Danza come inclusione, al Teatro Secci di Terni va in scena ‘Fauno’

Sabato 4 gennaio alle ore 18.00 la danza arriva al Teatro Secci di Terni grazie allo spettacolo ‘Fauno. Studio sulla trasformazione‘, un’opera che unisce – appunto – danza e sperimentazione per indagare i temi della metamorfosi e dell’identità. L’evento è parte della Stagione 2024/2025 organizzata dal Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con il Comune di Terni e nasce all’interno del progetto DANCE WELL. Quest’ultimo propone lezioni gratuite di danza rivolte principalmente, ma non esclusivamente, a persone con Parkinson.

Teatro Secci, Terni: danza, inclusione e trasformazione

Dal 2022 il Teatro Stabile dell’Umbria ha dato vita a DANCE WELL, un percorso pensato per promuovere il benessere fisico e mentale attraverso la danza. Ogni settimana gli spazi museali del CAOS di Terni ospitano lezioni aperte a tutti, con una partecipazione crescente e un entusiasmo che ha reso necessario un momento di condivisione pubblica.

‘Fauno’ rappresenta l’esito di questo percorso collettivo, un’opportunità per portare sul palco i risultati di anni di lavoro e dedizione. Lo spettacolo è ispirato al classico L’Après-midi d’un faune di Vaclav Nižinskij e riporta in scena la figura mitologica del fauno, rielaborata in chiave contemporanea per esplorare temi attuali come identità, genere, ambiente e relazioni tra umano e animale.

Attraverso movimenti che richiamano la natura e il mondo primordiale, ‘Fauno’ sfida gli spettatori a riflettere sulla dualità tra naturale e artificiale, conforme e difforme. Le protagoniste Marta Bichisao, Lucia Guarino, Teresa Rospetti, Emma Tramontana e Mela Boev, insieme ai Dance Well Dancers di Terni, creano una performance che si configura come un rito collettivo. Un atto di riconciliazione tra mondi apparentemente opposti.

“Fauno vuole essere un insieme di esercizi, un rito collettivo alla vitalità e alla diversità”, spiegano le dancers. “Siamo dei corpi al limite, corpi in transizione e trasformazione che muovendosi nel regno degli umani provocano attrazione, sdegno e confusione. Ma allo stesso tempo conciliano quei mondi che sembrano allontanarsi sempre di più: naturale e artificiale, umano e animale, conforme e difforme”. Infine concludono: “Con ammaliante stranezza attraverso il movimento affermiamo la nostra danza – presenza ed essenza – e proviamo con coraggio e cura a riabitare la selva della primordiale naturalità”.

Tradizione e sperimentazione sul palco del Secci

La scelta di lavorare sulla figura del fauno si collega a un repertorio classico reinterpretato con sensibilità moderna. Nella performance, i movimenti evocano il dualismo e la tensione tra passato e presente, mentre il corpo diventa veicolo di esplorazione artistica e sociale.

Grazie al coordinamento e alla coreografia di Marta Bichisao, Lucia Guarino, Teresa Rospetti ed Emma Tramontana, con la collaborazione di Mela Boev, lo spettacolo unisce tradizione e innovazione. Ma soprattutto dimostra come la danza possa essere uno strumento potente per affrontare temi universali e quanto mai attuali.

La produzione è a cura del Teatro Stabile dell’Umbria e si inserisce nel progetto Fuoco Fauno, una rete artistica che coinvolge Gender Bender, Fondazione Piemonte dal Vivo e Lavanderia a Vapore. L’iniziativa è resa possibile grazie al supporto dell’associazione Parkinson Terni e Le Macchine Celibi.

Danza, info e biglietti per ‘Fauno’ al Teatro Secci di Terni

Lo spettacolo ‘Fauno. Studio sulla trasformazione’ rappresenta un’occasione unica per vivere un’esperienza artistica coinvolgente e riflessiva.

L’appuntamento è fissato per sabato 4 gennaio alle ore 18.00 al Teatro Secci di Terni. I biglietti sono disponibili tramite il Botteghino Telefonico Regionale del TSU al numero 075-57542222 (attivo nei giorni feriali dalle 17.00 alle 20.00). È inoltre possibile acquistare i biglietti online visitando il sito ufficiale del Teatro Stabile dell’Umbria.

Grazie alla sua capacità di intrecciare danza, emozione e inclusione, ‘Fauno’ ha tutte le carte in regola per lasciare il segno, confermando il Teatro Secci di Terni come luogo di sperimentazione artistica e inclusione culturale.