Autostrade, bufera sull’A22. La gara «ibrida», il muro alzato dalle concessionarie e quel sì improbabile di Bruxelles

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Per la dorsale da 33 miliardi, che da Modena, via Verona, attraversa Trentino e Alto Adige fino al Brennero, c’è il rischio della messa in gara tout court, senza la prelazione in cui sperano i soci pubblici e privati

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Il calderone autostradale ribolle da settimane. E ora, nell’occhio del ciclone, finisce uno dei gioielli della corona: l’A22 da 33 miliardi che da Modena, via Verona, attraversa Trentino e Alto Adige fino al Brennero. C’è il rischio che la via crucis lunga dieci anni (questo il tempo trascorso dalla scadenza della concessione) possa finire con una messa a gara tout court, senza neppure quella prelazione su cui gli attuali soci, pubblici e privati, fanno affidamento dopo aver proposto un project financing da 9,2 miliardi su 50 anni su cui basare la prelazione. La formula di una gara «subordinata al parere dell’Europa» impone, però, la concreta possibilità che da Bruxelles arrivi una bocciatura in nome del principio di concorrenza. Il Mit, ministero delle Infrastrutture, non ha voluto spingersi oltre perché la parola d’ordine è evitare una procedura di infrazione.

Prelazione, il no di Aiscat

A complicare il quadro, contro la prelazione, si sono espressi in questi giorni Marco Monaco, Roberto Tomasi e Umberto Tosoni, i tre vice presidenti di Aiscat, l’associazione di categoria (in pessimi rapporti, storicamente, con l’A22) con una lettera di fuoco al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Aiscat, peraltro, è sulle barricate anche per il ridimensionamento della redditività verso cui si sta andando dopo le determine di Art, l’Autorità per la regolazione dei trasporti. La cornice in cui si inserisce questa vicenda è quella, più ampia, della creazione di Autostrade per lo Stato, una scelta che parte da lontano, dalla tragedia del Ponte Morandi a Genoa e che sottrae ai privati asset estremamente redditizi.




















































Il Veneto e la battaglia delle autostrade

La guerra delle autostrade vede al centro il Veneto e non solo per l’A22. Di qualche giorno fa l’annuncio che dal 1 gennaio 2027 la Brescia-Padova verrà affidata, in house, a Cav, Concessioni autostradali venete (50% Regione, 50% ora Anas ma a breve Autostrade per lo Stato). Tanto è bastato a scatenare le polemiche secondo cui Salvini favorirebbe i colleghi di partito Maurizio Fugatti e Luca Zaia. Difficile, però, accostare le due vicende visto che le operazioni su A22 e Brescia-Padova sono radicalmente diverse. Per Cav si tratterebbe di un affidamento in house contemplato dalla legge perché il concessionario sarebbe al 100% pubblico (con il precedente incoraggiante della ex Autovie, ora Società Autostrade Alto Adriatico, trasformata in soggetto pubblico e benedetta da Bruxelles). Per l’A22 i soci sono per l’84,75% pubblici (fra cui Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona) e per il 14,16% privati (e qui si ritrova anche A4 Holding attuale concessionaria della Brescia-Padova).

L’A22 delle polemiche

Il pasticcio dell’A22 ha scatenato fra i principali attori, Trento e Bolzano, una lunga scia di polemiche. Anche perché, circa cinque anni fa, si era partiti con un modello gemello a quello friulano e ora veneto: l’affidamento in house. Il logorante confronto per quantificare economicamente l’uscita dei privati e i sacrifici imposti dalle regole del pubblico ha portato a una soluzione ibrida, quella del diritto di prelazione, appunto, sulla base di un ricco project che però, con un infelice incrocio di date a dicembre fra la pubblicazione della norma sulla concorrenza e il bando, ora vede l’intera partita in bilico. Intanto ieri il Consiglio di Stato ha messo la parola fine al lungo contenzioso sulla Orte-Mestre di Vito Bonsignore in merito alla mancata realizzazione della dorsale. È stato stabilito che nessuna responsabilità precontrattuale è ravvisabile in capo ad Anas, ai ministeri delle Infrastrutture, dell’Ambiente, dei Beni culturali e alla Presidenza del Consiglio dei ministri in merito al project financing per la realizzazione dell’autostrada Orte-Mestre. Nella sentenza si respinge un appello proposto da Management Engineering Consulting. 

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7 febbraio 2025 ( modifica il 7 febbraio 2025 | 13:07)

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