della casa di reclusione milanese di Opera, dove detenuti già esperti nell’arte di costruire violini pregiati danno al legno delle barche nuova vita e significato. E la nostra memoria è tornata ai “Violins of Hope”, gli 88 violini della speranza che appartenevano a musicisti ebrei deportati o vittime di persecuzioni durante la seconda guerra mondiale recuperati dal liutaio israeliano Amnon Weinstein.Nella collezione”, come ricorda un articolo del Manifesto,c’è un violino che veniva suonato da quelle improvvisate orchestrine che nel campo di sterminio di Auschwitz intrattenevano i prigionieri e i kapo e accompagnavano i condannati a morte”. Come non immaginare qualcuno impegnato a suonare questi violini, provenienti dai barchini della morte di Lampedusa, mentre nelle nostre carceri quasi 100 reclusi si suicidavano solo lo scorso anno e che Nordio però continua a declassare a semplice “fardello di dolore a cui cerchiamo ogni giorno di rimediare”? Senza risultati, è evidente.

E’ intervenuto poi il vice presidente del Csm Fabio Pinelli che ha ricordato come dagli anni ’90 “La comunicazione tv, specie quella delle reti commerciali, attivava l’entusiasmo punitivo mostrando gabbie, manette e cortei plaudenti ai PM e alla giustizia penale. Questo convincimento fece ritenere a taluni magistrati che non dovessero limitarsi ad accertare eventuali responsabilità individuali, ma semmai essere titolari di un controllo diffuso di legalità, inteso come verifica preventiva che la legalità non fosse stata in ipotesi violata. Ma attribuire al magistrato il controllo di legalità significa trasferire al potere giudiziario la sovranità propria del potere politico. Il controllo della legalità è, secondo i casi, compito della politica, della pubblica amministrazione e della polizia; compito del magistrato invece è, come abbiamo detto, l’accertamento delle responsabilità individuali”.

L’evento si era aperto con le parole di Petrelli, presidente delle Camere Penali: “Lasciatemi esprimere il dispiacere dell’assenza dei vertici della magistratura milanese che avrebbero dovuto intervenire su nostro invito con il loro saluto a questa inaugurazione. Voglio davvero formulare l’auspicio che si tratti solo di un incidente di percorso, che non abbia a replicarsi in futuro”. Il riferimento è al fatto che i capi degli uffici giudiziari milanesi hanno inviato alla presidente della Camera penale di Milano, l’avvocata Valentina Alberta, una lettera in cui hanno espresso tutto il loro “disagio ad intervenire in un contesto complessivo nel quale la magistratura viene sistematicamente delegittimata e individuata come un ordine estraneo alla cultura istituzionale, quasi eversivo”.

Proprio la Alberta nel suo intervento introduttivo ha ironizzato polemicamente: “I capi degli uffici giudiziari milanesi avevano accettato espressamente l’invito quando gli avevamo mandato la bozza, i temi delle discussioni e i nomi dei relatori. Li ringrazio comunque per la risonanza mediatica che hanno dato a questo evento declinando l’invito. Non comprendo il gesto polemico da parte di istituzioni che hanno avuto da noi rispetto e collaborazione. Noi non siamo la politica e non siamo il governo e continueremo a protestare contro governi di qualsiasi colore se non ci troveremo d’accordo”.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link