I vigneti e le cantine sono veramente biodiversi e sostenibili?

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L’incontro delle Nazioni Unite a Parigi nel 2015 ha segnato un punto cruciale nel dibattito sullo sfruttamento delle risorse naturali, ma molti degli impegni assunti sono stati sistematicamente disattesi, come dimostra l’ultima COP 29. È ormai certificato che l’umanità sta sfruttando acqua e ossigeno a un ritmo doppio rispetto a quello sostenibile, e quest’anno l’Overshoot Day è stato registrato già il primo agosto. Diventa quindi indispensabile ripensare l’uso delle risorse naturali, riducendo l’impatto ambientale e il consumo di carbonio.

Il settore vitivinicolo

Nel settore vitivinicolo, i vigneti e le cantine producono in media 380 kg di CO2 all’anno per ettaro, un valore inferiore rispetto ad altri comparti come quello della carne, responsabile di oltre il 14% delle emissioni globali (più dei trasporti, per intenderci). Tuttavia, poiché il vigneto e la cantina sono strettamente legati all’ambiente, molti produttori stanno adottando strategie sia a breve sia a medio-lungo termine per rendere il settore più biodiverso e sostenibile.

La biodiversità si riferisce alla coesistenza di diverse specie animali e vegetali in un ecosistema vitivinicolo, con l’obiettivo di arricchire il suolo e creare un ambiente virtuoso per lo sviluppo sano della vite. La sostenibilità, invece, implica la capacità di mantenere nel tempo un’attività virtuosa, fondata su tre pilastri fondamentali: ambientale, sociale ed economico. La domanda cruciale da porci, quindi, è: i nostri vigneti e le nostre cantine possono essere realmente considerati biodiversi e sostenibili?

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Cosa ha ridotto la biodiversità

Per certi aspetti, il vigneto non può essere considerato un ambiente naturalmente biodiverso. L’agricoltura intensiva degli anni ’90 ha impoverito il suolo e la vite, mentre la monocoltura ha limitato la diversità biologica. L’uso di pesticidi e sostanze chimiche ha ulteriormente ridotto la biodiversità, rendendo il vigneto meno adatto a un ecosistema equilibrato.

Ripristinare un terreno ricco di vita richiede anni: nei Paesi dell’Unione Europea, la conversione al biologico impone almeno tre anni di transizione, ma la biodiversità richiede un impegno ancora maggiore. Questo obiettivo mira alla coesistenza di specie diverse, creando un ambiente resiliente e sostenibile. A San Leonardo, in Trentino, il passaggio al biologico ha portato nei primi anni a una riduzione del raccolto fino al 20%, ma nel lungo periodo ha consentito di raggiungere un equilibrio naturale.

Un vigneto può diventare biodiverso con interventi consapevoli e mirati. La presenza di piante, animali, funghi e batteri crea un ecosistema in cui le viti si rafforzano reciprocamente. Valgiano, in Toscana, dimostra come la biodiversità riduca l’incidenza di malattie: nonostante la presenza dell’Oidio, le infezioni rimangono limitate a poche piante per ettaro, consentendo trattamenti naturali ed economicamente sostenibili. In California, la biodiversità è promossa coltivando fiori che attirano insetti utili, mentre a Silverado vengono allevate api per arricchire l’ambiente. Questi esempi dimostrano che un vigneto può diventare biodiverso attraverso azioni sostenibili che ripristinano l’equilibrio naturale.

Cambiare pratiche agricole

Sul fronte della sostenibilità, è necessario distinguere tra quella ambientale, sociale ed economica. Come la biodiversità, la sostenibilità ambientale è un obiettivo a lungo termine che richiede investimenti e strategie mirate. Cambiare pratiche agricole e vinicole richiede tempo, a volte anni, per implementare sistemi come il ripopolamento delle acque o la riduzione delle emissioni ed adempiere al programma Science Based Targets, che ha delineato 15 obiettivi globali per un uso responsabile delle risorse.

Anche i fornitori e le tecnologie devono contribuire alla sostenibilità. Symington, ad esempio, collabora con aziende che producono materiali riciclati o a basso impatto, e associazioni come IWCA promuovono il riutilizzo della CO2 proveniente dalla fermentazione, un progetto attualmente adottato da cantine come Familia Torres. Ulteriori passi includono l’installazione di sistemi LED, il riciclo delle acque e soluzioni logistiche sostenibili, come l’uso dei Flaxitank per il trasporto di grandi quantità di vino, riducendo l’impatto ambientale.

Sostenibilità sociale

Il vigneto e la cantina possono aspirare alla sostenibilità sociale, ma si tratta di un obiettivo che richiede tempo per essere pienamente raggiunto. La sostenibilità sociale implica un impatto positivo sulla comunità locale o su gruppi specifici attraverso azioni concrete di responsabilità sociale d’impresa. Ad esempio, il progetto SOStain di Tasca d’Almerita si impegna a utilizzare esclusivamente risorse locali per i lavori in vigna e in cantina, contribuendo alla creazione di posti di lavoro e al benessere economico della comunità.

In Cile, con il progetto WiSe, Santa Rita ha investito nella ristrutturazione di scuole e piazze, promuovendo l’istruzione e il valore culturale della popolazione locale. Sebbene molte aziende abbiano intrapreso iniziative virtuose in questa direzione, siamo ancora lontani dal poter considerare il vigneto e la cantina pienamente sostenibili dal punto di vista sociale.

Sostenibilità economica

Infine, la sostenibilità economica è cruciale per garantire che le aziende possano sostenere questi investimenti senza compromettere la loro stabilità finanziaria. L’attenzione crescente dei consumatori verso prodotti biologici e sostenibili rappresenta un’opportunità per le imprese.

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Uno studio di Deloitte evidenzia come i millennial siano particolarmente attenti ai cambiamenti climatici e preferiscano aziende impegnate nella riduzione dell’impatto ambientale. Comunicare chiaramente le iniziative sostenibili e i risultati concreti può quindi migliorare non solo l’ambiente, ma anche la reputazione e il successo economico dell’azienda.

Il concetto di biodiversità e sostenibilità abbraccia molti livelli di produzione, dal vigneto alla filiera. Sebbene molte aziende si stiano adattando a soluzioni che mirano a limitare lo sfruttamento delle risorse attraverso sistemi naturali di resilienza e riciclo delle risorse, è ancora troppo presto per affermare che vigneti e cantine siano oggi veramente biodiversi e sostenibili.

Possono diventarlo nel lungo periodo, attraverso l’azione strutturata e congiunta di tutti gli operatori della filiera, al fine di innescare un meccanismo virtuoso che coinvolga gli operatori a livello globale. Questi obiettivi devono essere pianificati, approvati e misurabili anche attraverso i controlli delle associazioni ed enti che oggi sono attivi per aiutare il mondo a ridurre l’impatto ambientale.

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