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Siamo tornati a Lecce – in un territorio dove abbiamo impostato con il progetto Genius Loci 20 anni fa i principi fondanti di Urban Experience – questa volta con Facciamo Goal, un progetto PNRR promosso dal Dipartimento Politiche di Coesione e Sud della Presidenza del Consiglio e NextGenerationEU per l’inclusione educativa e l’orientamento alle competenze che andrà avanti fino al 2026. Si articola in una serie di laboratori urbani che porteranno le scuole fuori dalle scuole, dentro la città, grazie alla metodologia dell’Apprendimento Dappertutto attraverso i walkabout, esplorazioni partecipate radionomadi. Scopo del progetto: la ricerca dei Goal, ovvero i 17 Obiettivi di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile proiettati nel contesto territoriale, esplorando lo spazio urbano, rilevando luoghi pertinenti. Le prime escursioni si sono focalizzate su goal Biodiversità nella Foresta Urbana con i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Ammirato-Falcone”; su Educazione con i ragazzi dell’IC “Alighieri-Diaz” presso il Museo Castromediano; su Disuguaglianza con l’I.C. “Stomeo – Zimbalo” all’Accademia Mediterranea dell’Attore nel complesso del Convitto Palmieri. Ecco un buon gioco per i bambini (sono quasi tutti appena usciti dalle Elementari) comprendendo (meglio che “capire” centrato più sul piano intellettivo mentre comprendere significa “prendere con sè”, facendo esperienza) quanto sia importante Imparare Giocando (titolo di un libro-pietra angolare nelle nostre progettualità), guardandosi intorno associando pensiero e visione, toccando con mano e condividendo gli sguardi. Una strategia pedagogica collaudata che ha visto protagonisti questi ragazzi salentini con cui abbiamo giocato la Complessità dei 17 Goal in 17 luoghi, intersecando peculiarità tematiche e singolarità territoriali. Siamo riusciti, passo passo, a interpretare i luoghi attraversati come un “sottotesto” per i ragionamenti esercitati nella conversazione peripatetica, scoprendo che parlare in cammino, di fianco, è molto più fluido che di fronte, incontrando esperti da interrogare e da cui estrarre informazioni utili per conoscere il genius loci dei contesti che abbiamo esplorato.
Alla Foresta Urbana, scendendo 12 metri sotto il livello della strada, in una cavità che si estende per due ettari, s’è incontrato Vittorio de Vitis del WWF che di fatto incarna (e teorizza, è suo il manifesto qui a lato) lo spirito dell’ecosistema in cui focalizziamo il goal Biodiversità. E’ con lui che si delinea il senso di quel Terzo Paesaggio dove la Natura si riprende lo spazio che l’antropizzazione gli aveva negato. Siamo in un ex cava di Pietra Leccese che una volta abbandonata è diventata foresta, un piccolo mondo selvatico circondato dalla città. Si tratta dell’autoregolazione dei cicli naturali, della tana del tasso e di come le api cercando il nettare migliore si orientano con il sole per istruire le bottinatrici attraverso una particolare “danza” nell’alveare (su cui ascoltiamo un podcast). Il giorno dopo, in un brainstorming in forma di gioco (i tavoli vengono creati individuamdo i punti cardinali in classe) emergono tante parole chiave (le trovi nelle immagini dei post sotto) su cui, insieme ai portavoce dei focus group, s’imposta una narrazione che restituisca l’esperienza da cui trarre i podcast che si andranno a georeferenziare sulla mappa di Lecce.
Il secondo goal, “istruzione di qualità” che preferiamo definire Educazione (anche perchè è un concetto che va al di là della Didattica e concerne il nostro metodo, dato il suo etimo latino educere che significa”tirar fuori”) si svolge al Museo Castromediano. E’ il luogo giusto per cercare questo goal, coniugando l’approccio percettivo con i processi cognitivi, a partire dall’installazione dell’artista greco Costas Varotsos che domina l’entrata del museo dove c’è la sua mostra. E’ un pennone rosso altissimo che evoca il fuoco che Prometeo ha trafugato agli Dei per donarlo all’Umanità. Emerge così la dimensione mitologica che s’innesta nel patrimonio archeologico che connota il Castromediano, un mondo di segni e simboli entro cui ci conduce la curatrice archeologa Anna Lucia Tempesta in una serrata conversazione radiofonica in cammino che coinvolge anche i ragazzi. Siamo in tanti (forse troppi) e c’è un pò di dispersione, anche perchè il Museo sta accogliendo le prove generali di eventi promossi dalle scuole. Quel Museo è ormai diventato uno Spazio Pubblico a tutti gli effetti, secondo un’evoluzione che avevamo auspicato anni fa in un walkabout di “arthinking” per iniziare a concepire il museo come laboratorio di comunità. E’ una linea di sviluppo che lo stesso ICOM (International COuncil Museums) ha poi promosso con una nuova definizione di museo: inclusivo, sostenibile e attento alle comunità. Sono questi i presupposti fondamentali per ciò che concerne l’Educazione, partendo dall’adattamento al contesto socio-culturale in cui si vive, alimentando la conoscenza attarverso la curiosità, proprio come accade quando con i bambini scopriamo come l’Antico possa essere matrice del Contemporaneo. Durante l’intervallo della merenda nel giardino si trovano dei funghi (boleti pinaioli: suillus luteus) ed è l’occasione per ascoltare il podcast di un film dove Aberto Sordi raccoglie cicoria con i suoi studenti. Ci diverte e ci ricorda quanto sia importante l’apprendimento dappertutto.
La terza azione è al Convitto Palmieri dove incontriamo, con i ragazzi dell’I.C. “Stomeo – Zimbalo”, Franco Ungaro dell’ AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore che nel trattare di Disuguaglianza ci introduce al Teatro capace di metterci nei panni dell’altro. In quel luogo, sede anche della Biblioteca Bernardini e di archivi particolarmente significativi, ascoltiamo la parabola di Mark Twain su Adamo ed Eva letta da Lorenzo Paladini e Miriana Moschetti. Una lettura teatrale che rivela come il genere sia una delle prime parole chiave da considerare a proposito del goal focalizzato. Quell’esperienza teatrale esplicita il concetto di empatia e di conseguenza la condizione dei neuroni specchio che 2600 anni – con l’avvento del Teatro (tecnologia che associando il movimento del corpo alla parola contribuì in modo determinante alla diffusione della nuova tecnologia: l’Alfabeto) – sollecitarono lo sguardo empatico per comprendere gli altri e comunicare emozioni. Un processo evolutivo fondamentale che con la Polis, imitando gesti e versi (l’alfabeto fonetico), ha avviato la Civiltà permettendo attraverso il linguaggio di avvicinare le persone, superando l’incomunicabiltà, creando le condizioni per concepire la democrazia. A proposito di linguaggio, s’è centrato l’aspetto della povertà educativa come espressione importante della disuguaglianza (anche perchè Povertà ha un suo specifico Goal). A quel punto siamo entrati proprio nel merito di quel prefisso verbale che connota la parola disuguaglianza, ovvero dis che spesso rovescia il senso buono di una parola. Anzi ottima, diciamo, a tal punto che la Rivoluzione più importante della Storia aveva egalitè come parola cardine. In quel Convitto Palmieri (che insieme al Museo Castromediano rappresenta il Polo Biblio-Museale della città di Lecce, esprimendo un ecosistema culturale emblematico in Italia) si ha poi la fortuna di accedere a degli archivi della memoria teatrale concepiti come particolari spazi espositivi: quello di Carmelo Bene (con una monumentale biblioteca e alcuni costumi di scena sotto teca) e principalmente quello di Eugenio Barba, entrambi salentini. Ci si rapporta a due diversi mondi teatrali che ci fanno capire quanto sia importante l’alteritá. E’ una parola chiave stimolante: da una parte è sinonimo di diversità ma sottende anche un valore culturale particolare, capace di ribaltare la realtà. E’ così che i ragazzi s’immergono nell’Archivio Vivente di Barba il Living Archive Floating Islands cogliendo il senso di quel Terzo Teatro che una volta accostato al Terzo Mondo, termine geopolitico riferito ai Paesi in via di sviluppo, trasporta in un viaggio tra i continenti, dal nord scandinavo all’Amazzonia e Bali. Quell’archivio è più di una mostra: è il ventre di una Balena: oggetti, costumi, maschere, simboli, tutti inghiottiti in una bella vertigine che fa teatro e che dimostra quanto la stessa parola non riguardi solo disparità ma anche Differenza.
Le parole chiave emerse dalle esplorazioni saranno raccolte in alcuni momenti di restituzione presso le scuole. In questo post facebook ci sono alcuni microvideo del set podcast di restituzione in cui emergono alcune narrazioni partecipate, ricombinando parole chiave e disegni.
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